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Giugno
Dov’è casa nostra
Nessuno si trova nel mondo come in paradiso, e tutto
questo intrecciarsi di difficoltà, di angustie, di preoccupazioni, di
soprassalti così improvvvisi, è una lezione che il Signore ci dà. Dobbiamo
impararla, perchè non c’è dubbio che la civiltà di oggi, con tutta la sua
superbia e con tutta la sua presunzione, tenta molto l’uomo in questa
direzione, cioè nel fargli credere che adesso, con la civiltà, mettiamo tutto a
posto. Si tende a fare il mondo senza croce, senza patire, senza fame, il mondo
che fa tutto quello che vuole. Di fronte a ciò ecco che il buon cristiano interpreta
le vicende della vita di ogni giorno nella luce della Provvidenza, e apprende
questa prima grande lezione: possiamo farlo bello finchè vogliamo questo mondo,
ma non è casa nostra. “non abbiamo qui una città sicura, ne cerchiamo una
futura”.
Questo sguardo verso l’eternità deve essere più acuto, specialmente in
tempi come i nostri, dobbiamo guardare al paradiso, non per lasciarci prendere
dal pessimismo o dal disfattismo, ma per vedere le cose nella loro vera luce.
Perchè quella è la nostra casa. Siamo di passaggio in questo mondo, stranieri
siamo! Voglia il Signore che lo sentiamo davvero ed ogni giorno di più.
Dobbiamo sentirci così profondamente stranieri in questo mondo da alimentare
sempre la nostra nostalgia del paradiso, il nostro desiderio della vita eterna.
Siamo nel mondo per vivificarlo di questo desiderio e di questa speranza. Ci
sono tanti uomini che si affannano a costruire un illusorio paradiso terrestre;
ma noi dobbiamo essere nel mondo per mantenervi viva la fede, la speranza della
vita eterna. Dobbiamo essere come il fermento che trascina il mondo al di fuori
della sua prigionia e lo porta nella casa del Padre; nel seno del Padre, perché
per questo siamo stati fatti. La storia del mondo non ha altro significato che
questo: è una strada regale attraverso la quale Dio giunge all’uomo e l’uomo
giunge a Dio. Tutto il resto è vanità, illusione, un pugno di polvere, di
vento, che non merita nessuna stretta da parte nostra, tuttavia di tutto ciò ci
dobbiamo servire per desiderare sempre più profondamente il giorno del Signore.
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