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1° Venerdì -  Marzo

Gesù il Buon Pastore

 

Gesù nel suo amore è il pastore buono. Proprio l’immagine del Buon Pastore ci fa capire l’amore di Dio, ci apre uno spiraglio per vedere come ama Dio. Nel Vangelo leggiamo: “Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una non va a cercarla, anche, nel deserto, finché non la ritrova? E ritrovatala se la mette in spalla tutto contento” Questo è il racconto di Luca (15) ma il profeta Ezechiele già nell’antichità aveva lasciato scritto (34): “dice il Signore Dio, ecco io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore, io radunerò tutte le mie pecore dai luoghi dove sono state disperse… andrò in cerca della pecora perduta e  ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata…” Tutto questo perché il nostro Dio è un Dio d’amore e di misericordia. Gesù, il volto visibile dell’amore di Dio, ha cura di noi, di ciascuno di noi e va in cerca anche di quelli che si sono smarriti. Ascoltiamo questo racconto e meditiamo:

La centesima pecora, Signore, non è l’anima che cade spossata, non è la pecora capricciosa che se ne va al soffio dell’indipendenza. Non è questo che ubriaca la centesima pecora: la più triste dell’ovile, la meno bella, la disperata.

Essa cominciò col trascinarsi dietro al gregge, già estranea al rumore dei piccoli passi fraterni . Il cane , obbediente al suo padrone,  qualche volta l’aveva morsa senza capirla e lo stesso padrone l’aveva colpita col suo bastone, e quel colpo dolcissimo le aveva fatto molto male.

Un giorno preparò la fuga e ad una curva della strada di campagna, cinta di siepi, se ne andò via tutta sola per la sua strada di morte.

Per un momento sognò un ovile ben custodito, la sera nel recinto, accanto al calore reciproco delle lane delle altre pecore addossate le une alle altre.

Si allontanò

Sentì il suo nome sulle labbra del pastore la cui voce per lei era diventata ultimamente più severa. Ne soffocò l’eco

Ora era veramente sola, senza sofferenza, senza gelosia, semplicemente abbandonata a se stessa.

Scese la sera, si addormentò di malinconia e di tristezza del sonno agitato del giardino dell’agonia, in mezzo a un cespuglio, tra le pietre.

Un rumore di fronde smosse, la sveglia, si sente sollevare e senza aprire gli occhi, riconosce il buon odore consueto delle mani del suo padrone, venuto per lei, per lei sola, riconosce il calore del suo collo.

La centesima pecora, Signore, è l’anima che dispera….

(Poesia di p. Joseph Doucet s.j. 1912-1992).


Aiutiamo la nostra meditazione, riflettendo su che cosa significa adorare:

 ADORARE E’…

E' stare davanti all’eucaristia, che è mistero d’amore; non c’è nulla e nessuno all’infuori di Dio che sia : tutto per me, per me solo!, e che mi ama con tutto se stesso. Adorare è scoprire che Dio è presente nella mia vita, che mi guida, mi cerca, mi cura, e l’unica cosa che posso fare è quella di abbandonarmi a lui, non a me stessa!

È abbandonarsi a lui fra le sue braccia, come la pecorella

È accogliere ciò che lui mi vuole donare: il suo ovile (la Chiesa), la sua presenza, la sua parola, il suo cuore,

È fare la sconvolgente scoperta che Dio mi ama

È scoprire di amare la mia vita perché Dio la ama

È imparare a guardare con gli occhi di Dio: la mia vita, il mondo, la storia

È affidarsi l’uno nelle mani dell’altro, diventando l’amore per l’Altro,

È ascoltare la voce di Gesù che chiama: “Tu sei importante per me, e io ti amo, ti ho chiamata per nome, tu sei mia” (Is 43,4)

È fermarsi a guardare Dio perché da soli non ce la facciamo, sentiamo la nostra debolezza del vivere, e chiediamo il suo aiuto. Riscopriamo qui davanti a Dio il bisogno della reciprocità. Gesù ci dice: Senza di me non potete far nulla. – abbiamo bisogno di riscoprire il rapporto e lo stile di Dio

Dio si è legato alle creature per renderci liberi

Dio si è legato agli uomini per farsi uomo

Dio si è legato al pane per rimanere con noi

Dio si è legato alla nostra debolezza per farci capire che nella fede in Lui  divento forte proprio quando sono debole, e accetto la mia situazione senza fuggire. Dio vince con la debolezza del suo Amore. – "il mondo è salvato dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini" (Benedetto XVI)

Adorare è accettare Gesù nella sua presenza povera ed eucaristica

Adorare è sentirmi amato da Dio per la mia povertà, e rileggere, così, tutta la mia vita davanti a Lui per rendermi conto che l’unica cosa che posso fare è abbandonarmi a Dio, fra le sue tenere braccia, che hanno preso la pecorella in mezzo alle spine dell’arido deserto del mondo, e tutto contento se l’è messa sulle sue spalle, proprio come la croce !

Adorare è imparare a non ricevere invano la grazia di Dio

Adorare è lasciarci riportare a Dio, da Dio, il Buon Pastore:

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
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