CHIUSURA
DEL CONCILIO VATICANO II
MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ PAOLO VI
AI POVERI, AI MALATI E A TUTTI COLORO CHE SOFFRONO
1 Per voi tutti, fratelli provati, visitati dalla sofferenza dai mille
volti, il Concilio ha un messaggio tutto speciale. Sente fissi su di sé i
vostri occhi imploranti, luccicanti di febbre o accasciati dalla stanchezza,
sguardi imploranti, che cercano invano il perché della sofferenza umana e che
domandano ansiosamente quando e da dove verrà il conforto.
2 Fratelli carissimi, noi sentiamo profondamente risuonare nei nostri cuori
di padri e di pastori i vostri gemiti e i vostri lamenti. E la nostra pena si
accresce al pensiero che non è in nostro potere procurarvi la salute corporale,
né la diminuzione dei vostri dolori fisici, che medici, infermieri e tutti
quelli che si consacrano ai malati si sforzano di alleviare come meglio
possono.
3 Abbiamo però qualche cosa di più profondo e di più prezioso da darvi: la
sola verità capace di rispondere al mistero della sofferenza e di arrecarvi un
sollievo senza illusioni: la fede e l’unione all’Uomo dei dolori, al Cristo,
Figlio di Dio, messo in croce per i nostri peccati e per la nostra salvezza.
4 Il Cristo non ha soppresso la sofferenza; non ha neppure voluto svelarcene
interamente il mistero: l’ha presa su di sé, e questo basta perché ne
comprendiamo tutto il valore.
5 O voi tutti che sentite più gravemente il peso della croce, voi che siete
poveri e abbandonati, voi che piangete, voi che siete perseguitati per la
giustizia, voi di cui si tace, voi sconosciuti del dolore, riprendete coraggio:
voi siete i preferiti del regno di Dio, il regno della speranza, della felicitÃ
e della vita; siete i fratelli del Cristo sofferente; e con lui, se lo volete,
voi salvate il mondo!
6 Ecco la scienza cristiana della sofferenza, la sola che doni la pace.
Sappiate che non siete soli, né separati, né abbandonati, né inutili: siete i
chiamati da Cristo, la sua immagine vivente e trasparente. Nel suo nome, il
Concilio vi saluta con amore, vi ringrazia, vi assicura l’amicizia e
l’assistenza della Chiesa e vi benedice.
8 dicembre 1965