CHIUSURA
DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II
PAOLO
VI
GLI ORGANISMI POST-CONCILIARI
Sei organismi sono già stati creati per contribuire a realizzare
concretamente le decisioni e le direttive del Concilio, mentre la costituzione
di altri tre è prevista dai testi conciliari.
1. I SEI ORGANISMI GIÀ ESISTENTI
A) La Commissione
per la riforma del Diritto Canonico
A questa Commissione spetta il primo posto, perché essa è intimamente legata
al Concilio, fin dal suo primo annuncio, il 25 gennaio 1959, quando Papa
Giovanni XXIII dava contemporaneamente l’annuncio della convocazione del Sinodo
diocesano di Roma, della indizione del Concilio Ecumenico e della riforma del
Diritto Canonico.
Il 28 marzo 1963, Giovanni XXIII comunicava la creazione della Commissione
per la riforma del Diritto Canonico (in occasione di una riunione della
Commissione di coordinamento del Concilio), sottolineando che essa sarebbe
entrata in azione dopo il Concilio, ma che egli tuttavia desiderava costituirla
già fin da allora senza attendere la fine del Concilio. Tutti i membri dovevano
essere dei Cardinali. Il Papa nominò 29 membri ed elesse come Presidente della
Commissione il Cardinale Ciriaci.
Paolo VI nominò altri nuovi membri durante lo scorso novembre e ricevette in
udienza l’intera Commissione il giorno 20 (erano presenti 54 Cardinali, di cui
14 Patriarchi orientali e 29 a
cui sono affidate delle diocesi).
In questa occasione il Papa ha pronunciato un discorso in cui è sottolineata
la funzione necessaria della legge per incarnare lo spirito, dato che la Chiesa è, per istituzione
divina, una società visibile.
B) Il Segretariato per l’unione dei cristiani
Anche questo Segretariato risale alle origini del Concilio stesso di cui il
Papa ha dato l’annuncio il 25 gennaio 1959 (coincideva con l’ultimo giorno
della Settimana di preghiera per l’unità ).
È stato creato dal Papa, insieme alle Commissioni preparatorie, alla fine
del periodo «antipreparatorio», il 5 giugno 1960. La presidenza venne affidata
al Cardinale Agostino Bea. In tal modo veniva costituito lo strumento che
avrebbe permesso alla Chiesa cattolica di entrare nel dialogo ecumenico. Al
Segretariato veniva affidato un compito molto delicato. La presenza degli
Osservatori Delegati in Concilio sta a testimoniare il successo del lavoro
svolto il cui merito va attribuito tanto a Papa Giovanni XXIII, al Cardinale
Bea e ai suoi collaboratori, quanto alla buona volontà dimostrata dai Cristiani
protestanti e ortodossi.
Il Segretariato per l’Unione dei Cristiani veniva elevato a Commissione
conciliare per decisione del Papa, comunicata al Concilio dal Segretario
Generale il 22 ottobre 1962, nel corso della prima riunione del Concilio dopo
la elezione delle Commissioni conciliari (4ª Congregazione generale). Il
Segretariato ha preparato ed elaborato gli schemi di decreto sull’Ecumenismo e
delle due dichiarazioni sulle Religioni non cristiane e sulla LibertÃ
Religiosa. Inoltre ha partecipato alla elaborazione di altri schemi,
soprattutto quello sulla Divina Rivelazione.
Dopo il Concilio questo Segretariato continuerà ad adempiere al suo compito
nel dialogo con i fratelli separati. Esso dovrà pure redigere un «Direttorio»
per le applicazioni pratiche del Decreto sull’Ecumenismo.
C) Il Consiglio per l’applicazione della Costituzione sulla liturgia
La creazione di questo Consiglio è stata annunciata da Paolo VI con il Motu
Proprio «Sacram
Liturgiam» del 25 gennaio 1964,
in cui permetteva l’applicazione immediata di parecchie
disposizioni della Costituzione conciliare. Il Papa elesse a suo Presidente il
Cardinale Lercaro, mentre affidava la carica di Segretario a Padre Bugnini, giÃ
Segretario della Commissione preparatoria. Nel mese di marzo dell’anno scorso,
Paolo VI nominava come membri della Commissione 42 Vescovi di 26 paesi.
Questo Consiglio ha il compito di preparare la riforma liturgica generale
sulla base dei principii contenuti nella Costituzione, e di far applicare
questa Costituzione secondo le decisioni e lo spirito del Concilio che l’ha
approvata. Ha dato prova di dinamismo nella elaborazione delle decisioni che la Costituzione riserba
alla Santa Sede, alla quale spetta il compito di esaminare le decisioni o le
realizzazioni delle Conferenze Episcopali nel caso in cui occorre
l’approvazione della Santa Sede (come, per esempio, le traduzioni dei testi
liturgici nelle lingue moderne).
D) La Commissione
pontificia per le comunicazioni sociali
Già Pio XII aveva creato, in tappe successive (1948, 1952 e 1954) una
Commissione pontificia per il Cinema, la Radio e la Televisione. Giovanni
XXIII approvò nuovi statuti nel 1959. Paolo VI, con il Motu Proprio «In
fructibus multis» del 2 aprile 1964, le diede il suo nome attuale
estendendone la competenza anche alla stampa. Questa Commissione è aggregata
alla Segreteria di Stato.
Con il medesimo Motu Proprio, il Papa ha incaricato questa Commissione
dell’applicazione dei principii e delle regole formulate dal decreto del
Concilio, e le ha affidato anche il compito di preparare l’Istruzione pastorale
prevista dallo stesso decreto. Per la preparazione di questa Istruzione, la Commissione potrÃ
approfittare di tutti gli elementi che le provengono, nel campo delle
comunicazioni sociali, da parecchi testi conciliari elaborati e promulgati
posteriormente.
E) Il Segretariato per i non-cristiani
Nella lettera indirizzata al Cardinale Tisserant, il 12 settembre 1963,
vigilia della ripresa dei lavori conciliari, il Papa annunciava la sua
intenzione di creare questo Segretariato per i non-cristiani. Nel discorso di
Pentecoste, il 17 maggio 1964, rendeva nota la sua costituzione sotto la
presidenza del Cardinal Marella.
Il Cardinale comunicò che i primi lavori del nuovo Segretariato sarebbero
consistiti nello stimolare gli sforzi per una migliore conoscenza reciproca e
raccogliere informazioni sui contatti presi nei vari paesi dai vescovi o dai
rappresentanti della Santa Sede. Il lavoro di questo Segretariato si inquadra
nella luce della Dichiarazione sulle religioni non cristiane, alla cui
elaborazione hanno lavorato molti suoi membri e consultori, in qualità di Padri
o di esperti del Concilio.
F) Il Segretariato per i non-credenti
L’Osservatore Romano del 9 aprile 1965 comunicava la notizia della
costituzione di questo Segretariato voluto dal Papa. È presieduto dal Cardinale
Konig, Arcivescovo di Vienna, il quale ha dichiarato che il suo compito sarebbe
consistito nello studio dell’ateismo per una maggiore conoscenza dei diversi
ateismi, in vista di un dialogo ed eventualmente d’una collaborazione nel campo
dove un dialogo sarà possibile.
Paolo VI, rispondendo ai voti espressi dal Sacro Collegio, in occasione
della sua festa, il 24 giugno 1965,
ha dichiarato che questo Segretariato è «un segno
dell’interesse che la Chiesa
dimostra verso i problemi di tutti gli uomini, anche di coloro che ne sono
lontani, nel desiderio di conoscerli in una maniera più esatta e profonda, in
modo da poter offrire il suo aiuto nella ricerca leale di soluzioni vere».
Il 23 novembre scorso il Papa nominava 23 vescovi membri del Segretariato.
Il suo presidente e il suo segretario hanno partecipato all’elaborazione dei
paragrafi sull’ateismo contenuti nel capitolo 1 della prima parte dello schema
di Costituzione sulla Chiesa nel mondo moderno.
2. I TRE ORGANISMI DA CREARSI IN FUTURO
A) Il Decreto sull’Apostolato dei Laici auspica che venga costituito
presso la Santa Sede
un Segretariato al quale parteciperanno di diritto dei rappresentanti dei
movimenti e delle opere d’apostolato dei laici esistenti nel mondo intero, e
nel quale si troveranno pure dei sacerdoti e dei religiosi per collaborare con
i laici. Il Segretariato si proporrà come fine il servizio e la promozione
dell’apostolato dei laici. Esso raccoglierà delle informazioni sui diversi
movimenti, ne studierà i problemi, assisterà con i suoi consigli la gerarchia e
i laici.
B) Lo schema sulla Chiesa nel mondo moderno, alla fine del quinto
capitolo della seconda parte (sulla pace e sulla comunità dei popoli), dichiara
che è altamente desiderabile la creazione di un organismo della Chiesa
universale, destinato a promuovere l’azione della comunità dei cattolici per il
progresso delle regioni sottosviluppate e per la giustizia sociale tra tutte le
nazioni.
C) la Dichiarazione
sull’Educazione cristiana prevede che i principii generali che essa
enuncia, saranno sviluppati più largamente da una Commissione speciale dopo il
Concilio.
IL SINODO DI VESCOVI
Il Sinodo di Vescovi, creato da Papa Paolo VI con il Motu Proprio promulgato
in Aula conciliare nel corso della prima Congregazione Generale del quarto
periodo, è di natura diversa degli Organismi esaminati finora. Il Decreto sui
Doveri Pastorali dei Vescovi dichiara che questo Sinodo, composto da Vescovi di
ogni parte del mondo secondo direttive stabilite dal Papa stesso, dovrà dare al
Pastore supremo della Chiesa un aiuto prezioso, e sarà un segno concreto della
partecipazione dei Vescovi, in comunione gerarchica, alla responsabilità della
Chiesa universale.
Il Cardinale Marella, in una conferenza-stampa tenuta nella Sala stampa del
Concilio, lo scorso 25 novembre 1965, ha spiegato come l’idea di un Sinodo di
Vescovi sia nata già durante le consultazioni anti-preparatorie dell’Episcopato
(1959-1960); in seguito questa idea è andata maturando fino al giorno in cui
Paolo VI, che da tempo aveva manifestato la sua intenzione, si faceva dare il
materiale inerente alla formazione del Sinodo, e senza attendere che il
Concilio si pronunciasse in favore della sua costituzione, passò alla sua
realizzazione.
Il Sinodo sarà composto di Vescovi eletti dalle Conferenze Episcopali, di
rappresentanti dei Religiosi, dei Cardinali presidenti di Dicasteri di Curia,
ed eventualmente di membri nominati dal Papa. I membri del Sinodo saranno
nominati per una sola riunione e dovranno quindi venir scelti di volta in volta
in funzione del compito che sarà loro richiesto e che sarà reso noto di volta
in volta dal Papa.
Il Sinodo avrà un Segretariato permanente.
Nel discorso pronunciato in Aula, durante la Sessione Pubblica
del 18 novembre, il Papa ha comunicato la sua intenzione di riunire il Sinodo
per la prima volta nel 1967.