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Spiritualità in pillole _ da l'Imitazione di Cristo
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Spiritualità in pillole _ da l'Imitazione di Cristo
marzo 2011
aprile 2011
Maggio 2011
giugno 2011
luglio 2011
agosto 2011
settembre 2011
ottobre 2011
Novembre 2011
dicembre 2011
Tutte le pagine
 
 
 

Pubblichiamo in quest'angolo riservato alle verità della nostra fede cattolica, la rubrica che nel 2011 appare nella Home page del sito, relativa  al pensiero spirituale mensile.

Si è scelta questa collocazione in quanto tra le "Verità della Fede" possiamo ben annoverare  quel patrimonio della nostra spiritualità cristiana che ci aiuta a vivere più pienamente il Vangelo. Consideriamo la spiritualità approfondita dai Santi nel corso dei secoli cristiani,  come l'interpretazione  più valida di tali Verità, fino a formare con esse  quasi un'unica realtà, o comunque una deduzione logicamente conseguente.

I riferimenti sono presi da un testo ormai classico della fede cattolica: L'Imitazione di cristo.Questo libro è stato sin dal Medio evo il nutrimento della spiritualità. E' il libro più letto dopo il Vangelo. Bossuet (1627-1704 - 17° sec.) lo definiva "il quinto Vangelo". "Certo questo libro presenta solo alcune dimensioni della vita cristiana", ci dice Enzo Bianchi della comunità di Bose, e continua "ma oggi può aiutare a ridimensionare in un equilibrio, i valori emergenti quali il pubblico, il politico, il sociale, il comunitario, l'oggettivo con il personale, il soggettivo, l'interiore". Era un libro molto amato anche da Giovanni XXIII, che ancora quindicenne si era proposto di " leggere con attenzione e riflessione un capitolo intero, o almeno una parte del divotissimo libro di Tommaso da Kempis" - (GdA p. 4) - Infatti T. da kempis ne è considerato l'autore anche se molti lo attribuiscono forse più propriamente a G. Gersen, ma è unanime la considerazione che esso provenga da ambiente monastico, più probabilmente quello certosino.

 
 
Febbraio 2011

L’Anima Devota

 

Capitolo XX - “L’amore della solitudine e del silenzio"

1. Cerca il tempo adatto per pensare a te e rifletti frequentemente sui benefici che vengono da Dio. Tralascia ogni cosa umanamente attraente; medita argomenti che ti assicurino una compunzione di spirito…un sufficiente spazio di tempo, adatto per dedicarti a buone meditazioni, lo troverai rinunciando a fare discorsi inutilmente oziosi e ad ascoltare chiacchiere  sugli avvenimenti del giorno… Colui che vuol giungere alla spiritualità interiore, deve, insieme con Gesù, ritirarsi dalla gente. Soltanto chi ama il nascondimento sta in mezzo alla gente senza errare; soltanto chi ama il silenzio parla senza vaneggiare; soltanto chi ama la sottomissione eccelle senza sbagliare; soltanto chi ama obbedire comanda senza sgarrare. … Nel silenzio e nella quiete l’anima devota progredisce e apprende il significato nascosto delle Scritture; …l’anima devota diventa tanto più intima al suo creatore quanto più sta lontana da ogni chiasso mondano. …è cosa migliore starsene appartato a curare il proprio perfezionamento che fare miracoli…alza i tuoi occhi in alto, a Dio, e prega per i tuoi peccati e per le tue mancanze. Lascia le vanità alla gente vana; e tu attendi invece a quello che ti comanda Iddio. Chiudi dietro di te la tua porta, chiama a te Gesù, il tuo diletto, e resta con Lui nella tua stanza; ché una sì grande pace altrove non la troverai”

dal Vangelo secondo Matteo: (6,6-8)
"Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera e,  serratone l'uscio, prega il Padre tuo che sta nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà la ricompensa. Pregando, poi, non sprecate parole come i gentili, i quali credono di essere esauditi per la loro verbosità. Non vi fate simili a loro, poichè il Padre vostro conosce le vostre necessità ancor prima che gliene facciate richiesta".

 

  Leggi anche: Scintille divine - consigliamo di seguire
gli articoli di spiritualità del nostro angolo liturgico
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

 
 

marzo 2011

Da “L’imitazione di Cristo” . cap.XIX

 

La virtù della pazienza

“.. o figlio cessa il tuo lamento, tenendo presenti le sofferenze mie e quelle degli altri santi , “Non hai resistito ancora fino al sangue” (Eb 12,4). Ciò che tu soffri è poca cosa, se ti metti a confronto con coloro che patirono tanto gravemente: così fortemente tentati così pesantemente tribolati, provati in vari modi e messi a dura prova. Occorre dunque che tu rammenti le sofferenze più gravi degli altri, per imparare a sopportare le tue, piccole. Che se piccole non ti sembrano, vedi se anche questo non dipenda dalla tua incapacità di sopportazione. Comunque, siano piccoli o grandi questi mali, fa’ in modo di sopportare tutto pazientemente. Il tuo agire sarà tanto più saggio, e tanto più grande sarà il tuo merito, quanto meglio ti sarai disposto al patire; anzi lo troverai anche più lieve, se, intimamente e praticamente, sarai pronto e sollecito. E non dire: questo non lo posso sopportare; non devo tollerare cose simili da una tale persona…da un altro, non da lui, le tollererei di buon grado... .E’ una stoltezza un simile ragionamento. Esso non tiene conto della virtù della pazienza, né di colui a cui spetta di premiarla; ma tiene conto piuttosto delle persone e delle offese ricevute. Vero paziente non è colui che vuole sopportare soltanto quel che gli sarà sembrato giusto, e da chi gli sarà piaciuto. Vero paziente, invece, è colui che non guarda da quale persona egli venga messo alla prova: se dal suo superiore, oppure da un suo pari, o da un inferiore; se da un uomo buono o santo, oppure da un malvagio, o da persona che non merita nulla. Vero paziente è colui che indifferentemente, da qualunque persona gli venga qualche contrarietà, tutto accetta con animo grato dalla mano di Dio; anzi lo ritiene un vantaggio grande, poiché non c’è cosa, per quanto piccola, purché sopportata per amore di Dio, che passi senza ricompensa presso Dio.”


dalla Sacra Scrittura

 “Le sofferenze del momento presente non hanno un valore proporzionato alla gloria che si manifesterà in noi… (Rm 8, 18)

“ci gloriamo nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce la costanza, la costanza una virtù collaudata, la virtù collaudata la speranza. La speranza, poi, non delude, poiché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo… (Rm 5, 3).

 

 

 


 

 
 
 
 
 
    
 
                                                                            aprile 2011
 
Da "L'Imitazione di Cristo" -  cap. III
 Amare la Croce di Gesù

Oggi, di innamorati del suo regno celeste Gesù ne trova molti; pochi invece ne trova pronti a portare la sua croce. Trova molti desiderosi di consolazione, pochi della tribolazione…..Molti seguono Gesù fino alla distribuzione del pane, pochi fino al momento di bere il calice della passione… Molti amano Iddio fin tanto che non succedono avversità…Invece coloro che amano Gesù per Gesù, non per una consolazione propria, lo benedicono sia nella tribolazione che nell’angustia del cuore. Dove si troverà uno che voglia servire Iddio senza ricompensa? … Perché hai paura di prendere la croce, che è la via per il regno?

 

 Nella croce è
 la salvezza
  la vita
  la difesa dal nemico
  la forza della mente
  la letizia dello spirito
  la virtù e la santità

Prendi dunque la tua croce, e segui Gesù; così entrerai nella vita eterna. Ti ha preceduto lui stesso, portando la sua croce ed è morto in croce per te….

Tutto dipende dalla croce…la sola strada che porti alla vita e alla pace interiore è quella della croce e della mortificazione quotidiana.. Talvolta sarà Dio ad abbandonarti, talaltra sarà il prossimo a metterti a dura prova; più frequentemente sarai tu di peso a te stesso… Dio infatti, vuole che tu impari a soffrire tribolazioni senza consolazione e che ti sottometta interamente a lui facendoti più umile per mezzo della sofferenza…

La croce è sempre pronta e ti aspetta dappertutto, dovunque tu corra non puoi sfuggirla…se porti la croce di buon animo, sarà essa a portarti e a condurti alla meta, dove ogni patimento avrà quella fine che quaggiù non può aversi…se invece la croce la porti contro voglia, essa ti peserà, aggraverai te stesso, e tuttavia la dovrai portare. Se scansi una croce, ne troverai senza dubbio un’altra e forse più grave. Credi forse di poter sfuggire a ciò che nessun mortale poté mai evitare? Sbagli se cerchi qualcos’altro… - ma – non che questo avvenga per forza o capacità umana, ma per la grazia di Cristo, la quale nella nostra fragile carne tanto fa da farle affrontare ed amare con fervore ciò che per natura essa fuggirebbe. .. non è secondo la natura umana portare e amare la croce, castigare il corpo, fuggire gli onori, sopportare lietamente le ingiurie, disprezzare se stesso …Se guardi alle tue forze, non potresti far nulla di tutto questo. Ma se poni la tua fiducia in Dio, ti verrà forza dal cielo, e saranno sottomessi al tuo comando il mondo e la carne.. se vuoi essere amico del Signore ed essergli compagno, bevi avidamente il suo calice. Quanto alle consolazioni, rimettiti a Dio; faccia lui, con queste, come meglio gli piacerà… e magari tu fossi degno di soffrire qualcosa per il nome di Gesù! Quale grande gloria ne trarresti… Sappi per certo di dover condurre una vita che muore; sappi che si progredisce nella vita in Dio quanto più si muore a se stessi.

 

Dalla  Sacra Scrittura:

- At 14,22: “Per entrare nel regno di Dio, occorre passare attraverso molte tribolazioni:
- Luca 9, 23: Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua…
- Lc 24, 26 .46: “Era necessario che il Cristo patisse e risorgesse da morte per entrare nella sua gloria
- Gv 19,17: “Gesù portando la sua croce, uscì verso il luogo detto Cranio, in ebraico Golgota…
- Gv 12, 32: “Quando io sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me…
- Gv 19, 37: “E Guarderanno a colui che hanno trafitto

 

 


 

 

 

 

 

                                                                                Maggio 2011

 

Da l’Imitazione di Cristo – Cap.XXI

Gesù, conforto dell’anima pellegrinante

O anima mia, in ogni cosa e al di sopra di ogni cosa, troverai riposo, sempre, nel Signore, perché lui stesso costituisce la pace dei santi, in eterno. Dammi, dolcissimo e amabilissimo Gesù di trovare quiete in te.

In te,

al di sopra di ogni creatura, di ogni bene e di ogni bellezza;

al di sopra di ogni gloria ed onore, potere e autorità;

al di sopra di tutto il sapere, il più penetrante;

al di sopra di ogni ricchezza e capacità;

al di sopra di ogni letizia e gioia, e di ogni fama e stima degli uomini;

al di sopra di ogni dolcezza, consolazione, speranza o promessa umana;

al di sopra di ogni ambita ricompensa, di ogni dono o favore che, dall’alto tu possa concedere,

al di sopra di ogni motivo di gaudio e di giubilo, che mente umana possa concepire e provare;

infine al di sopra degli Angeli, Arcangeli e di tutte le schiere celesti;

al di sopra delle cose visibili e invisibili, e di tutto ciò che non sia Tu, o Dio mio.

In verità, o Signore mio Dio, tu sei eccellentissimo su ogni cosa;

tu solo sei l’altissimo e l’onnipotente; tu.

 

dalla Sacra Scrittura     

Col 1, 25 ss. : "Per mezzo di Gesù sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra... tutte le cose cono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui... piacque a Dio far abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tute le cose..

S. 45, 3: Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo sulle tue labbra è diffusa la grazia

S. 97, 9: Tu sei, Signore, l'Altissimo su tutta la terra, tu sei l'eccelso 

Lc. 9, 23: "Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde o rovina se stesso?

 

 

 

 


 

 

 

 

 

Giugno 2011
Da l’Imitazione di Cristo – Cap. da I a IV -

 la via della saggezza sta nell’imitare Gesù !

 Cap. I: “Chi segue me non cammina nelle tenebre” (Gv 8,12) – Sono parole di Gesù, le quali ci esortano a imitare la sua vita e la sua condotta, se vogliamo essere veramente illuminati e liberati da ogni cecità interiore. La nostra massima preoccupazione sia quella di meditare sulla vita di Gesù. - … Ma accade che molta gente trae ben scarso desiderio del vangelo dall’averlo anche più volte ascoltato, perché è priva del senso di Cristo. Invece chi vuole comprendere pienamente e gustare le parole di Cristo deve fare in modo che tutta la sua vita si modelli su Cristo…. Non sono le profonde dissertazioni che fanno santo e giusto l’uomo; ma è la vita virtuosa che lo rende caro a Dio. Preferisco sentire nel cuore  il pentimento che saperlo definire.

Cap. II : “I molti discorsi non appagano l’anima; invece una vita buona rinfresca la mente e una coscienza pura dà grande fiducia in Dio. Quanto più grande e più profonda è la tua scienza, tanto più severamente sarai giudicato, proprio partendo da essa; a meno che ancor più grande non sia stata la santità della tua vita

Cap. III “Colui che ascolta la parola eterna si libera dalle molteplici discussioni. Da quella sola parola discendono tutte le cose e tutte le cose proclamano quella sola parola; essa è “il principio” che continua a parlare agli uomini. Nessuno capisce, nessuno giudica rettamente senza quella parola. Soltanto chi sente tutte le cose come una cosa sola, e le porta verso l’unità e le vede tutte nell’unità, può avere tranquillità interiore e abitare in Dio nella pace. O Dio tu che sei la verità stessa, fa che io sia una cosa sola con te, in un amore senza fine. Spesso mi stanco di leggere molte cose, o di ascoltarle: quello che io voglio e desidero sta tutto in te. Tacciano tutti i maestri, tacciano tutte le creature, dinanzi a te: tu solo parlami” ! ...

“Non già che sia una colpa lo studio, e meno ancora la semplice conoscenza delle  cose – la quale è, in se stessa, un bene ed è voluta da Dio - ; ma è sempre cosa migliore una buona conoscenza di sé e una vita virtuosa… ci si preoccupa più della scienza che della santità della vita….Che se la gente mettesse tanta attenzione nell’estirpare i vizi e nel coltivare le virtù, quanta ne mette nel sollevare sottili questioni filosofiche non ci sarebbero tanti mali e tanti scandali tra la gente; e nei conventi non ci sarebbe tanta dissipazione. Per certo, quando sarà giunto il giorno del giudizio, non ci verrà chiesto se abbiamo saputo parlare bene, ma piuttosto se abbiamo saputo vivere devotamente.

Cap. IV “Quanto più uno sarà intimamente umile e soggetto a Dio, tanto più sarà saggio e pacato in ogni cosa.

 

dalla Sacra Scrittura

Rom. 11, 16 e ss.: "se la radice è santa, lo sono anche i rami... - ma - non ti gloriare poiché non sei tu a sostenere la radice, ma è la radice che sostiene te... non ti abbandonare all'orgoglio, ma temi...

 

Rom. 1, 19 e ss: "a quegli uomini che soffocarono la verità nell'ingiustizia ... - diciamo che - l'eterna potenza di Dio e la sua divinità, si rendono visibili all'intelligenza mediante le opere da lui fatte. e così essi sono inescusabili poichè, avendo conosciuto Dio, non lo glorificano come Dio nè gli rendono grazie, ma con ragionamenti divennero vuoti e la loro coscienza si ottenebrò

 

Gv. 8, 23 e ss.: "Voi siete dal basso, io sono dall'alto. voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. per questo vi ho detto: "moritete nei vostri peccati". Se infatti non crederete che Io sono, morirete nei vostri peccati. Gli chiesero allora: Chi sei tu? Gesù rispose loro: Anzitutto, ciò che vi continuo a dire. Molte cose ho da dire di voi e da giudicare, ma colui che mi ha mandato è verace ed io dico al mondo quelle cose che ho udito da lui. ... Quando innalzerete il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, queste cose dico. Colui che mi ha mandato è con me; non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre quello che gli piace.

 

Fil 3, 7: " Per il Cristo ho giudicato una perdita tutti questi miei vantaggi. Anzi li giudico tuttora una perdita a paragone della sublime conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il cui amore ho accettato di perderli tutti, valutandoli rifiuti, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, non con una mia giustizia che viene dalla legge, ma con quella che si ha dalla fede in Cristo, quella giustizia cioè che viene da Dio e si fonda sulla fede.

 

 

 


 

 

 

                                            Luglio 2011

 

Da l’Imitazione di Cristo - La lettura dei libri di devozione

 

Cap. V - Nei libri di devozione si deve ricercare la verità, non la bellezza della forma. Essi vanno letti nello spirito con cui furono scritti; in essi va ricercata l’utilità spirituale, piuttosto che l’eleganza della parola. Perciò dobbiamo leggere anche opere semplici, ma devote, con lo stesso desiderio con cui leggiamo opere dotte profonde. Non lasciarti colpire dal nome dello scrittore, di minore o maggiore risonanza, quel che ci deve indurre alla lettura deve essere il puro amore della verità. Non cercare di sapere chi ha detto una cosa ma bada a ciò che è stato detto. Infatti gli uomini passano, “invece la verità del Signore resta per sempre” (S. 116,2); e Dio ci parla in varie maniere, “senza tener conto delle persone” (1 Pt 1,17). Spesso, quando leggiamo le Scritture, ci è di ostacolo la nostra smania di indagare, perché vogliamo approfondire e discutere là dove non ci sarebbe che da andare avanti in semplicità di spirito. Se vuoi tratte profitto, leggi con animo umile e semplice, con fede. E non aspirare mai alla fama di studioso. Ama interrogare e ascoltare in silenzio la parola dei santi. E non essere indifferente alle parole dei superiori: esse non vengono pronunciate senza ragione.

 

Dalla Sacra Scrittura

Ef 4,15 : “fare la verità nella carità”

Ef: “6, 14: “State saldi avendo ai fianchi la cintura della verità…imbracciando in ogni occasione lo scudo della fede…

Gv. 18, 37: disse Gesù davanti a Pilato: “per questo io sono venuto al mondo, per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”

S. 118, 43: “non sottrarre dalla mia bocca la parola di verità

Gv 14,6: “Io Sono la Via , la Verità, la Vita

Rom. 12, 16: "non aspirate a cose troppo grandi, ma lasciatevi attrarre dalle cose umili

1 Cor. 3, 18: " nessuno si illuda! Se uno pensa di essere sapiente tra di voi in questo mondo, si faccia  stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è follia davanti a Dio

 

 


 

 

 

Agosto 2011

 

Da l’Imitazione di Cristo - L'amore del progresso spirituale

 

Cap. VI: “Ogni qual volta si desidera una cosa contro il volere di Dio, subito si diventa interiormente inquieti”

Cap.XI: “Guardati, dunque, dal basarti troppo su un desiderio concepito senza che io sia stato consultato; affinché tu non abbia a pentirti; affinché non abbia a disgustarti ciò che prima ti era sembrato caro e tanto agognato.

In verità, non ogni moto, pur se ci appare degno di approvazione, va subito favorito; né ogni moto che ci ripugna va respinto fin da principio. Occorre talvolta che tu usi il freno, anche nell’intraprendere e nel desiderare cose buone. Perché il tuo animo potrebbe poi essere distolto da ciò, come cosa eccessiva; o potresti ingenerare scandalo in altri, per essere andato al di là delle regole comuni; o potresti d’un tratto cadere in agitazione perché ti si ostacola. Altra volta, invece, occorre che tu faccia violenza a te stesso, andando virilmente contro l’impulso dei sensi. Occorre che tu non faccia caso a ciò che la carne desidera o non desidera, preoccupandoti piuttosto che essa, pur contro voglia, stia sottomessa allo spirito. Occorre che la carne sia imbrigliata e costretta a stare soggetta, fino a che non sia pronta a tutto; fino a che non sappia accontentarsi lieta di poche e semplici cose, senza esitare di fronte ad alcuna difficoltà.

 

 

Dalla Sacra Scrittura

S. 118, 2: “Beati quelli che osservano i suoi voleri e lo cercano con tutto il cuore

S. 118, 14: “La via dei tuoi voleri è la mia gioia

S. 118, 31: “Ho aderito ai tuoi voleri: fa , Signore, che io non rimanga confuso

S. 143, 10: “Insegnami a fare la tua volontà, perché tu sei il mio Dio

Gal. 5, 17: “la carne ha desideri contrari allo Spirito, e lo Spirito ha desideri contrari alla carne… coloro che appartengono a Cristo Gesù, crocifissero la carne con le sue passioni e i suoi desideri

1 Cor. 6, 15: “non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?

             , 19: “Voi siete tempio dello Spirito Santo

Ef 5, 15: “Considerate scrupolosamente il vostro modo di comportarvi, non da stolti, ma da uomini saggi … non siate sconsiderati, ma cercate di capire quale sia la volontà del Signore…”

 


 

 

 

 

 

Settembre 2011          

 

Da l’Imitazione di Cristo: Cap. IX (Libro III):

Riferire tutto a Dio, ultimo fine
 

“1. ( Parla Dio): O figlio, se veramente desideri farti santo, devo essere io il tuo supremo ed ultimo fine: un fine che renderà puri i tuoi affetti, troppo spesso piegati verso te stesso e verso le creature; ed è male giacché, quando in qualche cosa cerchi te stesso, immediatamente vieni meno ed inaridisci. Tutto devi dunque ricondurre, in primo luogo, a me; perché tutto da me proviene. Considera ogni cosa, come emanata dal sommo bene, e perciò riferisci tutto a me, come alla sua origine. Acqua viva attingono a me, come a fonte viva, l’umile e il grande, il povero e il ricco. …Colui che si mette al mio servizio, con spontaneità e libertà di spirito, riceverà grazie. Invece colui che cerca onore e gloria, non in me, ma altrove; colui che cerca diletto in un bene particolare non godrà di quella gioia vera e duratura che allarga il cuore. Anzi incontrerà molti ostacoli ed angustie.

2. Nulla di ciò che è buono devi ascrivere a te, nessuna capacità devi attribuire ad un mortale. Riconosci, invece, che tutto è di Dio, senza del quale nulla ha l’uomo. Tutto è stato dato da me, tutto voglio riavere; e chiedo con forza che l’uomo me ne sia grato. E’ questa la verità, che mette in fuga ogni inconsistente vanteria. Quando verranno la grazia celeste e il vero amore, allora scompariranno l’invidia e la grettezza del cuore, perché l’amore di Dio vince ogni cosa e irrobustisce le forze dell’anima. Se vuoi essere saggio, poni la tua gioia e la tua speranza soltanto in me. Infatti “nessuno è buono; buono è soltanto Iddio” (Lc 18,19). Sia egli lodato, al di sopra di ogni cosa, e sia in ogni cosa benedetto” –

 

Dalla Sacra Scrittura:

-         “Maestro buono che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?- Gesù gli rispose: perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne Dio” (Lc. 18,19)

-         “Non c’è nessuno  che abbia lasciato casa, moglie, fratelli, genitori e figli per il Regno di Dio, che non riceva molto di più in questo tempo e nel secolo avvenire la vita eterna” (Lc. 18, 29)

-         Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo si eleva sopra la terra, così sono elevate le mie vie sopra le vostre vie ed i miei pensieri sopra i vostri pensieri. Infatti, come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, fecondata e fatta germogliare… così sarà di ogni parola che esce dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver realizzato quanto desidero e compiuto ciò per cui l’avevo mandata- (Is 55, 8-11)

-         E’ bello dar lode al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo, annunziare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la notte….come sono grandi le tue opere, Signore, quanto profondi i tuoi pensieri! L’uomo insensato non intende e lo stolto non capisce…. (S. 92, 2-7)

-         Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo Santo Nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici (S. 103)

-         Beato l’uomo che teme il Signore e trova grande gioia nei suoi comandamenti (S. 112)

-         Lodate il Signore dai cieli… Lodate il Signore dalla terra… perché solo il suo nome è sublime, la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli! (S. 148)

-         Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele….perché hai guardato alla mia miseria, hai conosciuto le mie angosce; non mi hai consegnato nelle mani del nemico, hai guidato al largo i miei passi.. Abbi pietà di me Signore… (S. 31)

 

Leggi anche: Mi hai sedotto Signore - L'esigenza di un culto spirituale personale.

 

 

 


 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                   

                                                                      Ottobre 2011

Da l’Imitazione di Cristo - Libro III, cap. X

 Dolce cosa servire Dio

… E’ forse gran cosa che io serva a te, al quale ogni creatura deve servire? Non già il servirti mi deve sembrare gran cosa; piuttosto mi deve sembrare grande e meraviglioso che tu, unendolo ad eletti tuoi servi, ti degni di accogliere quale servo, uno come me, così misero e privo di meriti.  A Te appartiene chiaramente tutto ciò che io posseggo e con cui ti servo. E invece sei tu che mi servi, più di quanto io non serva te. Ecco, tutto fanno prontamente, secondo il tuo comando, il cielo e la terra, che tu hai creati per servizio dell’uomo. E questo è ancor poco; perché anche gli angeli li hai predisposti per servizio dell’uomo. Ma, al di sopra di tutto ciò, sta il fatto che tu stesso ti sei degnato di servire l’uomo, promettendogli in dono te stesso. E io che darò, in cambio di tutti questi innumerevoli benefici? Potessi stare al tuo servizio tutti i giorni della mia vita; potessi almeno riuscire a servirti degnamente per un solo giorno….

In verità, a te è dovuto ogni servizio, ogni onore e ogni lode, in eterno. In verità tu sei il mio Signore, ed io sono il tuo misero servo, che deve porre al tuo servizio  tutte le sue forze, senza mai stancarsi di cantare le tue lodi. Questo è il mio desiderio, questa è la mia volontà. Degnati tu ti supplire alle mie fragilità.

 

Dalla Sacra Scrittura:

"Una cosa ho chiesto al Signore, questa solo io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita" (S.27)

"Mostrami Signore la tua via, guidami sul retto cammino" (S. 27)

"Sei Tu il mio rifugio, Signore,  sei tu la mia sorte nella terra dei viventi" (S. 142)

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

   Novembre 2011

 

 Da l'Imitazione di Cristo: (cap. XLVII – Libro III)

 

La Vita Eterna

Oh! Se tu vedessi il premio eterno che ricevono i santi in cielo; se tu vedessi di quanta gloria esultano ora, essi che un tempo erano ritenuti spregevoli e quasi immeritevoli di vivere, per certo, ti getteresti subito a terra, preferendo essere inferiore a tutti, piuttosto che eccellere anche su di uno solo; non desidereresti giorni lieti in questa vita, godendo piuttosto delle tribolazioni sopportate per amore di Dio; infine crederesti che il guadagno più grande consiste nell’essere considerato un nulla tra gli uomini.

Oh! Se queste cose avessero un gusto per te e ti scendessero nel profondo del cuore, come oseresti fare anche il più piccolo lamento? Forse che, per la vita eterna, non si deve sopportare ogni tribolazione? Non è cosa di poco conto, perdere o guadagnare il regno di Dio.

Alza , dunque, il tuo sguardo al cielo: eccomi, insieme a tutti i miei santi, i quali sopportarono grandi lotte, nella vita di quaggiù. Ora essi sono nella gioia, ricevono consolazione, stanno nella serenità, nella pace e nel riposo. E resteranno con me nel regno del Padre mio, per sempre.

 

Dalla Sacra Scrittura:

Leggi la parabola del ricco epulone: Lc. 16, 19-31:

“Un giorno il povero – Lazzaro – morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Poi morì anche il ricco e fu sepolto. Finito nell’Ade, tra i tormenti, alzando lo sguardo verso l’alto, vide da lontano Abramo e Lazzaro che era con lui…- e Abramo- rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto la tua parte di beni durante la tua vita e Lazzaro parimenti le sofferenze. Ma adesso lui è consolato, tu invece sei tormentato…

 

Rm 5, 1 ss: “Avendo ricevuto la giustificazione per mezzo della fede… ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio. Non solo, ma  ci gloriamo  perfino nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce la costanza, la costanza una virtù collaudata, la virtù collaudata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo datoci in dono. 

Rm. 8, 18 e ss. : “le sofferenze del tempo presente non hanno un valore proporzionato alla gloria che si manifesterà in noi…

 

Rm. 12, 1 e ss. : “Vi esorto … a offrire i vostri corpi come un sacrificio vivente, santo, gradito a Dio, come vostro culto spirituale. Non uniformatevi alla mentalità del mondo presente, ma trasformatevi continuamente nel rinnovamento della vostra coscienza, in modo che possiate discernere che cosa Dio vuole da voi, cosa è buono, a Lui gradito e perfetto

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 Dicembre 2011

Da l'Imitazione di Cristo - Libro III

La Via della Pace

Cap. XXV “O figlio così ho detto: “io vi lascio la pace; vi dono la mia pace; non quella però che dà il mondo. Tutti tendono alla pace; non tutti pero si preoccupano di ciò che caratterizza la vera pace. La mia pace è con gli umili e i miti di cuore; e la tua pace consisterà nel saper molto sopportare. Se mi ascolterai e seguirai le mie parole, potrai godere di una grande pace. In ogni cosa guarda bene a quello che fai e a quello che dici. Sia questa la sola tua intenzione, essere caro soltanto a me.

Cap. XXVIII "Dove sta la vera pace, dove sta la vera gloria? Non forse in me? Godrà di grande pace chi non desidera di piacere agli altri, né teme di spiacere ad essi. E’ appunto da un tale desiderio, contrario al volere di Dio, e da un tale vano timore, che nascono tutti i turbamenti del cuore e tutte le deviazioni degli affetti.  

Cap. XXX "Vieni a me, quando sei in pena. Quello che pone ostacolo alla celeste consolazione è proprio questo, che troppo tardi tu ti volgi alla preghiera. Infatti, prima di rivolgere a me intense orazioni, tu vai cercando vari sollievi e ti conforti in cose esteriori. Avviene così che nulla ti è di qualche giovamento, fino a che tu non comprenda che sono io la salvezza di chi spera in me, e che, fuori di me, non c’è aiuto efficace, utile consiglio, rimedio durevole.. verrà a te la consolazione, al tempo suo. Aspetta me; aspetta: verrò e ti risanero….

 

Con queste parole di speranza chiudiamo questa lettura di brani dal libro: l’Imitazione di Cristo.

 

 

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò sollievo. Portate su di voi il mio gioco e imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime, perché il mio giogo è soave e il mio carico leggero”. - (Matteo 11, 28)

                           ...la luce vera veniva nel mondo
                                  ...e il Verbo si fece carne e dimorò tra noi... 

 

 
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