Raissa: la morte di una mistica:
scrive Jacques, Parigi, sabato 27 agosto 1960:
“Verso sera Raissa ripete più volte, con un sorriso raggiante: “sto per morire, sto per morire…”. Poi dice per consolarmi: “scherzo”. E dopo di questo mi dice di aver sognato, qualche giorno fa: “stavo per morire e per fare la mia ascensione”. Ed era ben contenta. “E’ bello, vero, essere con Dio”.
Ebbe dunque la premonizione della sua morte, e lei ne fu consapevole, ma cercò di indorare un po’ la “pillola”, per il suo amato sposo.
Jacques, la morte di un filosofo cristiano
Su insistenza del direttore della sua casa editrice la Fayard, Jacques, novantenne, recatosi a Parigi per consegnare dei manoscritti, acconsente a lasciarsi fotografare un’ultima volta, Jacques sceglie come luogo del servizio l’Orto botanico di Pargi, il luogo dei sui primi incontri con Raissa. Jacques senza preoccuparsi del fotografo che fa il suo lavoro “passeggia lungo un viale del giardino guardandosi tranquillamente intorno, con quel suo sguardo dolce e diritto. In quel momento noi sapevamo, senza alcun bisogno che ce lo dicessimo, che Jacques rendeva grazie a Dio e a Raissa, per quei settant’anni trascorsi da una certa passeggiata in quei medesimi luoghi con la giovane Raissa; essi allora non avevano ancora vent’anni e disperavano di trovare un senso alla parola verità, di potere conoscere il senso profondo della loro esistenza. Tre mesi dopo Jacques passava in pace all’altra vita” (P. Viotto).