Amare è mettere in pratica la Parola

 

n. 916
Omelia Sesta Domenica Tempo Pasquale
9 maggio 2010
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

“Lo Spirito vi ricorderà ogni cosa!”

Collaboratori dello Spirito Santo

 

Il Tempo Pasquale ci offre la lettura degli Atti degli Apostoli e dell’Apocalisse. Dopo  aver celebrato la Pasqua di Gesù, viviamo il cammino della Chiesa. Essa continua, con fragilità  ma anche con forza, la missione del Risorto, sostenuta dallo Spirito. Nello Spirito facciamo il cammino, risolviamo i problemi e ci orientiamo con certezza.  Con Lui possiamo contemplare il futuro che ci aspetta, nella Gerusalemme Celeste. Viviamo il tempo dello Spirito nel tempo degli uomini. Quando leggiamo gli scritti degli Apostoli , questi ci incantano per la loro semplicità quando dicono: “Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi…” (At. 15, 28). C’era, allora, una questione di grande importanza. I pagani convertiti dovevano o no proseguire le tradizioni giudaiche? No, rispondono.  Nelle decisioni per la vita del mondo, siamo collaboratori dello Spirito. Lo Spirito è presente nella Chiesa e nei cuori. “Non vi lascerò orfani… lo Spirito Santo che il Padre vi invierà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto” (Gv 14, 18-26). Come siamo collaboratori di Gesù nella sua missione di annunciare il vangelo così siamo anche collaboratori dello Spirito nel cammino della Chiesa. Per questo possiamo proporre lo stesso cammino ed anche individuare, nella cultura del Suo popolo, la Sapienza di Dio. E’ il Discernimento dello Spirito.  “Lo Spirito vi insegnerà e ricorderà” (26). Ricordare non è soltanto ravvivare la memoria, ma, nel senso biblico, è  rendere presente l’avvenimento.  L’avvenimento non viene ripetuto, ma siamo noi che entriamo nel Mistero celebrato. Gesù disse: “Le mie parole sono Spirito e Vita” (Gv 6,63). Le parole che vengono annunciate oggi,  hanno la stessa forza delle parole pronunciate da Gesù poiché sono ricordate nello Spirito.

Dimora di Dio

Gesù non si è fatto una dimora tra noi, ma attraverso la fede e l’amore, Dio si è fatto una dimora in noi: “Se qualcuno mi ama, custodirà la mia Parola, e il Padre mio lo amerà, e verremo a lui e faremo dimora presso di lui.” (Gv 14,23). Amare è mettere in pratica la Parola. La trasformazione della società non si fa con dei progetti meravigliosi, ma con la  conversione del cuore. Se ci sono delle cellule sane, tutto il corpo sarà sano. La Gerusalemme celeste, vista da Giovanni, non ha tempio, perché il Signore è il suo tempio. E’ illuminata dalla lampada  che è l’Agnello. Questa città futura sta nel cuore di ciascuno di noi. In essa sta il Signore che dona lo Spirito. Per questo ascoltiamo Gesù che dice:” Non sia turbato il vostro cuore e non si abbatta” (Gv 14,27). Non temere, poiché Egli rimane in noi.

Corrispondere ai misteri celebrati

Mettere in pratica la Parola è corrispondere ai misteri, allora la casa diventa di Dio, dove gli altri possono incontrarlo. Perciò chiediamo: “Fa fruttificare in noi il sacramento pasquale e infondi  nei nostri cuori la forza di questo alimento salutare” (dopo comunione). Restare aperto allo Spirito è rispettare le differenze tra i fratelli. La Chiesa non può imporre modelli, ma risvegliare i cuori affinchè seguano Gesù. Il primo frutto della Pasqua che cogliamo è aprire uno spazio affinchè l’azione dello Spirito in noi possa portarci a evangelizzare in modo sempre rinnovato. Come disposizione per la celebrazione di Pentecoste, apriamo il cuore alla sua presenza affinché possiamo essere una memoria viva di tutto quello che Gesù ha fatto e insegnato. Ogni celebrazione Eucaristica è un momento dello Spirito per la gloria del Padre. La Chiesa ha bisogno di aprirsi allo Spirito perché  Egli dia più audacia nella predicazione del Vangelo.

 

Letture: At.. 15,1-2.22-29; Salmo 66; Ap. 21, 10-14.22-23;
Vangelo: Gv. 14, 23-29