Date della Vita di Gesù






 
   immagine raffigura un frammento rotolo di Qumran

DATE DELLA VITA DI GESU’

         Breve sintesi delle date, presentata dal prof. Roberto Ercoli, in relazione agli scritti Valtortiani

Secondo gli studi più recenti del prof. Liberato De Caro  (del CNR),  relativi alla datazione della Natività, contenuti nel libro “I cieli raccontano” vol 3 del 2021 , derivanti da una analisi scientifica approfondita sugli scritti di M. Valtorta possiamo affermare con una altissima probabilità quanto segue.

Per la Nascita di Gesù il campo di indagine si può limitare ad un intervallo di tempo che va dal 1° a.C. , 25 dicembre, al 6 gennaio 1° d.C. (tradizione orientale). Tale intervallo di incertezza pari a poco più di 10 giorni, deriva dal fatto che essendo il calendario ebraico lunisolare, e soprattutto in alcuni anni composto da 13 mesi (Embolismici) e non avendo informazione alcuna su come sia stato l’anno 1 a.C., dobbiamo considerare entrambi i casi.

Quindi dalle analisi calendariali degli scritti Valtortiani, con l’ausilio dell’astronomia e dei moderni mezzi informatici, si arriva a considerare che: se l’anno 1 a.C. non fu embolismico, la nascita di Gesù è avvenuta la notte del 24-25 dicembre. Dando maggiore importanza ai riferimenti astronomici. Quindi in accordo pieno con la nostra tradizione.

Se, invece, l’anno fu di 13 mesi allora la maggiore probabilità per la nascita di Gesù è la notte dell’8-9 gennaio d.C. . In questo caso vengono rispettati tutti i numerosi riferimenti dell’opera Valtortiana, in particolare risulterebbero esatte anche le 1737 settimane di vita terrena di Nostro Signore.

Per ciò che riguarda la crocifissione, invece, si hanno maggiori e giustificate certezze astronomiche e calendariali,  e con altissima probabilità essa avvenne il Venerdì 23 aprile del 34 d.C.

Curiosità:

-        Isaac Newton , celebre scienziato inglese (1643-1727), arrivò anch’egli a questa stessa conclusione, già nel suo tempo e con minori strumenti a sua disposizione.

-        Mentre la nascita posta al 25 dicembre dell’anno -1, è stata calcolata anche dal monaco Dionigi il piccolo. A lui si deve anche l’indicazione di: a.C. e d.C., posto dopo l’anno (non esistendo l’anno zero). Si disse che aveva sbagliato i calcoli (siamo nel VI secolo d.C.), ma studi recenti avvalorano il suo calcolo.

Per cui Gesù sarebbe nato il 25 dicembre dell’anno 1 a.C. (con una piccola indecisione sul giorno, variando tale data di una decina di giorni come abbiamo visto prima).

Solo dopo vari secoli (3° - 4°) si accolse il fatto di contare gli anni non dalla fondazione di Roma, ma dalla nascita di Cristo.

Quindi Dionigi il piccolo aveva ragione. Altre importanti conferme vengono dai ritrovamenti dei papiri delle grotte di Qumran nel 1947, che permettono dalla conoscenza dei turni di servizio al tempio di ricostruire tale data. In particolare quello che interessa a noi è il turno di Zaccaria marito di Elisabetta e genitore di Giovanni Battista.


E in questo ci aiuta un articolo del 2003, di  V. Messori, sul giornale “Il Corriere della Sera”-  Egli si basa su uno studio fatto da un Professore dell’Università di Gerusalemme sugli scritti di Qumran.  Messori scrive che:

“fu la Chiesa a scegliere il 25 dicembre per contrastare e sostituire le feste pagane nei giorni del solstizio d’inverno. La nascita del Cristo al posto della rinascita del Sol invictus . All’inizio, dunque, ci fu una decisione pastorale che può essere mutata, variando le necessità. Una provocazione, ovviamente, che si basava però su ciò che è (o, meglio, era) pacificamente ammesso da tutti gli studiosi: la collocazione liturgica del Natale è una scelta arbitraria, senza collegamento con la data della nascita di Gesù, che nessuno sarebbe in grado di determinare. Ebbene, pare proprio che gli esperti si siano sbagliati; e io, ovviamente, con loro.  (infatti Messori sosteneva, secondo quanto appena considerato, che allora si poteva benissimo spostare la data del Natale a ferragosto!)

In realtà oggi, anche grazie ai documenti di Qumran, potremmo essere in grado di stabilirlo con precisione: Gesù è nato proprio un 25 dicembre.

Una scoperta straordinaria sul serio e che non può essere sospettata di fini apologetici cristiani, visto che la dobbiamo a un docente, ebreo, della Università di Gerusalemme.

Vediamo di capire il meccanismo, che è complesso ma affascinante. Se Gesù è nato un 25 dicembre, il concepimento verginale è avvenuto, ovviamente, 9 mesi prima. E, in effetti, i calendari cristiani pongono al 25 marzo l’annunciazione a Maria dell’angelo Gabriele. Ma sappiamo dallo stesso Vangelo di Luca che giusto sei mesi prima era stato concepito da Elisabetta il precursore, Giovanni, che sarà detto il Battista. La Chiesa cattolica non ha una festa liturgica per quel concepimento, mentre le antiche Chiese d’Oriente lo celebrano solennemente tra il 23 e il 25 settembre. E, cioè, sei mesi prima dell’Annunciazione a Maria. Una successione di date logica ma basata su tradizioni inverificabili, non su eventi localizzabili nel tempo. Così credevano tutti, fino a tempi recentissimi. In realtà, sembra proprio che non sia così.

In effetti, è giusto dal concepimento di Giovanni che dobbiamo partire. Il Vangelo di Luca si apre con la storia dell’anziana coppia, Zaccaria ed Elisabetta, ormai rassegnata alla sterilità, una delle peggiori disgrazie in Israele. Zaccaria apparteneva alla casta sacerdotale e, un giorno che era di servizio nel tempio di Gerusalemme ebbe la visione di Gabriele (lo stesso angelo che sei mesi dopo si presenterà a Maria, a Nazareth) che gli annunciava che, malgrado l’età avanzata, lui e la moglie avrebbero avuto un figlio. Dovevano chiamarlo Giovanni e sarebbe stato «grande davanti al Signore».

Luca ha cura di precisare che Zaccaria apparteneva alla classe sacerdotale di Abia e che quando ebbe l’apparizione «officiava nel turno della sua classe». In effetti, coloro che nell’antico Israele appartenevano alla casta sacerdotale erano divisi in 24 classi che, avvicendandosi in ordine immutabile, dovevano prestare servizio liturgico al tempio per una settimana, due volte l’anno. Sapevamo che la classe di Zaccaria, quella di Abia, era l’ottava, nell’elenco ufficiale. Ma quando cadevano i suoi turni di servizio? Nessuno lo sapeva. Ebbene, utilizzando anche ricerche svolte da altri specialisti e lavorando, soprattutto, su testi rinvenuti nella biblioteca essena di Qumran, ecco che l’enigma è stato violato dal professor Shemarjahu Talmon che, come si diceva, insegna alla Università ebraica di Gerusalemme. Lo studioso, cioè, è riuscito a precisare in che ordine cronologico si susseguivano le 24 classi sacerdotali. Quella di Abia prestava servizio liturgico al tempio due volte l’anno, come le altre, e una di quelle volte era nell’ultima settimana di settembre. Dunque, era verosimile la tradizione dei cristiani orientali che pone tra il 23 e il 25 settembre l’annuncio a Zaccaria. Ma questa verosimiglianza si è avvicinata alla certezza perché, stimolati dalla scoperta del professor Talmon, gli studiosi hanno ricostruito la «filiera» di quella tradizione, giungendo alla conclusione che essa proveniva direttamente dalla Chiesa primitiva, giudeo-cristiana, di Gerusalemme. Una memoria antichissima quanto tenacissima, quella delle Chiese d’Oriente.

Ecco, dunque, che ciò che sembrava mitico assume, improvvisamente, nuova verosimiglianza. Una catena di eventi che si estende su 15 mesi: in settembre l’annuncio a Zaccaria e il giorno dopo il concepimento di Giovanni; in marzo, sei mesi dopo, l’annuncio a Maria; in giugno, tre mesi dopo, la nascita di Giovanni; sei mesi dopo, la nascita di Gesù. Con quest’ultimo evento arriviamo giusto al 25 dicembre. Giorno che, dunque, non fu fissato a caso.

Ma sì, pare proprio che il Natale a Ferragosto sia improponibile. Ne farò, dunque, ammenda ma, più che umiliato, piuttosto emozionato: dopo tanti secoli di ricerca accanita i Vangeli non cessano di riservare sorprese. Dettagli apparentemente inutili (che c’importava che Zaccaria appartenesse alla classe sacerdotale di Abia? Nessun esegeta vi prestava attenzione) mostrano all’improvviso la loro ragion d’essere, il loro carattere di segni di una verità nascosta ma precisa. Malgrado tutto, l’avventura cristiana continua.





 
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