RICORDATI - Non dimenticare
Quasi il Signore vedesse un grosso rischio, il rischio di perdere la memoria, di essere come delle piante cui sono state tagliate le radici, il rischio di non saper più ricordare la propria storia. E allora il Signore ci dice: RICORDATI… Non dimenticare il tuo Dio, e la storia che lui ti ha fatto percorrere e che vuole continuare a farti percorrere.
L’Eucaristia è appunto la memoria: ci sentiamo ripetere ogni volta: fate questo in memoria di me. Memoria di che cosa?
Memoria di quell’evento che è la radice e la sorgente di ciò che noi siamo diventati, di ciò che siamo, di ciò che dobbiamo essere.
L’Eucaristia il Signore ha voluto consegnarci questa memoria che non è tanto il ricordo di un evento passato, lontano, estraneo alla mia vita, perché dentro questo gesto c’è Lui, il Signore Gesù, il crocifisso risorto che oggi incrocia e incontra la mia vita. L’Eucaristia ci ravviva questa memoria, la rende attuale, ricca di risonanze e carica di grazia e di benedizione.
E allora il Signore ci dice oggi: ricordati: se noi perdiamo l’Eucaristia, e l’Eucaristia diventa insignificante, marginale estranea alla vita, noi rischiamo di perdere la cosa più preziosa più indispensabile. Rischiamo di perdere un rapporto che è e deve essere l’anima della nostra vita.
Se l’Eucaristia diventa una cosa logorata dall’abitudine, svalutata dalla disattenzione e dalla mia superficialità noi rischiamo che quella comunione di vita e di amore con cui il Signore vuole sostenere, animare, dare speranza nella nostra vita, si perde e noi diventiamo come alberi senza radici e quindi senza frutti.
Eucaristia memoria che rende viva e attuale la certezza di un Dio che è e vuole essere pane della nostra vita. La memoria e la certezza di un Dio che è presenza e dono d’amore, che si fa pane per un cammino tante volte incerto e faticoso irto di difficoltà. Certo non sarà il cammino degli Ebrei nel deserto ma anche il nostro è un cammino che conosce troppo spesso la fatica, la delusione, lo smarrimento. Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita.
Quel cammino che noi faremo portando con noi il pane dell’Eucaristia dice bene che cosa è e che cosa deve diventare sempre di più questo pane.
È il pane che sostiene alimenta e da forza a un cammino di vita vera perché la nostra vita non si riduca a un trascinarci stancamente verso un esito di morte ma sia un vivere avendo dentro la forza del Dio amore che ci dice e ci ripete: chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.
Pane di vita per un’alta qualità di vita, perché con Lui e in Lui ci sentiamo dentro quelle risorse che rendono la vita bella, degna di essere vissuta. Quel cammino che faremo è il cammino di un popolo che ha trovato le ragioni e la forza per essere davvero il popolo di Dio. Non siamo persone sbandate che camminano ignorandosi ed evitandosi. Siamo un popolo orgoglioso e felice di condividere un cammino di fede nel quale è Lui il Signore che ci porta e ci sostiene tutti. Siamo un popolo che sente che nell’incontro con il suo Signore ritrova sempre la bellezza del camminare insieme del sostenerci e dell’aiutarci. Siamo un popolo che insieme con lui sa di poter costruire qualcosa di grande di bello, di indispensabile per noi e per le nostre famiglie e per i nostri ragazzi.
|