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Conversioni celebri - i Maritain - lavoro e amicizie
Indice
Conversioni celebri - i Maritain
lavoro e amicizie
La loro conversione: l'orto botanico
La loro conversione: l'incontro con Léon Bloy
il loro battesimo
Verso una nuova filosofia
L'anima mistica di Raissa
la loro morte
conclusioni
Tutte le pagine

 

 

 


 Notizie sulle loro amicizie e sul loro lavoro

 

Dal 1923 al 1939, vivono a Meudon, nei pressi di Parigi. Sono gli anni delle grandi amicizie .

 

Dal 1939 al 1944, Raïssa è costretta dagli sviluppi bellici e dalle sue origini giudaiche, prima a trasferirsi negli Stati Uniti con Jacques, poi a stabilirvisi. Sono gli anni dell’amicizia con Marc Chagall. Raïssa si occupa di poesia, contemplazione mistica, arte. Al termine della guerra, Jacques è nominato ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Raïssa segue il marito in questa nuova avventura. Nasce l’amicizia con mons. Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI. Nel 1949, i Maritain lasciano il Vaticano, dopo le dimissioni di Jacques dall’incarico, e tornano negli Stati Uniti, a Princeton (NJ). Raïssa è sempre al fianco del marito e si occupa di filosofia e critica dell’arte, poesia, liturgia.

Durante una vacanza in Francia, nel settembre 1960 Raïssa è colpita da emorragia cerebrale. Assistita da Jacques, muore il 4 novembre dello stesso anno. Le esequie vengono celebrate a Parigi. La salma è inumata a Kolbsheim, in Alsazia, dove dal 1973 riposano anche le spoglie mortali di Jacques.

 

Il pensiero di Raissa

 Pur essendosi occupata anche di spiritualità e di estetica, Raïssa è stata soprattutto una poetessa. La sua è una poesia che si può definire “mistica”: l’intimità di Raïssa con il divino è la vera base della sua esperienza poetica, anche quando le sue poesie sembrano non dire nulla di preciso su Dio. La sua poesia esprime le profondità del suo rapporto con Dio, ponendo i suoi versi sulla linea di autori come Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce – che non a caso furono fra i maestri di spiritualità più amati dai Maritain. Certo, questa esperienza è resa singolare dal fatto che Raïssa visse nel mondo e non nella solitudine claustrale. La testimonianza dell’intera sua vita fu infatti quella della presenza amorevole che si fa prossima alle esistenze, alle storie personali, alla storia stessa dell’umanità ferita.

 

I grandi amici

L’attenzione alle persone accompagna l’intera esistenza di Raïssa e di Jacques. La loro casa è un vero e proprio centro culturale frequentato da filosofi (tra gli altri, Étienne Gilson, Yves René Simon, Henri-Irénée Marrou, Nicolaj Berdjaev) e teologi (tra cui Réginald Garrigou-Lagrange, Jacques Froissard, Thomas Merton, Charles Journet, Maurice Zundel), scrittori e poeti (Paul Claudel, Georges Bernanos, François Mauriac, Jean Cocteau, Max Jacob, Pierre Reverdy, Allen Tate, per citarne alcuni), pittori (come Georges Rouault, Marc Chagall, Gino Severini, Tullio Garbari, William Congdon) e musicisti (tra cui Nicolas Nabokoff, Erik Satie, Arthur Lourié). L’opera di Raïssa, come quella di Jacques, è sempre in dialogo con coloro che incontra, con i desideri, le aspirazioni, le gioie e le sofferenze dei suoi interlocutori, esponenti della cultura contemporanea.

                                                                                              

 Il pensiero di Jacques

 Il pensiero filosofico di Maritain apparve sempre più orientato verso una visione della filosofia, che metta come prioritaria l'evidenza dell'essere prima dei sensi e la metafisica prima della epistemologia. Per quest'ultima lui auspicò un realismo critico, nel senso di una pratica riflessiva, tramite la quale sia lecito difendere la conoscenza alla luce di quella già acquisita, sempre considerando che l'esistenza e la natura di Dio, rilevabili anche attraverso l'esperienza mistica, restino un punto fermo per ogni aspetto della vita.

Autore di più di 60 opere, è generalmente considerato come uno dei massimi esponenti del neotomismo nei primi decenni del XX secolo e uno tra i più grandi pensatori cattolici del secolo. Oltre che un precorritore del Concilio Vaicano II. Fu anche il filosofo che più di ogni altro avvicinò gli intellettuali cattolici alla democrazia allontandandoli da posizioni più tradizionaliste. Papa Paolo VI lo considerò il proprio ispiratore. A conferma di ciò alla chiusura del Concilio Vaticano II fu a Maritain, quale rappresentante degli intellettuali, che Paolo VI consegnò simbolicamente il proprio messaggio agli uomini di scienza e del pensiero.

 

Uno dei sacerdoti che  frequentava la casa Maritain e vi celebrava la Santa Messa era svizzero, come Journet : Maurice Zundel, il quale , in seguito, fu chiamato dal Papa Paolo VI a predicare gli esercizi spirituali per l’inizio della Quaresima alla Curia Romana e allo stesso papa, era l’anno  1972.

 Una volta Rissa commentò: “Ciascuno di noi è al centro di combinazioni meravigliose e infinite”.

 

 



 
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