Dove sta Gesù?
 
Non crediamo ini una persona del passato
che ci ha lasciato una dottrina o un cammino spirituale,
ma  entriamo in comunione con una persona viva
che vive in noi, e in mezzo a noi.
 

n. 909
Articolo
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista


777.Dove stà Gesù?

 

Che Gesù sia risorto, per noi, non è un problema crederlo. La fede  ci è stata trasmessa con tale semplicità che non osiamo contraddirla. Noi crediamo che Egli è vivo perché crediamo in quegli uomini e donne che erano con Lui dopo la sua Risurrezione. Lo Spirito da forza alla loro testimonianza. Egli apparve diverse volte come ci raccontano i Vangeli. A Pietro, ai 12 riuniti insieme, e più di una volta, ai due discepoli di Emmaus, a Maria Maddalena, ai discepoli che pescavano, a più di 500 persone come ci scrive San Paolo (1 Cor 15, 3-7). aggiungendo che egli  ha ricevuto tutto questo dalla tradizione. Ha udito e ha creduto a quello che raccontavano i discepoli di Gesù. Egli lo ha visto, per una speciale apparizione, proprio a lui che non lo meritava.  I discepoli lo videro ed hanno avuto con lui un contatto tale, che gli ha tolto ogni dubbio; non era un fantasma,  perché gli ha provato che era vivo mangiando un pezzo di pesce arrostito (Lc 24,42). Ha mangiato e bevuto con loro dopo la Risurrezione (At 10,41), come dice Pietro. La comunità dei convertiti  accolse la predicazione sulla Risurrezione perché vedevano i prodigi e i miracoli operati dagli apostoli (At 2,43). Davanti a queste belle testimonianze sorge in noi la domanda: come intendevano il fatto che Gesù non fosse più presente e che il Vangelo fosse così ben accolto? Essi non parlano, nel vangelo, di una nostalgia, ma di una presenza, come Giovanni dice nella pesca miracolosa.  Vedendo il risultato della pesca egli dice: “E’ il Signore!” (Gv 21,7)

 

778. Ma dove sta?

 

I primi cristiani hanno fatto una esperienza interessante: c’era gente che conosceva Gesù personalmente (Lc 1,2) (deve essere stato fantastico!) e altri che non lo avevano mai conosciuto. Questi fondavano la loro fede nella testimonianza delle persone privilegiate che Dio aveva precedentemente scelto (At 10,41).  Gesù dice: “Beati coloro che crederanno senza aver visto” (Gv 20,29). Lentamente la comunità, come leggiamo in Luca narrando l’apparizione ai discepoli di Emmaus, scopre Cristo risorto in modi diversi: nella fraternità, erano uniti; negli avvenimenti del tempo presente; nella Parola di Dio e nella Eucaristia (Lc 24, 13-35). Da questo proviene la sicurezza dell’annuncio, poiché ritornarono a Gerusalemme per raccontare ai discepoli ciò che era accaduto lungo il cammino. Vedono Gesù nei risultati della predicazione. Essi non sentivano la mancanza di Gesù,  perché lo sentivano presente. La forza dell’annuncio che gli apostoli avevano può essere solo il risultato della certezza della Risurrezione.

 

779. Egli sta in mezzo a noi

 

Anche noi possiamo domandarci quale sia la nostra fede nella Risurrezione. Per fede intendiamo il credere in una Persona viva e concreta, non in una idea. Il popolo è molto più realista su questo punto, perché le immagini lo aiutano , sebbene nessuno possa fermarsi all’immagine. E’ più facile credere nei miracoli e mantenere una fede devozionale che accogliere l’impegno con una persona. Abbiamo molto da imparare dalla Risurrezione di Gesù. Essa è il fondamento di tutto. Se Gesù non fosse risorto, non ci sarebbe stata la possibilità di una fede cristiana. Non ci fidiamo di una persona del passato che ci ha lasciato una dottrina, un cammino spirituale, ma accogliamo ed entriamo in comunione con una persona viva che vive in noi, e in mezzo a noi. Egli continua a parlare, salvare, curare e ad offrire la stessa vita che offriva ai suoi allora. Qui entra la funzione della Parola degli Evangelisti, nell’udirli, noi stiamo nelle stesse condizioni di coloro che li ascoltarono personalmente e, per la fede  si realizza in noi la Parola annunciata.

 
 
 
 
© Copyright 2024/2025 - EssereCristiani.com - Tutti i diritti riservati
Realizzazione CMS

Banner