Una riflessione e ricerca personale
della redattrice del sito
IL CONFORTO DELLE INDULGENZE
Attingete a piene mani dal tesoro che la Chiesa ci mette a
disposizione nell’esercizio del nostro essere cristiani, accostatevi alla
conoscenza delle indulgenze e farete l’esperienza di come la Chiesa sia vera madre di
misericordia. Le indulgenze, se correttamente praticate, avvicinano il fedele
al vero spirito cristiano, al vero spirito della fede e alla preghiera profonda
e continua.
La
Penitenzieria
Apostolica
(Ufficio del Vaticano che elargisce le indulgenze) “in armonia con le
intenzioni del Santo Padre, formula il voto che i fedeli, animati
dall’insegnamento e dalla sollecitudine pastorale dei loro vescovi, a gloria
della divina augustissima TrinitĂ , con intimo senso religioso, profittino delle
sacre indulgenze per accrescere la loro pietà ”
(dal Decreto sulle Indulgenze- 16.7.1999)
Il Papa Paolo VI, a questo proposito diceva:
“Le indulgenze non costituiscono un espediente facile per evitare
la necessaria penitenza dei peccati, ma offrono piuttosto un conforto,
che i singoli fedeli, umilmente consci della loro debolezza, trovano nel corpo
mistico di Cristo, il quale coopera alla loro conversione con la caritĂ , con
l’esempio e con la preghiera”
*
La
mia attenzione si è fermata su quella sorgente di infinita misericordia che
scaturisce dalle Indulgenze della Chiesa nostra Madre nella fede, e che Essa
mette nelle mani dei fedeli. Una Chiesa Misericordiosa a imitazione del suo Maestro.
Il percorso della scoperta è stato molto breve. Dietro alcuni santini, un po’
antichi, oltre alla preghiera leggevo spesso l’indicazione dei giorni di
indulgenza assegnati a quella preghiera. Ho anche scoperto che alcune erano
particolarmente ricche di giorni, e questo mi ha commosso. Mi sono detta che noi
vediamo troppo spesso, sfortunatamente, la Chiesa come una dispensatrice di leggi, dottrine,
comandamenti da rispettare, ma non la consideriamo abbastanza, e forse per
qualcuno quasi mai, come elargitrice di
una infinita misericordia. Ripetere una preghiera una volta al giorno, o una
giaculatoria piĂą volte al giorno, per rimanere in contatto costante con il
Signore GesĂą Cristo nostro Salvatore, oltre che una educazione allo spirito
della preghiera e alla preghiera continua, è fonte anche di tantissime grazie. Così
sono voluta andare un pochino piĂą a fondo su questo argomento ed ho cominciato
a sfogliare, l’Indulgenziario attuale , ed ho scoperto che non c’è una
preghiera della Chiesa o pia pratica o celebrazione liturgica, che non sia
arricchita da indulgenza. Il nuovo testo ha cambiato un po’ la forma
al concetto di indulgenza, ma, nel contempo, lo ha reso forse anche piĂą
ampio, infatti, l’indulgenza non viene più indicata in giorni, come si faceva
fino all’epoca pre-Conciliare (Vaticano II), si parla, invece, di indulgenza
come parziale e plenaria, a seconda che liberi in parte o in tutto dalla pena
temporale dovuta per il peccato commesso (cfr n. 2- norme - Manuale delle
indulgenze 1999). Io ho visto in questo il segno che la Chiesa vuole la salvezza
dei suoi Figli che sono anche i Figli di Dio, vuole cioè la nostra salvezza, e
ottenerla non è poi così difficile. Ma come sempre le cose bisogna volerle
conoscere, bisogna apprezzarle, bisogna metterle in pratica. Il nostro Dio
ricco di Misericordia non lascia senza ricompensa e frutto ogni nostro gesto
verso di Lui, per quanto piccolo, tale gesto, possa apparire, ai nostri occhi.
Consiglio proprio ai cristiani la lettura del “Manuale delle Indulgenze”, credo
che molti faranno sorprendenti scoperte sulla pratica cristiana.
Questo
documento non ha variato i principi regolatori della disciplina delle
indulgenze, ma ha riespresso alcune norme particolari alla luce dei documenti
emanati in questo tempo dalla Sede Apostolica (1968-1999).
Nella
Storia della Chiesa le Indulgenze sono state sempre in uso, anche se c’è stato
un periodo burrascoso a proposito di esse. Oggi l’Indulgenza non è più “a
pagamento”, come nel Medioevo, tuttavia
la maggior parte della gente forse non sa neppure che esse esistono. Forse
perché manca un’adeguata catechesi e informazione su di esse e sul loro
utilizzo. Sono gratuite, ma poco utilizzate. Le indulgenze restano, comunque,
sempre all’interno di una economia ma, per essere precisi, dell’Economia della
Grazia. Per “acquistarle” basta un po’ di buona volontà e “… l’esclusione di
qualsiasi affetto al peccato anche veniale, è necessario eseguire l’opera
indulgenziata e adempiere le tre condizioni: confessione sacramentale,
comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzione del Sommo Pontefice”
(Cfr. n. 20 Manuale delle Indulgenze)
Concetto di indulgenza:
Cos’è
una indulgenza? Perché è importante usufruirne?
Come
concetto essa è collegata alla Penitenza. Durante la Confessione dei propri
peccati si ottiene il Perdono, ma resta sempre al peccatore “la pena” da
scontare. Ora l’Indulgenza lava, toglie via, annulla, anche la pena da scontare
in Purgatorio. La condizione
fondamentale per ottenere tale beneficio è l’essere veramente pentiti, cioè
avere un completo distacco dal peccato anche da quello veniale. Molte
indulgenze possono essere applicate anche per i defunti. Guardate quale ampio
raggio prende la Grazia
della Chiesa!
Quindi,
ripeto, per indulgenza viene significata la remissione parziale o totale delle
pene maturate con i peccati anche se giĂ perdonati da Dio con la confessione.
Dunque la confessione è necessaria.
L'indulgenza
applicata ai defunti, aiuta la loro purificazione in Purgatorio. Questo scambio
di benefici tra vivi e defunti rientra nell’ambito della comunione dei santi,
perché anche le anime del Purgatorio sono sante, e tutti siamo partecipi
dell’unica Chiesa del Cristo: la pellegrinante (noi), la purgante e la trionfante. Così le preghiere e
le opere di bontĂ che tutti noi possiamo fare, valgono per tutti gli uomini,
per tutte le anime (anche di quelle dei non cristiani, o degli atei). Veramente
la Preghiera
è l’”arma” del cristiano per sollevare , insieme a Cristo, il mondo e salvarlo.
Vi
riporto ora alcuni testi al riguardo:
Catechismo Chiesa Cattolica.
– Le pene del peccato
n. 1472: “ Per comprendere questa dottrina e
questa pratica della Chiesa bisogna tener presente che il peccato ha una
duplice conseguenza. Il peccato grave ci priva della comunione con Dio e perciò
ci rende incapaci di conseguire la vita eterna, la cui privazione è chiamata la
“pena eterna” del peccato. D’altra parte, ogni peccato anche veniale, provoca
un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia
quaggiĂą, sia dopo la morte, nello stato chiamato Purgatorio. Tale purificazione
libera dalla cosiddetta “pena temporale” del peccato. Queste due pene non
devono essere concepite come una specie di vendetta, che Dio infligge
dall’esterno, bensì come derivanti dalla natura stessa del peccato. Una
conversione, che procede da una fervente carità , può arrivare alla totale
purificazione del peccatore, così che non sussista più alcuna pena
n.
1473: “Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio
comportano la remissione delle pene eterne del peccato. Rimangono, tuttavia, le
pene temporali del peccato. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando
pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno,
affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene
temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e
di caritĂ , come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a
spogliarsi completamente dell’ “uomo vecchio” e a rivestire “l’uomo nuovo”.
n.
1478: “L’indulgenza si ottiene mediante la Chiesa che, in virtù del potere di legare e di
sciogliere accordatole da GesĂą Cristo, interviene a favore di un cristiano e
gli dischiude il tesoro dei meriti di
Cristo e dei santi perché ottenga dal Padre delle misericordie la
remissione delle pene temporali dovute per i suoi peccati. Così la Chiesa non vuole soltanto
venire in aiuto a questo cristiano, ma anche spingerlo a compiere opere di
pietà , di penitenza e di carità ”
n.
1479: “Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch’essi membri
della medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l’altro,
ottenendo per loro delle indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene
temporali dovute per i loro peccati”
Ricordando
sempre che:
n.
1488: “Agli occhi della fede, nessun male è più grave del peccato, e niente ha
conseguenze peggiori per gli stessi
peccatori, per la Chiesa
e per il mondo intero”
Dal
Manuale delle Indulgenze (quarta edizione - 1999 – dell’Enchiridion
indulgentiarum del 29.6.1968 di Papa Paolo VI)
Dal Decreto
“I
meriti di infinito valore di GesĂą, Divino Redentore del genere umano, e quelli
da essi derivati in sovrabbondanza della Beatissima Vergine Maria e di tutti i
Santi, che costituiscono l’indefettibile tesoro della Chiesa di Cristo, a
questa sono stati affidati affinché siano applicati in remissione dei peccati e
delle conseguenze dei peccati, in virtĂą della potestĂ di legare e di sciogliere
che lo stesso Istitutore della Chiesa ha conferito a Pietro ed agli altri
Apostoli e per loro tramite ai loro successori, i Sommi Pontefici e i Vescovi.
Tale remissione si attua innanzi tutto, e di necessitĂ se si tratta di peccati
mortali, mediante il Sacramento della Riconciliazione.
Si
deve però considerare che, anche se è stata perdonata la colpa mortale, e per
necessaria connessione la pena eterna, che quella merita, e anche se è stato
rimesso il peccato leggero, comunemente detto veniale, il peccatore perdonato
può avere bisogno di ulteriore purificazione, e cioè può essere meritevole
ancora di una pena temporale, da soddisfare o nel corso della vita terrena o
nell’altra vita mediante il Purgatorio. Dal mirabile tesoro della Chiesa, prima
ricordato, fluisce l’indulgenza , che sostituisce, eliminandola, quella pena
temporale”
Il
Manuale elenca nel Proemio, quattro concessioni di carattere generale, prima di
passare alle singole pratiche indulgenziate. Tali concessioni riguardano:
1- Si concede l’indulgenza parziale al fedele
che, nel compiere i suoi doveri e nel sopportare le avversitĂ della vita,
innalza con umile fiducia l’animo a Dio, aggiungendo, anche solo mentalmente,
una pia invocazione.
2
– Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, con spirito di fede e con
animo misericordioso, pone se stesso o i suoi beni a servizio dei fratelli che
si trovano in necessitĂ
3
– Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, in spirito di penitenza, si
priva spontaneamente e con suo sacrificio di qualche cosa lecita (digiuno)
4
– Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, in particolari circostanze
della vita quotidiana, rende spontaneamente aperta testimonianza di fede
davanti agli altri
Dal
documento:
Costituzione
Apostolica: Indulgentiarum Doctrina, di Papa Paolo VI, del 1.1.1967
“7.- La convinzione esistente nella Chiesa che i
Pastori del gregge del Signore potessero liberare i singoli fedeli da ciò che
restava dei peccati con l’applicazione dei meriti di Cristo e dei Santi,
lentamente nel corso dei secoli, sotto l’influsso dello Spirito Santo, continuo
animatore del popolo di Dio, portò all’uso delle indulgenze, con il quale si
realizzò un progresso nella stessa dottrina e nella disciplina della Chiesa,
non un mutamento, e dal fondamento della rivelazione è stato tratto un nuovo
bene ad utilitĂ dei fedeli e di tutta la Chiesa.
L’uso delle indulgenze, propagatosi un po’ alla volta, allora
soprattutto divenne nella storia della Chiesa un fatto molto evidente quando i
Romani Pontefici decretarono che alcune opere piĂą convenienti al bene comune
della Chiesa “potessero sostituire tutta la penitenza” (Concilio di Clermont, can, 2), e ai fedeli “veramente
pentiti e confessati dei loro peccati” e che avessero compiuto tali opere
concedevano “per la misericordia di Dio onnipotente…, confidando nei meriti e
nell’autorità degli Apostoli”, “usando la pienezza della potestà apostolica”, “il
perdono non soltanto pieno ed abbondante, ma anche pienissimo dei loro peccati”
(Bonifacio VIII Bolla Antiquorum habet)
L’Unigenito
Figlio di Dio, infatti, … ha procurato un tesoro alla Chiesa militante e lo ha
affidato al beato Pietro, clavigero del Cielo, e ai successori di lui, suoi
vicari in terra, perché lo dispensassero ai fedeli per la loro salvezza e, per
ragionevoli cause, lo applicassero misericordiosamente a quanti si fossero
pentiti e avessero confessato i loro peccati, talvolta rimettendo in maniera
totale e tal’altra in maniera parziale la pena temporale dovuta per i peccati,
sia in modo generale che particolare (come giudicavano opportuno nel Signore).
Si sa che di questo tesoro costituiscono un accrescimento ulteriore anche i
meriti della beata Madre di Dio e di tutti gli eletti” (Clemente VI Bolla del
Giubileo)
8.-
Detta remissione di pena temporale
dovuta per i peccati, giĂ rimessi per quanto riguarda la colpa, con termine
proprio è stata chiamata “indulgenza” (Leone X, Decreto Cum postquam). Essa
conviene in parte con gli altri mezzi o vie destinate ad eliminare ciò che
rimane del peccato, ma nello stesso tempo si distingue chiaramente da essi.
Nell’Indulgenza , infatti, la
Chiesa, facendo uso del suo potere di ministra della
redenzione di Cristo Signore, non soltanto prega, ma con intervento
autoritativo dispensa al fedele debitamente disposto il tesoro delle
soddisfazioni di Cristo e dei Santi in ordine alla remissione della pena
temporale. Il fine che l’Autorità ecclesiastica si propone nella elargizione
delle indulgenze, è non solo di aiutare i fedeli a scontare le pene del
peccato, ma anche di spingere gli stessi a compiere opere di pietĂ , di
penitenza e di carità , specialmente quelle che giovano all’incremento della
fede e al bene comune. Se poi i fedeli offrono le indulgenze in suffragio dei
defunti, coltivano in maniera eccellente la caritĂ e, mentre elevano la mente
al cielo, ordinano piĂą saggiamente le cose terrene. Il Magistero della Chiesa
ha difeso ed esposto questa dottrina in vari documenti: Purtroppo nell’uso
delle indulgenze si infiltrarono talvolta degli abusi, e perché a causa di
concessioni non opportune e superflue veniva avvilito il potere delle chiavi e
la soddisfazione penitenziale veniva indebolita, e perché a causa di “illeciti
profitti” veniva infamato il nome di indulgenza. Ma la Chiesa, biasimando e
correggendo tali abusi, “insegna e stabilisce che l’uso delle indulgenze deve
essere conservato perché sommamente salutare al popolo cristiano e
autorevolmente approvato da sacri Concili, mentre condanna quanti asseriscono
la inutilitĂ delle indulgenze e negano il potere esistente nella Chiesa di
concederle.
9.-
La Chiesa pertanto anche ai giorni nostri invita
tutti i suoi figli a ben ponderare e riflettere quanto l’uso delle indulgenze
sia di giovamento alla vita dei suoi figli, anzi, di tutta la societĂ
cristiana. L’uso salutare delle indulgenze, tanto per ricordare le cose più
importanti, insegna in primo luogo quanto sia “triste e amaro l’aver
abbandonato il Signore Iddio”. I fedeli, infatti, quando acquistano le
indulgenze, comprendono che con le proprie forze non sarebbero capaci di
riparare al male, che con il peccato hanno arrecato a se stessi e a tutta la
comunità , e perciò sono stimolati ad atti salutari di umiltà . Inoltre l’uso
delle indulgenze ci dice quanto intimamente siamo uniti in Cristo gli uni con
gli altri e quanto la vita soprannaturale di ciascuno possa giovare agli altri,
affinché anche questi più facilmente e più intimamente possano essere uniti al
Padre. Pertanto l’uso delle indulgenze eccita efficacemente alla carità e la fa
esercitare in modo eminente, allorché viene offerto un aiuto ai fratelli che
dormono in Cristo”
Piccolo
elenco di alcune pratiche indulgenziate
parziali
Adoro
te devote
A
te o beato Giuseppe
Akathistos
Anima
di Cristo
Confesso
Credo
De
profundis
Eccomi
o mio amato e buon GesĂą
GesĂą
dolcissimo
Eterno
riposo
Litanie
Magnificat
Novene
Regina
Cieli
Ricordati
o piissima Vergine Maria
Rosario
Mariano
Salve
Regina
Sotto
la tua protezione
Tantum
ergo
Te
Deum
Vieni
Santo Spirito
Vieni
Spirito Creatore
plenarie
Adorazione
eucaristica, per almeno mezz’ora
Lettura
o ascolto della Sacra Scrittura per almeno mezz’ora
Via
Crucis
Rosario
mariano
Visita
in forma di pellegrinaggio alle Basiliche Patriarcali di Roma
Indicazione
bibliografica:
Manuale
delle Indulgenze – Libreria editrice Vaticana – IV Ed. 1999