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1° Venerdì - Febbraio

 Contemplare il cuore di Cristo


"Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò. Prendete il mio gioco sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. il mio gioco, infatti, è dolce e il mio carico leggero" (Mt. 11, 28)

Gesù esprime la sua compassione a coloro che soffrono sotto i pesi della vita. Chi di noi non ha un peso da sopportare?

Rivolgiamo il nostro cuore verso il Signore e ascoltiamo la sua promessa: “io vi ristorerò…. Troverete ristoro” Egli si prende cura dell’uomo, in modo pieno, è medico dei corpi e delle anime.

Amare vuol dire: prendersi cura di…

Gesù si prende cura di tutti gli uomini e di tutto l’uomo: il corpo e l’anima.

La frase di Gesù: scarna, essenziale, piena di significato indica 3 punti importanti:

         venite a me

         tutti

         s.t. coloro che si sentono affaticati e oppressi

 

Il “tutti” non è un invito generale. Tutti indica veramente tutti, senza distinzione tra poveri e ricchi, tra giovani e vecchi, tra colti e ignoranti, tra giusti e peccatori. Una sola categoria è esclusa : coloro che non sono affaticati e oppressi! Costoro credono di essere sufficienti a se stessi, di bastare a se stessi e non hanno bisogno di Gesù e della salvezza che lui ci  ha portato. E dunque anche se invitati, perché sono invitati anche loro, però non vengono….

Venite a me: Gesù ci invita ad andare da Lui, ci invita a dirigere le nostre strade verso di lui. Ci invita all’amore. Amare è sempre un uscire da se stessi per andare verso qualcuno che ci ama e che noi amiamo. L’andare a Lui è il movimento dell’amore: uscire dal nostro egoismo, dall’isolamento del nostro io, per andare verso Gesù.

Come due sposi , andando uno verso l’altro, si promettono amore scambiandosi la fede, anche nel rapporto tra l’anima e Gesù avviene la stessa cosa.  Il cammino che ci porta a Gesù incomincia con un : Sì,  come per gli sposi, ed incomincia così un cammino di conoscenza, relazione, intimità reciproca, basata sulla fiducia. Anche nel cammino con Gesù ci si scambia la fede, come per gli sposi.  La fede che Gesù desidera è l’adesione del cuore, Egli ci dà il suo cuore e richiede il nostro. Ci dona il suo amore e richiede il nostro amore.

Credi tu che io sono il Figlio del Dio vivente, che ti ho salvato perché amo il Padre e amo te ? Credi nella mia amicizia ? Credi nel mio amore?, dice Gesù!

Questo è il cammino di fede verso Gesù. Un incontro sponsale…. Egli è l’amante che vuole renderci amati e capaci di amare, noi dobbiamo solo consentire, cioè dire: Sì !

C’è poi l’altra condizione: prendere il suo giogo sopra di noi. Anche il “giogo” è un peso, ma il peso di Gesù non è come quello del mondo, che è sempre pesantissimo e difficile da portare. Gesù dice che il suo peso, quello che deriva dall’intimità con Lui: è sempre leggero...Che belle promesse ci fa Gesù !

Prendere il suo giogo, vuol dire lasciarsi condurre da Lui, vivere in obbedienza a Lui. Obbedire prima di tutto vuol dire: ascoltare ciò che l’altro dice e poi farlo con amore, perché le sue richieste, le sue leggi, il suo giogo: sono carichi leggeri. L’obbedienza che Lui ci chiede è leggera ed è sempre per il nostro bene, non per il Suo. L’amore di Gesù è unico, solo lui ama così. Infatti tutti amano: per se, solo Gesù ama: me per me, non per se. Se lui mi ama è per fare felice me, perché lui con o senza di me, è già felice dall’eternità !

Questa è la conversione che ci è richiesta, conversione continua all’amore di Gesù, invito ad andare e a ritornare verso qualcuno che ci ama e che si aspetta per donarci nuovamente il suo amore fatto di misericordia e perdono.

Se rispondiamo all’invito di andare da Lui, da Gesù, diventiamo suoi discepoli, suoi amici e faremo la scoperta che Egli, il nostro Maestro: è dolce e umile di cuore. Vedete anche nella Sacra Scrittura si nomina il Cuore di Gesù, e la caratteristica di questo cuore: dolcezza e umiltà!

Queste due virtù egli indica anche al nostro cuore e al nostro amore. Il nostro cuore deve essere rivolto in modo speciale al suo servizio e rivolto alla sua imitazione. L’umiltà ci perfeziona nei riguardi di Dio e la mitezza ci perfeziona nei riguardi del prossimo. San Francesco di Sales diceva che dovremmo ripetere almeno 100 volte al giorno la frase di Gesù: “imparate da me che sono dolce e umile di cuore”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
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