Pagina 4 di 9 solo chi pensa agisce per un fine Gli stessi processi naturali appaiono diretti da un finalismo che, specialmente nei fenomeni biologici e negl'istinti animali, raggiunge vertici straordinariamente elevati. Ora, non si dà finalismo che dipendentemente da una mente ordinatrice. Perciò, se questa mente non è dell'uomo, che si limita a constatarlo, molto meno sarà della natura, che non pensa: essa è di una Persona, che trascende la natura e l'uomo. Dio. primato della ragione Vana l'istanza che, respinta una Mente ordinatrice, sostiene l'ipotesi del caso per spiegarsi l'ordine del mondo. Seguirebbe che la nostra stessa ragione - che è il non-caso ed anzi l'anti-caso per essenza - essendo anch'essa compresa nel mondo, sarebbe a sua volta prodotta dal "caso"; quindi, radicalmente irrazionale, dominata dall'irrazionalità, portata all'assurdo. Ciò posto, se non ci fosse una vera "ragione", molto meno potremmo parlare di un vero "caso", mancando una ragione capace di avvertirlo: l'irrazionale non conosce se stesso; solo chi è nella verità si accorge dell'errore. perciò, la ragione umana, che è in sé o fuori di sé coglie un ordine rispetto al quale è passiva (limitandosi ad osservarlo), non può non arguire una suprema Ragione ordinatrice quale unica spiegazione comprensibile del finalismo del mondo.
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