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Conversioni celebri - i Maritain - L'anima mistica di Raissa
Indice
Conversioni celebri - i Maritain
lavoro e amicizie
La loro conversione: l'orto botanico
La loro conversione: l'incontro con Léon Bloy
il loro battesimo
Verso una nuova filosofia
L'anima mistica di Raissa
la loro morte
conclusioni
Tutte le pagine
 
 
 
 
 
 
Spiritualità e mistica
 

                              L’anima di Raissa

 (dal suo diario pubblicato postumo dal suo sposo Jacques)

 

“Conoscete la vostra religione, cattolici, conoscete la vostra grandezza….

“Atea preferivo la metafisica perché è la scienza suprema, il coronamento ultimo della ragione, Cattolica, l’amo anche perché permette di accedere alla teologia, di realizzare l’unione armoniosa e feconda della ragione e della fede… non mi bastava vivere, volevo una ragione di vivere e dei principi morali che poggiassero su una conoscenza assolutamente certa….

 

“Se mi disprezzano, devo pensare che è giusto; se mi giudicano male, devo essere convinta che hanno ragione. Però devo essere in pace e contenta, perché ho il diritto, come le altre creature, di stare vicina a Dio… se amo il posto in cui Dio mi ha collocata, ho diritto alla pace, alla gioia, alla contemplazione del mio Dio…non agirò per disprezzo, ma accettando tutto il disprezzo che si può avere per me, cercherò serenamente un rifugio in seno alla Divina Misericordia… Mio Dio non ti domando altro che la carità e l’umiltà… “La beatitudine comincia con l’umiltà” diceva Sant’Agostino

 

“Tu sai, o Creatore di tutte le cose, che cos’è un cuore vivente, un cuore di carne e di sangue in cui cielo e terra si combattono. Tu sai che il cuore dell’uomo che ti cerca deve, per trovarti, soffrire, morire mille morti

 

“c’è anche un compimento della Passione che non può essere realizzato se non da creature fallibili, ed è la lotta contro la caduta, contro l’attrattiva di questo mondo come tale, contro la seduzione di tanti peccati che rappresentano la felicità umana. Questo dono, Gesù non lo poteva fare al Padre; noi soli lo possiamo. In questo c’è un modo di riscattare il mondo, e di patire, il quale non è accessibile che ai peccatori. Rinunziando ai beni di questo mondo che in alcuni casi il peccato ci avrebbe procurati, offrendo a Dio la nostra beatitudine umana e temporale, noi gli diamo l’equivalente proporzionale di quanto Egli ci dà, perché gli diamo il nostro tutto, l’obolo della povera vedova del vangelo (n. 53)

 

“24.11.1934- Orazione terribile. Dio mi domanda più della vita: accettare la morte vivente, il deserto della vita. E’ più che donare la propria anima. Amaritudo amarissima (n. 51)

 

Una sua preghiera . “Mio Dio il mio cuore sia puro, la mia intenzione sia retta, il mio corpo sia casto. Mio Dio, nessuno abbia a soffrire per colpa mia, la tua Verità m’illumini, la tua Volontà sia fatta. Amen”

 

 

 


 
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