Home Verità di Fede Storia 1.2_Messaggio ai Governanti_Vat. II
1.2_Messaggio ai Governanti_Vat. II



 

Al termine del Concilio, l'8 dicembre 1965, Paolo VI inviò brevi messaggi ad alcune categorie di persone: ai governanti, agli intellettuali, agli artisti, alle donne, ai lavoratori, ai poveri, agli ammalati, e infine ai giovani.


CHIUSURA DEL CONCILIO VATICANO II


MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ PAOLO VI
AI GOVERNANTI

 

1 In questo momento solenne, Noi, i Padri del XXI Concilio ecumenico della Chiesa Cattolica, sul punto di dividerci dopo quattro anni di preghiere e di lavori, nella piena coscienza della nostra missione verso l’umanità ci rivolgiamo con deferenza e con fiducia a coloro che tengono nelle loro mani il destino degli uomini su questa terra, a tutti i depositari del potere temporale.

2 Lo proclamiamo altamente: noi rendiamo onore alla vostra autorità e alla vostra sovranità; noi rispettiamo la vostra funzione; noi riconosciamo le vostre giuste leggi; noi stimiamo quelli che le fanno e quelli che le applicano. Abbiamo però una parola sacrosanta da dirvi, ed eccola: Dio solo è grande. Dio solo è il principio e la fine. Dio solo è la sorgente della vostra autorità e il fondamento delle vostre leggi.

3 Tocca a voi essere sulla terra i promotori dell’ordine e della pace tra gli uomini. Ma non lo dimenticate: è Dio, il Dio vivo e vero, che è il Padre degli uomini. Ed è il Cristo, suo Figlio eterno, che è venuto a dircelo e ad insegnarci che noi siamo tutti fratelli. È lui il grande artefice dell’ordine e della pace sulla terra, perché è lui che guida la storia umana e che solo può indurre i cuori a rinunciare alle passioni perverse che generano la guerra e il dolore. È lui che benedice il pane dell’umanità, che santifica il suo lavoro e la sua sofferenza, che le dona gioie che voi non potete darle, e la conforta nei dolori che voi non potete consolare.

4 Nella vostra città terrestre e temporale egli costruisce misteriosamente la sua città spirituale ed eterna, la sua Chiesa. E che cosa chiede a voi questa Chiesa, dopo quasi duemila anni di vicissitudini di ogni genere nelle sue relazioni con voi, Potenze della terra; che cosa chiede oggi? Ve l’ha detto in uno dei suoi testi principali di questo Concilio: non vi chiede altro che la libertà. La libertà di credere e di predicare la sua fede, la libertà di amare il suo Dio e di servirlo, la libertà di vivere e di portare agli uomini il suo messaggio di vita. Non temetela: essa è ad immagine del suo Maestro, la cui azione misteriosa non intacca le vostre prerogative, ma guarisce tutto l’umano dalla sua fatale caducità, lo trasfigura, lo riempie di speranza, di verità e di bellezza.

5 Lasciate esercitare al Cristo quest’azione purificatrice sulla società! Non crocifiggetelo di nuovo: sarebbe sacrilegio, perché è Figlio di Dio; sarebbe suicidio, perché è Figlio dell’Uomo. Ed a noi, suoi umili ministri, lasciate diffondere dovunque senza ostacoli la “buona novella†del Vangelo della pace, che abbiamo meditato durante questo Concilio. I vostri popoli ne saranno i primi beneficiari, perché la Chiesa forma per voi dei cittadini leali, amici della pace sociale e del progresso.

6 In questo giorno solenne in cui chiude le assise del suo XXI Concilio ecumenico, la Chiesa vi offre con la nostra voce la sua amicizia, i suoi servizi, le sue energie spirituali e morali. Essa rivolge a voi tutti il suo messaggio di saluto e di benedizione. Accoglietelo, come essa ve l’offre, con cuore lieto e sincero, e portatelo a tutti i vostri popoli!

8 dicembre 1965

 


 
© Copyright 2024/2025 - EssereCristiani.com - Tutti i diritti riservati
Realizzazione CMS

Banner