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Settembre
Bellezza della preghiera vocale, ripetuta
Quando un bambino balbetta, sembra che non dica
niente, ma attraverso il suo balbettio la mamma capisce molte cose. Quando
durante la giornata siamo tirati un po’ di qua e un po’ di là, anche noi
possiamo benissimo balbettare qualcosa; per lo meno avremo aperto le nostre
labbra, che dicono tante parole inutili, per dire queste parole che sono sempre
una lode. Se poi al movimento delle lebbra posiamo accompagnare il nostro pensiero, i nostri sentimenti, tanto meglio; ma alle volte può capitare benissimo
che non ce la facciamo. E allora, pazienza! Offriremo alla Madonna questo
rosario detto così... ciò va detto per tutte le preghiere vocali, soprattutto
per quelle a carattere litanico: il Pater noster, le litanie, i rosari che oggi
sono tanto disprezzati. Dicono: che cosa significa dire una sfilza di Ave Maria
e di Pater noster? Che cosa significa? Significa chiamare il buon Dio col suo
nome e invocare Maria la piena di grazia, il che non è poco. E’ vero che la
nostra intelligenza, può essere un po’ stufa di ripetere sempre le stesse
parole, ma questo è tutto amor proprio, è tutta vanità, orgoglio e nient’altro.
Dobbiamo proprio far tesoro delle preghiere vocali; con esse c’è il vantaggio
che quelle parole formulate sempre con le stesse sillabe, ci lasciano maggiore
libertà per il raccoglimento interiore. E poi, è tanto necessario un po’ di
semplicità nella vita spirituale. Quanti attimi vuoti abbiamo nella nostra
giornata, in cui non possiamo far niente altro che dire un Pater o un’Ave
Maria! Se li sapessimo sfruttare tutti, arriveremmo alla fine della giornata
che ne avremmo detti chissà quanti!
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