Home I Santi Storie di Santi Conversioni celebri - i Maritain - La loro conversione: l'orto botanico
Conversioni celebri - i Maritain - La loro conversione: l'orto botanico
Indice
Conversioni celebri - i Maritain
lavoro e amicizie
La loro conversione: l'orto botanico
La loro conversione: l'incontro con Léon Bloy
il loro battesimo
Verso una nuova filosofia
L'anima mistica di Raissa
la loro morte
conclusioni
Tutte le pagine

 

 

 

 

 

 

 

 

Storia della loro conversione

(raccontata da  Raissa, nel suo libro autobiografico: I grandi amici)

 

Scelte di vita all’Orto botanico, poco meno che ventenni

 

“Durante un pomeriggio d’estate passeggiavamo, Jacques ed io, nell’orto botanico…tanto caro ai parigini della riva sinistra… Ci piaceva andarci dopo i corsi (ndr.- di filosofia che li rendeva sempre più tristi e inquieti), quando io ritornavo a casa a piedi dalla Sorbona; e come tutti coloro che avevano l’abitudine di passeggiare per quel giardino, anche noi eravamo amici delle bestie innocenti, alle quali si può far piacere con un po’ di pane. Ma in quel giorno passavamo senza guardare gli orsi e senza neppure sentire le foche; decisamente non eravamo felici, eravamo invece molto infelici. Avevamo appena esaminato ciò che ci avevano  portato due o tre anni di studio  alla Sorbona; senza dubbio un bagaglio importante di conoscenze scientifiche e filosofiche, ma quelle conoscenze erano minate alla loro base dal relativismo degli scienziati, dallo scetticismo dei filosofi… eravamo con tutta la nostra generazione , le loro vittime. … quest’angoscia metafisica che penetra alle sorgenti del desiderio di vivere, è capace di divenire una disperazione totale e di sfociare nel suicidio. … ci eravamo appena detti, quel giorno che, se la nostra natura era così disgraziata da possedere soltanto una pseudo-intelligenza, capace di giungere a tutto salvo che alla verità…. Allora tutto diventava assurdo e inaccettabile. Non possiamo vivere secondo i pregiudizi, buoni o cattivi; abbiamo bisogno di misurare la giustizia ed il valore: ma secondo quale misura? Dov’è la misura di tutte le cose?. Desidero sapere se l’esistenza è un accidente , un beneficio o una sventura. Disprezzo la rassegnazione e la rinuncia dell’intelligenza di cui abbiamo tanti esempi intorno a noi…. Se dobbiamo rinunciare a trovare un senso qualunque alla parola verità, alla distinzione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto, non è più possibile vivere umanamente. Non volevo saperne di una tale commedia; avrei accettato una vita dolorosa,(ndr- come poi effettivamente fu!), ma non una vita assurda…e anche Jacques, ora, si trovava disperato come me… questa vita che non ho scelta, non voglio più viverla in queste tenebre. Perché la commedia è tragica: si recita su un teatro di lacrime e sangue. La nostra perfetta intesa, la nostra felicità, tutta la dolcezza del mondo, tutta l’arte degli uomini non potevano farci ammettere senza ragione, la miseria, l’infelicità, la cattiveria degli uomini. O la giustificazione del mondo era possibile o la vita non valeva la pena di un istante di attenzione… in nessun caso lo stato delle cose è accettabile senza una luce vera sull’esistenza. Se tale luce è impossibile, anche l’esistenza è impossibile e non vale la pena viverla….

Se… se… andavamo aggiungendo tristi strofe di quel canto della nostra amarezza, ma vi era sempre quel condizionale nella nostra anima… prima di lasciare l’orto botanico prendemmo una decisione solenne: quella di guardare in faccia, e fino alle ultime conseguenze, per ciò che era in nostro potere, i dati dell’universo infelice e crudele, di cui la filosofia dello scetticismo e del relativismo era l’unica luce. Non volevamo accettare  alcuna maschera, dei grandi uomini addormentati nella loro falsa sicurezza…. Non volevamo considerare che, dato che la Sorbona aveva parlato, tutto era stato detto… Decidemmo dunque di serbare fiducia all’incognito ancora per qualche tempo; stavamo per far credito all’esistenza , nella speranza che al nostro appello il senso della vita si sarebbe svelato, che nuovi valori si sarebbero rivelati tanto da trascinare la nostra adesione, liberandoci dall’incubo di un mondo sinistro e inutile. E che se quell’esperienza non fosse riuscita, la soluzione sarebbe stata il suicidio… Volevamo morire con un libero rifiuto,se non era possibile vivere secondo la verità… Questa filosofia della verità, questa verità ardentemente cercata, così invincibilmente creduta, era ancora per noi una specie di Dio sconosciuto; le riservavamo un altare nel nostro cuore, l’amavamo ardentemente senza conoscerla. Ma non sapevamo ciò che essa sarebbe stata, per quale via, con quali mezzi poteva essere raggiunta…"

 Certamente la filosofia di Bergson li aiutò in questi primi momenti della loro giovinezza e della loro ricerca ma ciò che fu fondamentale per dare una svolta decisiva alla  storia delle loro vite fu l’incontro con il romanziere Lèon Bloy, che allo stesso tempo ha permesso loro l’incontro con la Fede cattolica e la Verità, da loro tanto  “intuitivamente” cercata. Nel frattempo si sposarono. Ma ecco come avvenne l’incontro più decisivo della loro vita

 

 



 
© Copyright 2024/2025 - EssereCristiani.com - Tutti i diritti riservati
Realizzazione CMS

Banner