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Luglio
Pregare è:
lavorare, in noi, il desiderio di Dio
Il desiderio di Dio e dell’amore di Dio non è da
lasciare sottinteso. Bisogna coltivarlo giorno per giorno con impegno
rinnovato. Noi amiamo il Signore con la nostra volontà; è questa la facoltà del
nostro amore di Dio, dobbiamo dunque impegnarla a volere questo amore di Dio e
a praticarlo con i desideri. I desideri hanno la loro importanza per quel
giudizio e quella volontà di scelta che esprimono. È per questo che il più grande
desiderio che si possa avere è il desiderio del Signore. Perchè? Perchè è la
nostra scelta, è la nostra vita, è un po’ la nostra professione. Il desiderio
di Dio non è soltanto l’oggetto, della virtù teologale della speranza, ma è
anche l’oggetto, l’occupazione di tutta la nostra vita. Il chiedere di vedere
il Signore è il desiderio di lui: la nostra intelligenza lo desidera come
verità, la nostra volontà lo desidera come bene, il nostro cuore lo desidera
come amore. Ma alla base cosa c’è? Una scelta: la scelta di Dio! La mia anima
deve diventare il paradiso di Dio, e non lo diventa se non nella misura in cui
io divento docile, sottomesso, arreso, abbandonato a questo amorosissimo
Signore. E allora tutto si semplifica, tutto diventa lineare. Non si tratta più
di molte cose complicate da capire e da fare, ma si tratta semplicemente di
tenere fissi gli occhi in Dio per scrutarne la luce e la volontà, e abbandonare
a tale luce e a tale volontà tutta la nostra vita. E allora anche il nostro
modo di operare, di agire, poco a poco riuscirà a conciliare le esigenze della
nostra vita terrena con quelli della nostra vita spirituale. È vero che nel
mondo la vita dello spirito non trova facilmente posto; ma è anche vero che
nella misura che noi ci lasciamo prendere dal Signore, impareremo da lui come
conciliare il nostro totale distacco con la fedeltà ai nostri molteplici
doveri; il continuo raccoglimento con l’attenzione alle nostre piccole o grandi
responsabilità; il nostro esclusivo amore per lui e la nostra inesauribile
dedizione a tutti coloro che ci circondano. Questo lo impareremo non sui libri,
attraverso le nozioni, ma attraverso l’intimità col Signore.
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