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1° Venerdì - Dicembre

Tema delle riflessioni: L’Oggetto del Culto al Sacro Cuore
(Meditazioni dalla lettura della enciclica sul S.C.: Haurietis aquas)

 

Prestare culto e adorazione al Cuore di Gesù è professare pubblicamente i 2 misteri principali della nostra fede: l’Incarnazione e la passione, morte, risurrezione di Gesù, che sintetizzano il piano di salvezza di Dio in favore dell’umanità peccatrice. Questi misteri della nostra fede evidenziano gli attributi di Dio, primo fra tutti quello della misericordia verso i peccatori e, al tempo stesso esaltano Gesù non solo come Figlio Naturale di Dio ma anche come Vittima che ha preso su di se i peccati del mondo per la  gloria del Padre, mediante la realizzazione del più sublime atto d’amore. San Paolo ci sa parlare molto bene dell’amore di Gesù quando dice: “Cristo morì per gli empi. In realtà a fatica uno è disposto a morire per un giusto e per una persona dabbene… ma Dio ci da prova del suo amore per noi nel fatto che mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi” (Rm 5,6 ss).

E’ l’Amore, la causa prima dell’economia della salvezza, per la precisione: è l’Amore divino-umano del Cristo, che ci ha salvato, amore di cui il suo cuore di carne è simbolo. “Gesù ci ha conosciuti e amati, tutti e ciascuno, durante la sua vita, la sua agonia e la sua passione, e per ognuno di noi si è offerto. Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20) . Ci ha amati tutti con un cuore umano. Per questo motivo il Sacro Cuore di Gesù, trafitto a causa dei nostri peccati e per la nostra salvezza, è considerato il segno e simbolo principale di quell’infinito amore col quale il redentore divino incessantemente ama l’eterno Padre di tutti gli uomini” (cat. N. 478) – Sulla croce le ferite furono l’espressione visibile dell’amore del cuore di Dio che nella sua misericordia non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva. Sulla croce è dall’amore che siamo stati salvati. E a quell’immenso amore non si può che rispondere con altrettanto immenso e profondo amore. Nel suo piano salvifico: “Dio Padre ha voluto fare del Cristo  il cuore del mondo”.

Il cuore dell’uomo-Gesù è degno di adorazione perché è il cuore del Verbo, Unigenito del Padre, che è della stessa sostanza del Padre. Il Sacro Cuore di Gesù diventa , allora, il simbolo dell’amore-increato del Cristo-Dio e dell’amore creato del Cristo-uomo. Il fedele adora il Cuore-fisico di Gesù in quanto è il cuore di Dio fatto uomo, espressione, sensibile, di tutto l’amore col quale il Verbo Incarnato ha amato e ama Dio e l’uomo fino al sacrificio di sé, come indicano le fiamme, la croce, le spine, la ferita sanguinante, con cui si raffigura graficamente il Sacro Cuore.

La nostra devozione al Cuore di Gesù, non si riduce soltanto al sentimento, ai sospiri, ai canti o rosari, ma si spinge fino a contemplare, ammirare, lodare e ringraziare l’amore umano-divino di Gesù facendone il motivo ispiratore della nostra coscienza ed apostolato, ci impegniamo ad aderire alla sua volontà in un costante lavoro di purificazione, cercando di rendere sempre più intima e operosa la nostra unione con lui e nell’amore del prossimo. L’amore del fedele si accende così dal desiderio di riparazione per le dimenticanze, i rifiuti e i sacrilegi cui il cuore di Gesù viene oltraggiato. L’amore adorante verso questo Cuore diventa allora un atto della virtù di religione e allo stesso tempo una intercessione in favore dei peccatori.

Il nostro culto al Cuore di Gesù non è fatto di un amore astratto o romantico, non è cardiolatria, ma è l’amore rivolto alla Persona-amante di Gesù, capace di renderci amanti, cioè di insegnarci ad amare Dio Padre e i fratelli come ha fatto lui stesso. Infatti  Gesù prima di morire, ci ha lasciato il comandamento nuovo nel quale ci dice: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Facendosi Egli stesso la misura dell’amore,  cioè di come si deve amare!

 
 
 
 


 
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