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1° venerdì – Maggio
Nel tempo di pasqua

Il Costato trafitto e la riparazione

 

 « Il cuore trafitto di Cristo è il focolare dove l’amore divino si spande come fuoco nell’intero universo. La sua contemplazione, lungi dal far ripiegare il credente su se stesso, diventa luogo di incontro personale con Cristo, un Cristo esteso alle dimensioni del mondo »

Dal Vangelo di Matteo : « Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso »

Gesù parlava certamente del fuoco del suo amore, amore crocifisso e risorto. Amore redentivo .

 « Il costato trafitto di Gesù, da cui colarono sangue e acqua, è un segno per la nostra fede. Dove ha abbondato il nostro rifiuto di amare, ha sovrabbondato l’amore di Cristo. Il Sangue del suo cuore si sparge perché Gesù ha dato la sua vita : « Mi ha amato e ha dato se stesso per me » (Gal 2,20). L’acqua sgorga dal cuore di Gesù come da una sorgente, perché , morendo, Gesù ha effuso il suo Spirito. Ai piedi della croce si realizza la promessa : « Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno » (Gv 7, 38).

« Per mezzo di questa beata apertura, chiami eternamente tutti gli uomini a credere al tuo amore, a confidare in esso, a venire vicino a te, per quanto infangati siano » (Charles de Foucauld).

 Il costato trafitto è la porta  per gettare uno sguardo sull’amore del Cuore di Dio. Non solo sul cuore di Gesù, ma sul cuore dell’intera Trinità : Padre, Figlio e Spirito Santo.

Il costato trafitto ci insegna ad amare. L’insegnamento ce lo facciamo spiegare dall’apostolo Giovanni e da una mistica del XX secolo, la dottoressa Adrienne von Speyer, che descrive l’esperienza mistica di Giovanni durante l’ultima cena :
così scrive : « Appoggiando il capo sul petto di Gesù, senza dire nulla », è come se dicesse che « vuole aiutarlo ad elevare dall’amore umano all’amore divino tutti gli uomini, anche i più tiepidi , anche i più lontani. Questa è la forma giovannea dell’amore. Nel momento in cui Giovanni stesso non dubita più di essere amato come un amico, di avere vicino a Gesù un posto, sa bene che anche gli altri sono compresi in questo amore »e che lui in quel momento li rappresenta. « Aiutare così a portare gli altri e le loro colpe, è in lui un atto umilissimo, ma anche spontaneo. E’ un atto che tocca il Signore e lo stesso Giovanni  è stupito dell’amore del Signore che gli concede di poter portare così gli altri. Perché comprende che deve portarne tanti, e vede questa sua missione con gli occhi del Signore, il quale se ne rallegra e, sulla croce, non dimenticherà che nell’amore di Giovanni sono già inclusi tutti coloro che deve redimere »

L’amore e lo stile di Gesù e di Giovanni, insegnano a farci carico del male degli altri. E’ la riparazione, che è cooperazione alla Redenzione del Crocifisso, è cooperare al mistero pasquale. E’ imparare ad avere compassione dell’uomo sull’esempio di Gesù e del suo comandamento : Amatevi come io ho amato voi !

E’ dunque l’ora nostra, oggi tocca a noi farci carico del male altrui, insieme a Gesù, alla sua Croce e al suo Cuore. In questo ci è di grande esempio e conforto Maria, la Madre di Gesù, colei che soffrì nel suo cuore tutta la passione e lo strazio del figlio, vivendoli come propri. Ella divenne, col suo Divin Figlio, corredentrice del genere umano.

 

 

 

 

 



 
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