n. 894
Omelia prima domenica di Quaresima
(21.02.2010)
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
"Solo Dio adorerete"
Sacramento della Quaresima
Iniziamo la Quaresima "per progredire nella conoscenza di Cristo e corrispondere al suo amore con una vita santa" (colletta). Noi ci rivolgiamo al fondamento della vita cristiana che è la scelta di Dio, come fa il giudeo fedele nel gesto dell'offerta delle primizie dei frutti, gesto nel quale esprime a professione della fede in Dio che lo accompagna. Quaresima è tempo di rinnovare la nostra scelta battesimale nella proclamazione della Risurrezione di Gesù. In questa domenica riflettiamo sulle tentazioni di Gesù. Perchè il demonio Lo tenta? Già aveva tentato il popolo nel deserto. La tentazione che Gesù deve subire per tutta la sua vita è di disconoscere la sua condizione di Figlio di Dio. Per questo, tre volte il demonio gli dice: " Se sei il Figlio di Dio" (Lc. 4,3). La paternità divina su Cristo è il centro di tutta l'opposizione diabolica a Dio" (T. Federici). Anche la tentazione verso i fedeli riguarda la loro condizione di figli di Dio, incitati ad abbandonare il Padre e a cercare altri dei che saranno proposti come i nuovi padri della loro vita. E' la stessa tentazione che subirono i giudei nel deserto. Il tentatore desiderava sviarli dall'adorazione dovuta solo a Dio, come nel caso del vitello d'oro, della fame e delle acque di Meriba. Questa fu anche la tentazione dei nostri progenitori nel Paradiso terrestre. L'uomo è tentato a farsi uguale a Dio, e non figlio. La tentazione nel mondo di oggi resta sempre la stessa. L'uomo vuole essere Dio. La tentazione, cos'è? Desiderio di restare aggrappati al benessere, al consumismo, al denaro, alla religione dei miracoli, che mette la fede al servizio degli interessi personali. Questo demonio si vince con il digiuno, la preghiera, con la fede e con la pratica evangelica. Non siamo soli nella tentazione, infatti nel Salmo preghiamo: "Poichè a me si è affidato, io lo libererò e lo proteggerò, perchè egli conosce il mio nome" (S. 90). Vincendo la tentazione, stiamo rimanendo fedeli a Dio e realizziamo la nostra crescita.
Risposta a Dio
Gesù è fedele a suo Padre. Poteva non esserlo? Come Uomo ha corrisposto alla volontà del Padre: "Affinchè il mondo sappia che Io amo il Padre, io faccio quello che il Padre mi comanda" (Gv 14,31). Rispondendo al tentatore Gesù mostra che il cammino della Parola del Padre vince l'avidità del pane. Non tenta Dio nella ricerca di miracoli. Rimane in adorazione del Padre perchè non vuole adorare le cose. La tentazione di Gesù si riferisce a noi. Sant'Agostino, nella sua sapienza, dice che siamo stati tentati in Cristo e in Cristo abbiamo vinto. La Sua risposta è la nostra. Passiamo per le tentazioni tutti i giorni. Ma possiamo vincere sempre. La vita deve corrispondere alla fede. Questa è la nostra vittoria. La tentazione ha anche dei vantaggi, perchè stimola a rispondere con fede e fortezza. "Dio ci mette alla prova come i nostri padri"... "per sondare i nostri cuori" (Gd. 8,25-27). Dio non castiga ma educa, perchè quale è quel figlio che non è ripreso dal padre? (Eb 12,7).
Guidato dallo Spirito
Gesù è guidato dallo Spirito. La Parola di fede è ispirata dallo Spirito. Dice Paolo: "La Parola stà presso di te", "Questa parola è la Parola della fede" (Rm 10,8). Facciamo il cammino della nostra storia tra le tentazioni e la vittoria, corrispondendo a Dio nei nostri cuori. E' una storia di fede. Non siamo soli. Dio è il Signore della storia. Il fedele nell'Antico Testamento, nel fare la sua offerta, aveva il senso dell'appartenenza a Dio. Era la sua professione di fede. La fede è la nostra vittoria. Se crediamo, saremo coerenti. Il mondo fugge dalla fede, perchè questa esige di comprometterci con Dio. In questa Quaresima fermiamoci nella triplice alleanza del popolo con Dio per capire come è fedele Gesù.
Letture: Deuteronomio 2, 4-10; Salmo 90; Romani 10,8-13; Luca 4,1-13