§ - L’Incarnazione e la Piena di grazia
“Volendo Dio misericordiosissimo e sapientissimo compiere la redenzione del mondo, “Quando venne la pienezza dei tempi, mandò il suo Figlio, nato da una donna… per fare di noi dei figli adottivi” (Gal 4,4) Egli per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo e si è incarnato, per opera dello Spirito Santo, da Maria vergine” (N. 52 Cap.VIII - LG)
E Ciò avvenne così:
“Dio mandò l’angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nazareth, ad una vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe della casa di Davide: il nome della vergine era Maria. Entrò da lei e le disse: Salve , piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 26-29)
Queste parole realizzano, a mio parere, il progetto esistente da sempre nel cuore di Dio: fare di Cristo il cuore del mondo. Questa centralità di Cristo sarebbe passata: per l’incarnazione da Maria di Nazareth, dalla stalla di Betlemme, dalla vita nascosta a Nazareth, dal ministero itinerante in Galilea, dal Cenacolo, dal Getsemani, dal Calvario, dal sepolcro, dalla Risurrezione. Attraverso questi luoghi , con gli eventi e le persone ad essi connessi , si è esplicitata effettivamente la volontà dell’amore di Dio per noi. Anche attraverso il consenso operante, delle persone chiamate a collaborare per la realizzazione di questo progetto.
In queste parole che andarono poi a formare la prima parte della preghiera dell’Ave Maria, noi ripetiamo incessantemente, questa volontà salvifica di Dio, ripetiamo gli eventi meravigliosi compiuti da Dio, ridiciamo incessantemente il suo amore per noi !
“Fin dal primo momento la Vergine è stata figlia prediletta di Dio, colmata della vita divina della Trinità , ornata di grazia santificante, dei doni dello Spirito, delle virtù infuse, di tutto quell’apparato della santità soprannaturale che Cristo avrebbe guadagnato all’uomo con la redenzione e la salvezza.
La Vergine è piena di grazia prima di sapere, prima di pensare, prima di rendersi conto di che cosa il Signore voglia da lei. E’ un privilegio preveniente, che prende una creatura e la plasma secondo il progetto di Dio, lasciandola però nella condizione normale di tutte le creature umane. Com’è bello contemplare la Madonna in questa condizione ! Pensiamola: neonata, bambina, fanciulla; è piena di grazia e non lo sa. O lo sa attraverso una soavità interiore che la pervade, attraverso una serenità imperturbabile che la guida….noi sappiamo cosa voglia dire vivere, sappiamo come la nostra natura umana riceva impulsi dalle sue passioni, abbia sentimenti, pensieri, desideri, tutto un dinamismo fecondo che si sviluppa col crescere della persona. Ebbene nella Vergine tutto questo è intriso solo di cielo, di Trinità , di vita eterna. E’ terrena la Vergine, ma anticipa con questa sua interiore e inarrivabile perfezione la condizione ultraterrena…Questa riflessione porta ad un altro pensiero: al peccato originale, a quella inclinazione nativa ad essere a terra, a quel fermento molteplice di passioni aggrovigliate, a quelle vibrazioni dei desideri a livello dello spirito e della carne...a quelle conseguenze tragiche , che annebbiano lo spirito di fronte alla verità , che paralizzano il cuore di fronte alla libertà , che rendono la vita irrequieta e turbolenta, che troppo volte portano a delle vere e proprie colpe e comunque comportano le inclinazioni al male, le oscurità spirituali, e la lentezza ad accogliere le cose invisibili. E il pensiero che la Vergine tutto questo non l’abbia conosciuto è un pensiero che ci consola e ci anticipa come una profezia, quell’itinerario di purificazione e di conversione a cui siamo chiamati”
L’Immacolata Concezione non è solo un privilegio per Maria, ma è la condizione per inserirla nel Ministero della salvezza, è la premessa di una Missione che le verrà chiesta. “E’ un dono chiaramente finalizzato”.
(p. 11 - op. cit. - Ballestrero)
“Dio gratifica la Vergine di questo privilegio perché esso sia in funzione di un servizio… - in questo modo – Dio riserva a sé questa creatura, la fa sua come un tesoro personale, la rende sacra e inviolabile, per cui ella non esiste per se stessa né per gli altri, ma esiste solo per appartenergli… - Ma – Il rapporto finalistico tra l’immacolato concepimento e l’incarnazione non va mai perduto di vista, perché illustra le ragioni di una storia che avrà un seguito nel quale Lei, la Madonna immacolata e piena di grazia, dovrà dare il suo personale contributo al mistero del Verbo incarnato”.
E darlo non solo a nome proprio, ma a nome corporativo, a nome del popolo di Dio, dei redenti, dei quali Lei per privilegio divino è stata la prima.
“Con l’immacolato concepimento la Madonna viene consacrata e il merito di ciò è tutto di Dio, ma da quel momento c’è una risposta che la Vergine nella sua umanità - (inconsapevole, ndr.) - deve dare al Signore e che troverà la sua manifestazione più completa nel Sì alla divina maternità . Separare il privilegio dell’Immacolata Concezione dalla missione della Vergine è sovvertire i progetti di Dio e impedirsi di capire fino in fondo la ricchezza e la fecondità del mistero.”
(p. 12 - op. cit -Â Ballestrero)
“Maria è inseparabile dalla redenzione, da Cristo e dalla sua missione, è inseparabile dalla missione della Chiesa”
“In un mondo nel quale il senso del peccato è quasi scomparso, nel quale il senso del bene è almeno estenuato nel relativismo, nel quale l’inviolata limpidezza dell’esistenza rimane un’utopia, più frutto della superbia che della virtù; in un mondo che non crede più alla purezza della vita, contemplare Maria può essere un viatico per noi, può dare alla nostra vita delle aspirazioni profonde, delle gratitudini senza fine e creare un’intimità con la madonna che poco a poco ci aiuti a configurarci a lei nel seguire Cristo Signore nel suo ritorno al Padre. I doni con cui Dio prepara la Madonna ad essere la sua Madre, sono doni che anticipano tutta l’economia della salvezza che Cristo porterà avanti e di cui noi siamo partecipi” .
(p. 14 - op. cit. - Ballestrero)Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â
(Le citazioni seguenti da: p. 20.23 - p. A. Valentini
Maria nel cammino spirituale
Atti 24^ settimana Mariana Nazionale
Pietralba 1985)
Il titolo “Piena di Grazia” (in greco: Kecharitoméne), dato da Gabriele a Maria “rivela l’intima personalità di lei, la sua spiritualità e la sua missione. L’appellativo non si riferisce ad un momento privilegiato della sua vita , ma qualifica l’intera sua esistenza” ... “La scena dell’Annunciazione, appare grandiosa: Maria di Nazareth, senza perdere nulla della sua personalità individuale, è là davanti al Signore dell’Alleanza a nome di tutto il popolo. Nella sua piccolezza (cfr. gli anawim, biblici! Ndr.) ella si trova improvvisamente a dialogare con il Signore, protagonista assoluto dell’evento, al cospetto dell’angelo Gabriele (potenza di Dio), a nome della carne fragile sorta dalla terra. Terra povera e deserta che impastata dall’acqua e solidificata dal fuoco dello Spirito, produrrà l’Uomo nuovo e con lui la creazione rinnovata.
 Ella è là ,
   come tutte le umili donne d’Israele che nella loro
   debolezza, vedono compiersi i prodigi di Dio.
 Ella è lĂ ,   Â
vergine, per un atto di fede incondizionata. Come Abramo, Maria sta davanti a Dio non per se stessa, ma per il figlio della promessa e per la benedizione di tutte le genti.
 Ella è lĂ ,    Â
come Mosè, l’uomo più umile di tutta la terra, tra Dio e il popolo, nel giorno dell’alleanza.
 Ella è lĂ ,   Â
come i Re e i Profeti, servi ed amici del Signore, a nome di tutto Israele
 Ella è lĂ ,    Â
come la figlia di Sion giĂ sterile e abbandonata, che vede sorgere figli senza numero, la discendenza sterminata che il Signore riconduce entro i suoi confini.
 Ella è lĂ ,    Â
in prima fila tra gli umili e i poveri del Signore in mezzo ai quali spunta la salvezza (cfr. Lg 55)
                  In lei la storia d’Israele attinge il suo vertice e si compie l’attesa messianica. Nella sua esistenza irrompe la gioia dei tempi nuovi ed eccheggia il saluto angelico: Chaire Kecharitomene. (Ave piena di grazia). La missione di Maria si manifesta proprio qui, nel dialogo dell’annunciazione, nel momento in cui ella si proclama serva per essere madre del Signore.
                  La sua risposta in questo momento di estrema importanza e responsabilità non può essere solo personale: ella è una “personalità corporativa” che parla a nome di tutto il popolo fedele. La formula: “Si faccia di me secondo la tua parola”, evoca quella di Esodo 24, e Giosuè 24: più di Mosè e di Giosuè ella “conclude” l’alleanza per i figli d’Israele.
                  L’alleanza del Sinai era con tutto il popolo; la nuova Alleanza è con la casa d’Israele e di Giuda e con ogni uomo, anche con gli schiavi e le schiave. Grazie al suo sì, la benedizione di Dio scende su tutte le genti.
                  L’annunciazione è per Maria come un’investitura messianica: ella viene consacrata dallo Spirito per portare la salvezza al popolo. E come Cristo, generato per opera dello Spirito, inizia e compie la sua missione con la potenza di Dio, Maria partecipa e collabora alla salvezza sotto l’influsso del medesimo Spirito. Ella prende parte alla nascita di Cristo, alla sua rivelazione ai pastori e ai magi, alla sua presentazione al tempio, al primo segno di Cana, alla predicazione del Regno, che accoglie in un cuore buono e sincero; partecipa soprattutto al mistero del Calvario, quando Cristo dona il suo Spirito e nasce l’umanità nuova redenta dal suo sangue.
                  L’effusione dello Spirito di Dio, con potenza, avviene tuttavia nella pentecoste: ivi è presente Maria e non semplicemente come una delle donne. Tra la nascita di Cristo e della Chiesa si dà non solo parallelismo ed esemplarità , ma continuità e sviluppo. In una lettura d’insieme della Scrittura si deve illuminare Atti 1 con Luca 1, ma anche con l’episodio di Cana e l’evento della Croce, in cui Maria ha un compito particolarissimo nella nascita dei credenti, realizzando in tal modo le profezie circa la figlia di Sion. La sua vocazione di serva del Signore e collaboratrice dello Spirito nell’opera di salvezza non è tuttavia conclusa: innalzata alla celeste gloria e totalmente trasformata dallo Spirito del Cristo Risorto, ella è presente nel popolo di Dio e veglia ed intercede per i credenti fino all’ultimo giorno: fino a che non ci saranno cieli nuovi e terra nuova e tutte le cose non siano trasformate ad immagine della gloria di Cristo”
        “Due note in particolare caratterizzano il servizio di Maria: la verginità e la maternità . Il servizio riguarda certamente, com’è noto, un compito, una missione, ma consiste innanzitutto in una adesione personale al Signore. “Così Maria… consacrò totalmente se stessa, quale ancella del Signore, alla persona e all’opera del Figlio “(Lg 56). E’ una adesione al Dio dell’alleanza, che esige “verginità ” nei confronti degli idoli e che conduce ad una maternità straordinariamente feconda. E’ questa la vocazione d’Israele che si compirà nella Chiesa e in Maria quale primizia”
Nota della redattrice: Ero presente quando furono pronunciate queste ultime parole, dal relatore p.Valentini. Ricordo ancora l’eco che provocarono in me, allora giovanissima. Tale eco è rimasto stampato nell’anima mia, che come vedete spesso ritorna a riassaporarne il gusto, lungo il corso delle sue meditazioni personali. Ho voluto condividerle con voi, sempre nella speranza di poter essere utile a qualcuno, nella certezza che le cose belle e vere, non perdono mai il loro fascino, e possono diventare feconde, di tanti ulteriori, inaspettati, sviluppi.