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3 - Il Sublime Mistero di Maria - II Parte
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3 - Il Sublime Mistero di Maria - II Parte
II Parte
pagina 3
Sposa, Vergine e Madre
Nel silenzio di Nazareth
Cana
Calvario
Nel giorno di Pasqua
Conclusione
Tutte le pagine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 SINTESI I PARTE

 

 

 

Le Parole legate alla vita di Maria:

- L' Immacolata

- L' Incarnazione

- La Piena di Grazia

- La Credente

- La Vergine

- La Madre

- La Sposa

- L'Obbedienza

- L'Amen

- L'Esultanza

 

 


 
 
 
 
 
 
 
 
LA PRESENZA DI MARIA

 
 
Gli episodi che nei Vangeli parlano di Maria sono pochi. Le parole che di Lei vengono riportate, sono ancora meno. Eppure questi avvenimenti delineano bene la missione e l'identità di quella Fanciulla di Nazareth che divenne la Madre del Salvatore e che si è cercato qui di delineare.
Maria è presente:
- all'Annunciazione a Nazareth
- nel Natale a Betlemme
- nel nascondimento di Nazareth
- a Cana
- al Cenacolo
- al Calvario
- nella Chiesa, nascente
- e nelle  definizioni della Chiesa, infatti:
 

 

 

 

              
             La Chiesa Proclama Maria:

                 1) La Madre di Dio
                    (Efeso 381 - Teotokos)

                 2) La Verginità
                     (Concilio Laterano del 649
                       papa è Martino I)

                 3)  L'Immacolata
                      (Roma 8. 12.1854 - Pio IX)

                  4) L'Assunta
                      (Roma 1.11.1950 - Pio XII)

                  5) La Madre della Chiesa
                (Paolo VI - Solenne allocuzione,
                 Roma, 13 maggio 1967)

 

 
 
 
 
 
 

II PARTE

 

 

 

 

 

LA PRESENZA DI MARIA

NELLA VITA DI GESU’ E DEI SUOI DISCEPOLI

 

 

In questo testo si vuole riflettere un po' più da vicino sulla relazione tra Maria e la Chiesa.

 

Il culto a Maria

 

“La Chiesa non ha inventato nulla di nuovo, quando ha cominciato a magnificare Maria; non è precipitata dalle altezze dell’adorazione dell’unico Dio giù nella lode di un essere umano. Essa fa ciò che deve fare e di cui è stata incaricata fin dall’inizio. … La Chiesa trascura qualcosa di quella che è la sua missione, se non loda Maria. Essa si allontana dalla parola biblica, se in lei viene meno la venerazione di Maria. Allora essa in realtà non onora più neppure Dio nel modo che gli si addice… Come la realtà di un uomo si rivela nella storia della sua vita e nelle relazioni che intesse, così Dio si rende visibile in una storia, in uomini, attraverso i quali la sua natura si rende manifesta, a tal punto che egli in riferimento a loro può essere “denominato”, in loro può essere riconosciuto: il Dio di Abramo, d’Isacco e di Giacobbe. Attraverso la relazione con persone umane, attraverso i volti di persone umane, egli si è manifestato ed ha mostrato il suo volto. Non possiamo, trascurando questi volti, voler avere solo Dio, per così dire nella sua forma pura: questo sarebbe un Dio pensato da noi al posto di quello reale, sarebbe un altezzoso purismo che ritiene i propri pensieri più importanti delle azioni di Dio".

(Card. Ratzinger, “Maria Chiesa nascente”, Ed. San Paolo-Cinisello Balsamo 1998, p. 51,52,53)

Maria è uno di quegli esseri umano a tal punto che noi non possiamo lodare bene Dio se lasciamo da parte il culto e la lode a Maria.

Maria è figura della Chiesa. In lei come nella Chiesa, si realizza l’Inabitazione. In Maria in modo naturale attraverso la generazione fisica di Gesù, nella Chiesa in modo sacramentale attraverso la consacrazione eucaristica che realizza la presenza di Gesù nei secoli.  Maria diviene la vera Arca dell’alleanza, primo Tabernacolo, così è della Chiesa. Entrambe sono realtà “abitate” Entrambe si aprono per divenire “abitabili da Dio”. Il Card. Ratzinger scrive: “E per cos’altro dovrebbe esserci la Chiesa se non per questo, per divenire l’abitazione di Dio nel mondo?”

(card. Ratzinger,p. 55, op. cit.).

Ed ancora egli dice: “Dio non si lega a pietre, ma egli si lega a persone vive. Il “si” di Maria gli apre lo spazio, ove egli può piantare la sua tenda. Maria diviene per lui la tenda, e così ella è l’inizio della santa Chiesa, che a sua volta è anticipo della nuova Gerusalemme”.  E “il messaggio cristiano non è una collezione astratta di tesi   teologiche su Dio ma è l’incontro di Dio con il nostro mondo, con la realtà delle nostre case e della nostra vita”

(card. Ratzinger, p.80 e  82) 

Per il si di Maria “La Parola è divenuta carne ed ha messo la sua tenda fra di noi” (Gv 1,14). La Chiesa e ogni fedele in essa ne fanno memoria e ne perpetuano la presenza operante.

 

 

 


 

 

 

 

 

Sposa, Vergine e Madre

 

Questo mistero operato in  Maria dalla potenza della Grazia di Dio, Le fa esclamare: “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente! " . Solo la potenza di Dio, che è il creatore di questa nostra natura , poteva conciliare verginità e maternità. Significativo, ma veramente tale, è che Dio si scelga per madre, sulla terra, una vergine! Questo rivela la grande stima che il Signore ha della verginità. Gesù stesso la  presenta come profezia del Regno futuro.

-         Nella vita futura (alla risurrezione) non si prenderà più né moglie né  marito (Mt 22,30)

-         E parlando della verginità (eunuchi) afferma: “chi può capire capisca….!” (Mt. 19,12)

 

“Perché il Signore ha voluto che in sua madre la verginità rimanesse intatta? E’ un mistero che ha bisogno non solo di essere creduto, ma anche contemplato, per renderci conto che questa condizione verginale (e consacrata a Lui - ndr) significa per Dio qualcosa di prezioso, tanto da non volerla menomare neanche per una divina maternità”

(card. Ballestrero, “Il Mistero di Maria”, Ed Piemme-Casale Monferrato 1995, p. 23)

 

Come vediamo i pensieri di Dio sulla sessualità sono qualcosa di diverso dalla idea che ne abbiamo noi.  Parlare di verginità o di castità oggi è fuori moda, è retrogrado, ma nella nostra cultura i rapporti uomo- donna sono ridotti alla ricerca dei  soli piaceri terreni, e in generale si ha l’impressione che la stessa relazionalità umana sia malata. Per non parlare poi della “purezza di cuore” che resta sempre una beatitudine importante, tale che  Gesù stesso la indica come condizione per vedere Dio ! Ma oggi non si sente parlare più neppure di purezza. Viviamo nell’epoca dei riduzionismi e dei relativismi.

Maria fu sposa di Giuseppe, il quale fu il custode delle cose più preziose operate da Dio sulla terra e cioè: suo Figlio, che era pur sempre la seconda persona della Trinità, la Madre di suo Figlio attraverso la quale si sarebbero compiuti i progetti del cuore stesso di Dio, e la Verginità della Madre, in quanto stimata da Dio stesso. Anche Giuseppe ebbe bisogno della spiegazione di un Angelo, ma tanto Giuseppe quanto Maria “si sentono dire delle cose impossibili e inverosimili”  alla conoscenza umana. Eppure essi non drammatizzano niente, accolgono nella fede ciò che viene loro annunciato, ma non spiegato. Per capirlo faranno la fatica di tutti, progredendo nel cammino della fede, giorno dopo giorno. La loro risposta e la loro vita fu: la fede! Entrambi obbedirono.  La loro fu veramente l’obbedienza della fede, di cui ne restano il modello per tutti. “Ambedue sono travolti dal mistero di Dio, trascinati in un progetto più grande di loro, che capiscono e non capiscono, ma che accettano di servire in obbedienza e di vivere in fedeltà” 

“La madonna ci aiuti , ci ispiri, ci renda perseveranti in questo credere senza capire …Davanti a noi abbiamo la felicità, la beatitudine di Maria nel credere senza capire, l’obbedienza tranquilla e serena di san Giuseppe che crede senza capire. Che mistero! Come siamo piccoli, meschini e poveri di idee! Come abbiamo l’occhio miope, il cuore tardo e freddo, come abbiamo la mente intorpidita e lenta davanti alle meraviglie di Dio”

( "..." card. Ballestrero, pagg. 26, 27 e 28, op. cit.).

Ostinatamente l’uomo cosiddetto “moderno” vuole guardare solo la bellezza della sessualità umana, e viene così ad autolimitare la visione sulla bellezza in tutti i suoi aspetti. Dio è l’artefice della creaturalità, anche della bellezza sessuale umana, ma non ha creato solo questa. Bisognerebbe esplorare con maggiore profondità l’opera creatrice di Dio, riappropriarci del concetto di natura delle cose, riappropriarci delle verità del nostro essere cristiani, per gustare la bellezza del creato e delle relazioni.   Veramente dovremmo esclamare con il salmo 92,16 : “quanto sono grandi le tue opere, solo lo stolto non le comprende”

 

Ma le opere di Dio non si possono capire tutte insieme, soprattutto l’intelligenza umana ha bisogno di una comprensione progressiva. Maria e Giuseppe, non sono esenti da questo, Maria è pur sempre una creatura umana, anche se privilegiata con grandi doni dalla Provvidenza, ma Lei non lo sa. Anche Maria vive la fede oscura. “la mente umana non può capire, neppure quella illuminata dalla sapienza dello Spirito che ci dà tanta luce quanta basta per credere, ma non tanto quanto ce ne vuole per vedere”

(“…” card. Ballestrero p. 32, op. cit.)

“L’incomprensione di Maria ci fa pensare ai misteri folli che si stanno compiendo, che superano la stessa mente illuminata e limpida della Vergine, rivelando il nascosto disegno di Dio, manifestano la sua potenza. In questa incomprensione la maternità di Maria cresce in dimensione, perché la Madonna custodiva nel suo cuore tutte queste cose che non capiva. Il rapporto tra Maria e Gesù diventa così il rapporto della fede: custodire la parola di Dio, custodire ciò che il Signore fa, ciò che intorno al Signore avviene”.

Tutto questo vale per la Chiesa,e  per ogni singolo fedele. Quante volte anche noi pretendiamo di capire come o forse più di Dio. Maria ci insegna l’umiltà della fede, nel pellegrinare , giorno dopo giorno lungo il percorso della nostra vita, illuminati dalla fioca luce della fede.

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Nel Silenzio di Nazareth e il primo addio

 

“Mentre Gesù cresceva, Maria serviva, nell’assiduità dei giorni, nella fedeltà delle ore, nella veglia delle notti. Vedeva crescere il figlio, lo sentiva suo in una maniera ineffabilmente vera e totale, ma si rendeva conto che non era suo”.

A Nazareth “tutto scorre nell’impotenza del quotidiano. Il tempo passa, nel silenzio, nell’oscurità, anno dopo anno, un tempo durante il quale scompare la presenza di Giuseppe, durante il quale le sollecitudini della madre sono costanti per le molteplici necessità della vita e per gli interrogativi che una fede grande, una speranza viva e un amore ardente accendono nel cuore di Maria. Chi è questo Figlio? Lo sa per il dono della fede, non lo capisce per le vicende della storia…Trent’anni e non succede niente.. questo periodo della vita della Vergine che è pieno di mistero ma vuoto di vicende umane, deve farci pensare ancora una volta alle meraviglie di Dio, per adorarle, ammirarle e proclamarle, ma deve farci pensare anche all’eroismo di una creatura che a questi misteri offre l’olocausto quotidiano della vita, in una perfezione di amore che diventa fede, che diventa speranza, che diventa carità. Dobbiamo riconoscere che nell’essere madre di questo Figlio c’è in Maria una pazienza che sconfina negli abissi della pazienza di Dio…. È la pazienza della fede… La Madonna sa che il Figlio è il soggetto dei disegni di Dio: non conosce i dettagli, ma sa che le profezie si compiranno e lei aspetta, lei crede, lei spera.”

 “L’esperienza spirituale di ogni credente ha molto da imparare da questa fedeltà  di Maria, ha molto da ricevere dalla grazia di questo silenzio tutto dedito alla fedeltà e al servizio, ha molto da essere consolata nel pensare che le opere di Dio si compiono non per la potenza e con i tempi dell’uomo, ma con i tempi di Dio e la potenza del suo Spirito”.

(“…” card. Ballestrero, p. 32 e 34, op. cit.).

 

Ed un giorno arriva l’inizio del compimento delle promesse antiche. Sì, un giorno qualunque, la storia infatti non lo registra, e neppure il vangelo documenta, Gesù se ne va. Lascia sua Madre da sola, uscì di casa, se ne andò per le strade del mondo, a compiere il progetto del suo vero Padre. Per questa "ora" Lui era venuto. Tutto quanto abbiamo meditato ci deve far riflettere a quando vorremmo delle risposte pronte da Dio; quando alla domanda del: che cosa vorrà da me? E al desiderio che ci venga specificato: il come, il dove, il quando, la  vita di Maria a Nazareth ci insegna che tutto troverà una risposta giorno per giorno lungo l’arco della nostra vita. Il padre e Cardinale Ballestrero ci fa riflettere e non importa neppure che il suo discorso sia inizialmente rivolto a dei consacrati, perché esso può  benissimo essere applicato a ogni vero fedele. Egli dice: “Il Signore ha le sue sorprese, ci conduce per strade che lui solo conosce e non è detto che la nostra vita abbia un solo cammino, abbia un solo logico sviluppo. Abbiamo fatto una carriera, ci siamo preparati e attrezzati culturalmente per un ufficio e una responsabilità, ed ecco … crolla tutto ? Non crolla niente! La volontà di Dio si manifesta e bisogna saperla fare, bisogna renderci conto che, come la Madre del Signore, siamo nel mistero della redenzione.

“C’è nella meditazione della vita nascosta della Madonna e del Signore, tanta materia di riflessione per riempire i nostri giorni: quei giorni che sembrano vuoti, quei programmi senza costrutto, quelle occupazioni senza organizzazione, quel dispendio di energie senza prospettive, quegli impegni senza ricompensa, quelle dedizioni che nessuno conosce…”. Spesso ci fidiamo più delle nostre capacità e risorse che non della potenza dello Spirito, senza il quale neanche la maternità di Maria avrebbe potuto reggere. “E’ una maternità , quella di Maria, che nasce dall’ascolto e vive della pazienza delle fede” verso Colui che “della nostra esistenza è l’unico Padre e l’unico Signore”. 

(“…”, card. Ballestrero, p. 32 e 36, op. cit.)

 

 


 

 

 

 

 

 

 

A CANA

 

Potremmo dire che questo è l’incontro di Maria, la Madre,  con la missione del Figlio, di cui Ella ne diventa “la madrina”, permettetemi di usare questo termine, nel senso di tenere a battesimo l’inizio dei miracoli della vita pubblica di Gesù. “Il primo prodigio di Gesù, nota l’evangelista, avviene con l’intervento di Maria che assume così la figura di Madre dei miracoli del Signore.. Nella storia di questo segno, Maria entra non solo come presenza, ma è lei che lo provoca, è lei che lo chiede, è lei che, accorgendosi per  prima con vigile maternità che non c’è più vino, lo riferisce al Figlio”.

La risposta di Gesù è  dura, non è più il figlio obbediente, ora “è il Figlio del Padre che sta parlando , la Madonna capisce, si rende conto che Gesù sta proclamando la sua identità. Senza paura, tranquilla e serena dice ai servi: Fate quello che vi dirà” . Le prime parole pubbliche, annotate, di Maria sono parole di intercessione. Che meraviglia !- A Cana Maria già comincia a realizzare la missione di corredentrice, missione relativa a quella fondamentale di essere diventata la Madre del Figlio di Dio Incarnato.

(“…” card. Ballestrero, p. 38, op. cit.)

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

AL CALVARIO

 

L’ora di Gesù,  quella per la quale era venuto nel mondo, quella del “Servo sofferente”, sta per compiersi, e quella stessa ora diventa per Maria, la Madre, l’ora dei dolori, diventa la Madre desolata, la sua vita diventa un deserto, in cui come Gesù agonizzante sulla Croce  fa anche lei l’esperienza dell’assenza di Dio, del suo atroce silenzio.  Ma anche in quest’ora Maria è presente. Anche in quest’ora la missione corredentrice di Maria si amplia. Non più il figlio amato, quel Figlio di Dio che era tutta la sua esistenza,  ma altri figli le vengono assegnati da amare al posto di quell’Unico. E i nuovi figli che le venivano dati da curare ed amare, come quell’Unico e con l’amore stesso di Dio (secondo l’invito di Gesù al Cenacolo: "amatevi come io vi ho amato”), erano anche la causa delle sofferenze di quell’Unico Figlio tanto amato!  “Cosa provò Maria nel sentirsi dire che suo figlio, d’ora innanzi, sarebbe stato un altro” ?

“La maternità di Maria non termina con la generazione di Gesù, ma ha un’estensione che raggiunge tutta la missione del Figlio e avvolge di maternità tutto il mistero della salvezza. Maria, madre di Dio , è la madre degli uomini salvati. La vita pubblica di Gesù si conclude, così, con questo misterioso scambio, e con questa estensione inimmaginabile di maternità” .

(“…”, card. Ballestrero, p. 39, op. cit).

Al riguardo il Card. Ratzinger  ci dice che: “La Chiesa è più di un popolo, più di una struttura e di una attività: in essa vive il mistero della maternità, e dell’amore sponsale che rende possibile tale maternità” .La Chiesa è femminile, e tutto questo  rimanda ben al di là del sociologico, ci ricorda sempre il card. Ratzinger, ora papa Benedetto XVI. E sotto la croce si compie il mistero della maternità di Maria, si realizza la profezia di Simeone “una spada trafiggerà il tuo cuore”, a questa maternità così particolare, viene chiesta prima “l’accoglienza e la disponibilità”, poi “il lasciare e l’abbandonare”. Il grembo materno di Maria, nell’accogliere tra le sue braccia il Figlio morto, esprime lo stare vicino all’altro, esprime  e manifesta “l’essere-con dell’amore”. “indica nel modo più profondo la capacità dell’essere umano di esistere per l’altro, di accoglierlo, di portarlo in sé e, nel portarlo su di sé, di dargli la vita… In Maria si rende manifesta la passione materna di Dio. Essa è la  “com-passio” di Dio, resa presente in un essere umano che si è lasciato totalmente attirare nel mistero di Dio” .

In questa com-passio, ritroviamo l’eco di quel lontano “gioisci, rallegrati”, dell’annunciazione. Non fu una gioia banale, languida, sentimentale che le fu annunciata. Ma una gioia effettiva che sarebbe passata dal crogiolo della sofferenza, per diventare più pura e più vera, oserei dire: a prova di Dio!

Quella che viene annunciata a Maria “è la vera gioia, che ci dà l’audacia di osare l’esodo dell’amore fin nell’ardente santità di Dio. E’ quella vera gioia, che nella sofferenza non viene distrutta, ma soltanto portata a maturità. Soltanto la gioia che resiste alla sofferenza, ed è più forte della sofferenza è la vera gioia”.

(Card. Ratzinger, op. cit., pagine: 17, 65, 66, 67, 68)

 

 


 

 

 

 

 

 

NEL  GIORNO DI PASQUA  E OLTRE

 

“Solo tu desolata credevi”, recita l’Ora della Madre, questa pia pratica del Sabato santo.  Solo lei credeva in mezzo alla dispersione generale del venerdì santo. Ed osiamo credere che la prima apparizione del Risorto, di quel Figlio amato in quel modo così unico, dall’Immacolata, sia stata riservata proprio a Lei. Come narrano i vangeli apocrifi. Di fatto “in quella prima domenica della storia, la Madonna al sepolcro non va”. Si andrà realizzano ora  il mistero della Inabitazione divina di Gesù nel mondo per opera della grazia sacramentale e Maria sarà  presente, “madrina” anche di questo momento. Ella diventa  la madre della Chiesa. La Chiesa sta nascendo! Con gli apostoli, Maria  attende la venuta dello Spirito Santo, e per lei sarebbe stato il secondo incontro. Attendono là, nel cenacolo, dove era avvenuta quella prima ed unica consacrazione che ogni messa renderà poi presente nel tempo, fino alla fine dei tempi. E' così che Maria e la Chiesa danno insieme  la possibilità a Dio di abitare nel mondo.

Tuttavia tra la risurrezione e la pentecoste, Maria deve vivere un altro addio, che certo deve averla addolorata forse molto più degli apostoli. Gesù se ne va, ritorna al Padre, da cui era venuto.  Anche allora , forse, Maria lo vide uscire di casa, non so da quale, forse dal Cenacolo, certamente la presenza di Maria non viene indicata sul luogo dell’Ascensione. Si salutarono, si dettero un’appuntamento? non lo sappiano né i vangeli lo registrano. Veramente mi viene da pensare che tutta la vita di Maria è stata una attesa piena di speranza, vissuta crescendo anche nell’amore e non solo nella fede, perché mi sembra che a questo suo amore grande, veniva presentato sempre un nuovo traguardo.

 

Maria con la Pentecoste diventa per gli apostoli il punto di riferimento. Maria tiene a battesimo anche la Chiesa nascente. Lì a  Gerusalemme, nel Cenacolo, in preghiera, c’era anche Maria. “Il cenacolo è il santuario della speranza e dell’attesa, il santuario della comunione della Chiesa che nasce, il santuario di una missione che dilagherà nel mondo. E là a garantire la comunione degli animi, l’unanimità nella preghiera, la perseveranza nell’attesa, c’è Maria”.

“Questa perseveranza …illumina ulteriormente il progetto di Dio su di lei e il significato della sua divina maternità. Il Signore la pone nel cuore della storia della salvezza con una funzione materna… che trabocca ovunque  giunge la missione del Figlio attraverso la Chiesa”.

“La madonna è presente nella nostra vita non perché ce la mettiamo noi” ma perché ce la mette Dio additandola alla nostra vita di fede come esempio e riferimento, come per gli apostoli. “Maria è un dono che Dio fa all’umanità; riceverlo vuol dire essere credenti, custodirlo vuol dire essere fedeli, amarlo e viverlo vuol dire rendere feconda la nostra fede e nutrire la nostra carità. Quanto più si vuol essere cristiani quanto più si è segnati da speciali vocazioni, tanto più la presenza della Madonna diventa una componente della vita. … La Madonna non è soltanto veicolo di una grazia salvatrice, ma è anche esempio di come la grazia si accoglie e si rende feconda; esempio di come una fede si vive, di come il dono della fede diventi sapienza del cuore e certezza di vita” .

(“…”, card. Ballestrero, pagg. 43,45, 48, op. cit.)

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Conclusione

 

 

Come conclusione possiamo soltanto aggiungere alcune riflessioni per le nostre esistenze dove anche noi siamo chiamati a vivere il pellegrinaggio della fede. Da Maria impariamo:

-         un cuore che prega

-         un cuore che ascolta

-         un cuore che esulta

-         un cuore che ringrazia

apprendiamo in un certo senso uno stile eucaristico di impostare la nostra vita e la nostra fede. Come ci esorta il papa Giovanni Paolo II nella  lettera apostolica: Mane Nobiscum Domine, al n. 26.   di  vivere il Si, il Grazie e l’Amen,  insito in ogni Eucaristia, ma questo possiamo imparare a farlo  bene se guardiamo  Maria, Donna Eucaristica.

 

Sull’esempio di Maria di Nazareth, impariamo da Lei le virtù:

 

-         del silenzio: Maria è la donna del Silenzio. Di lei si ricordano poche parole. La sua vita “non è mancanza di parola, disattenzione di spirito, ma pienezza di ascolto, di abbandono e di fedeltà” .  Maria non ha parlato molto “questo non vuol dire che non abbia pensato: ha pensato fino allo splendore della contemplazione; questo non vuol dire che non abbia deciso: ha deciso fino all’olocausto dell’obbedienza; questo non vuol dire che non abbia patito: ha patito fino all’agonia della croce".

 

-         della pazienza:  Con Maria impariamo “la pazienza della vita, di una povertà autentica, di una castità inviolata, di una obbedienza immolatrice, la pazienza della fame e della sete, la pazienza della speranza, la pazienza del non capire ma accettare, la pazienza del credere… una pazienza senza lamentele, coraggiosa e forte….” Noi invece  “siamo degli impazienti… vorremmo che la vita fosse scandita dai nostri orari, dai nostri calendari, dai nostri programmi e progetti, e quando qualcosa non quadra si perde la calma, la serenità, la fiducia…La calma serena della Vergine ci insegni la pazienza che rende amabili, che ci aiuta ad accettare noi stessi con semplicità e ad accettare gli altri con benevolenza… la pazienza come viatico della verità e della speranza, come quel lento, tranquillo processo di macerazione interiore che spegne le intemperanze delle passioni e modera le esuberanze dei desideri”. Maria è la Donna della Speranza.

 

 

-         del fervore:  Maria è la Donna del Magnificat. Sa esultare davanti alle meraviglie di Dio, così diverse dai nostri pensieri e dalle nostre soluzioni. Questa esultanza della Madre viene dalla vibrazione della fede, ha la sua sorgente nella intimità con Dio e nell’autentica preghiera. Occorre chiedere a Maria questo fervore dello spirito, affinché Dio sia veramente il centro della nostra vita, e sull’esempio delle virtù di Maria, pieni come Lei della potenza dello Spirito, diventare capaci di testimoniare ad ogni creatura  il Dio dell’amore.

 

-         dell’obbedienza, che resta sempre “la trama della sconvolgente esistenza terrena della Vergine”.

(“…” card. Ballestrero, pagg. 88, 89 e 66, op. cit.)

 

*

 

 

Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce”

(Paolo VI, 24 aprile 1970, Pellegrinaggio Santuario Madonna di Bonaria, Cagliari)

 

A Gesù si va per Maria !

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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