Pagina 2 di 4 “Anzitutto devo occuparmi di me stessa, sviluppare tutte le mie inclinazioni: rafforzare la volontà attraverso un’applicazione costante, arricchire incessantemente lo spirito con il sacrificio e l’accettazione delle sofferenze abituali, con una perseverante e tenera simpatia verso tutti coloro che mi avvicineranno. Devo compiere i doveri più modesti pensando che mi avvicinano positivamente a quella bellezza e a quella verità cui tanto aspiro. … “Avverto con chiarezza che tutta la mia sapienza…deve consistere in un’opera di conciliazione. Devo professare con semplicità e con determinazione la fede…ma con la prudenza che non ferisce e che non urta le convinzioni o l’assenza di convinzioni altrui. Senza farlo pesare, devo fare il sacrificio delle mie preferenze, delle mie inclinazioni, di tutto ciò che non compromette le mie convinzioni vitali. Devo compiere il mio dovere,opere di carità … , in modo tale che nessuno possa sentirsi mortificato, e nello stesso tempo senza nuocere ai miei doveri immediati; applicarmi con regolarità al mio lavoro intellettuale; soddisfare anche i miei impegni mondani, malgrado il desiderio di starmene ritirata in casa…In concreto, compiere i doveri più diversi senza che nessuno avverta la mia pena nel conciliare cose contrastanti; ignorare me stessa; moltiplicare i talenti di intelligenza che Dio mi ha dato, bandire assolutamente l’orgoglio, anche nelle sue forme più sottili; amare in maniera sovrabbondante senza la minima ricerca di me stessa; volere ogni giorno e in ogni ora, con l’aiuto della grazia, il dovere del momento, senza mai trascurarlo, per quanto insignificante…. “Cercare attorno a noi i poveri, timorosi della sofferenza, scoprirli e far loro l’elemosina del nostro cuore, del nostro tempo, del nostro tenero rispetto. “Il Signore si incarica di fare per noi, e meglio di noi, ciò che avevamo sognato di realizzare. Egli realizza quell’influenza che noi non abbiamo la possibilità di esercitare, quando gli facciamo l’offerta dei nostri silenzi, delle nostre debolezze e della nostra apparente inerzia “Superando le mie debolezze e le mie stanchezze, voglio essere sempre amabile, sorridere a tutti e nascondere le mie pene; dimenticarmi per offrirmi, cercando di essere “affascinante”, perché l’onore della grazia divina che mi assiste risalga interamente al Signore. “Offrire di se stessi solo quel tanto che può essere ricevuto con profitto dagli altri; conservare il resto nelle pieghe dell’anima, gelosamente, come l’avaro custodisce il proprio tesoro, però con l’intenzione di sacrificarlo, di farne dono non appena se ne presenta l’occasione “Pensare è bello, pregare è meglio, amare è tutto
|