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Conversioni celebri - i Leseur

 

 

 

 

 leggi anche i brani  dal Diario di
 Elisabetta Leseur

 

 Elisabetta Arrighi Leseur - Serva di Dio
 2 novembre 1866 - 3 maggio 1914

e conversione di suo marito: Felix Leseur

 

Bella, gentile, il tratto semplice e fine di donna dell’alta società francese: era così Elisabetta Arrighi, nata a Parigi, da padre italiano, il 27 novembre 1866.La mamma le fa da guida ed ella cresce, compiendo il suo dovere per amore di Dio. Presto conosce la sofferenza: un’operazione chirurgica, poi il tifo, da cui guarisce quasi per miracolo, mentre sua sorella ne muore. Ama Gesù Cristo, con la sua mente geniale, superiore al livello comune, e vede in Lui il suo divino splendore. A 23 anni, conosce Felix Leseur, medico, lontanissimo dalla fede, e lo sposa. Come lei, tutta preghiera, possa sposare uno così, è un mistero. Però la mamma le dice: “Tu lo convertiraiâ€. Il suo matrimonio sarà tutto una croce. All’inizio rischia una peritonite e, appena scongiurata, scopre che non potrà mai essere madre. Felix, mutabile di spirito, abbandona la professione di medico e si dà al giornalismo e alla politica. Elisabetta è costretta a vivere in un clima mondano e, dopo un po’, si allontana dalla pratica religiosa. Segue Felix nei suoi viaggi in Francia e all’estero. Lui, vedendo la sua fede finalmente in crisi, le dà le opere di Rénan, negatore di Cristo, da leggere. 1898. Ella è urtata da quello spirito demolitore e subito prova ribrezzo per la negazione di Cristo. Butta via quei libri galeotti e riprende a leggere e meditare il Vangelo, uscendone limpida, forte nella fede, pronta a una durissima missione, innamorata di Gesù, come mai lo era stata fino ad allora. Continua a vestire elegante e a mantenere varie relazioni, ma ora offre la vita e le sofferenze, per la conversione del marito. Scrive nel “diario†che sarà “offerta di espiazione per lui, per le anime e per la Chiesa con Gesù Crocifissoâ€. In casa, vive con un marito brutalmente ateo e fuori incontra solo gente priva di fede. Nella primavera del 1903 Elisabetta si reca a Roma per la settimana santa, accompagnata da Felix e da alcuni amici di famiglia. Il mercoledì santo, si trova da sola in “S. Pietroâ€, si confessa e si comunica nella cappella del SS.mo Sacramento: “Mi sono sentita rinnovata da Lui, fin nel più profondo della mia anima, pronta a una vita nuova, alla missione voluta da Dio per me. Mi sono offerta senza riserva e gli ho affidato l’avvenireâ€. Al suo ritorno in Francia, nonostante le nuove sofferenze familiari, si fa programma di silenzio, di lavoro e di preghiera – la Confessione regolare, la Comunione frequente, poi quotidiana – proponendosi di amare e di soffrire al posto dei guadenti lontani da Dio. Prega ogni giorno, fino allo spasimo: “Gesù, penetra nell’anima di Felix, nelle anime di quelli che ami e fai che siano tuoi... La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Chiamali a essere tuoi operaiâ€. Sembra che tutte le iniziative cui dà mano siano destinate a fallire: le resta solo un marito ateo. Eppure non dispera. C’è Gesù vivo accanto a lei, nella sua anima, c’è la Madonna cui si affida con fiducia sconcertante. La storia di quegli anni di martirio la consegna al suo diario e alle lettere dirette a suor Goby, sua confidente e sostegno. Nel 1911, alla vigilia di una operazione di tumore al petto, si offre al Signore, certa di essere esaudita nella sua richiesta: la conversione del marito. Felix l’accompagna a Lourdes, ma rimane lo scettico di sempre. È però turbato dalla pace inalterabile della sua sposa, dalla sua enorme bontà. Elisabetta le dichiara, come una profezia: “Quando io sarò morta, tu cambierai vita, ti convertirai... Anzi... ti farai sacerdote. Sì, ne sono sicura: tu sarai Padre Leseur!â€. I mesi passano veloci. Elisabetta scrive: “Dal cielo, le mie preghiere, Felix, ti otterranno di conoscere Gesù Cristo e di amarlo... Sii cristiano, sii apostolo. Quel che le mie suppliche e le mie tribolazioni hanno chiesto per i fratelli di quaggiù, sforzati di darlo a tua volta: ama le anime, prega e lavora per loro. Esse meritano tutti i nostri dolori, tutti i nostri sacrifici, tutte le nostre agonieâ€. L’agonia di Elisabetta è lunghissima. Riceve l’Unzione degli infermi il 20 aprile 1914.Sorride a Felix, il quale, pur distrutto dal dolore di perdere il suo angelo in terra, le è sempre vicino, ma scettico, sconvolto. Spira il 3 maggio 1914, nel giorno dedicato alla Santa Croce, secondo il calendario liturgico allora vigente. In una delle sue ultime pagine, aveva scritto: “Forse un giorno l’avrò questa gioia di vedere la fede – che è tutta la mia vita – condivisa da chi amo profondamenteâ€. Non lo vide su questa terra. Ma dopo i funerali, Felix lesse i tre quaderni del diario di Elisabetta e scoprì quanto aveva amato Gesù e sofferto per la sua conversione e per tutte le anime. Si recò a Lourdes e davanti alla Madonna, pregò come un bambino: “Ottienimi la fede, Tu, Madre, che puoi. Comanda al Figlio tuo, di prendermi con Luiâ€. La grazia di Dio scese a torrenti sulla sua anima. Nell’ottobre 1917, lasciava tutto per entrare nel convento domenicano di La Quercia presso Viterbo. Ricevette il bianco abito con il nome di Fra Maria Alberto. Compì gli studi teologici e nel 1923, salì all’altare, sacerdote di Cristo per sempre. Le parole del testamento di Elisabetta: “Sii cristiano, sii apostolo... Ama le anime, prega e lavora per loroâ€, diventarono per lui continuo stimolo per salire e donare. L’uomo di mondo, il medico scettico, il negatore era diventato un umile figlio di S. Domenico di Guzman, tutto dedito alla preghiera e a irradiare Gesù ai fratelli, come gli aveva indicato Elisabetta. Felix Leseur – Padre Maria Alberto – si spense dopo 27 anni di sacerdozio, il 21 febbraio 1950.  Aveva detto, poco prima: “Se Dio mi chiama, gli dirò: Eccomiâ€. Storie così, solo la Chiesa Cattolica le può raccontare al mondo, e sono il segno della sua essenza divina.

 

 

 

 

 

 
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