nº 1279 Articolo Pe. Luiz Carlos de Oliveira Redentorista
Ricordati di me all’altare
1336. Preghiera per i defunti
La morte ci scomoda sempre, anche sapendo che morire è naturale. Non c’è parola che possa cambiare il nostro interiore, per quanta fede possiamo avere. Ma è stato Dio che ha fatto così, perché niente supera il dono della vita. È un passaggio difficile, soprattutto per chi resta. C’è una tradizione di pregare per i morti nelle più diverse culture e, anche noi l’abbiamo. Noi preghiamo per i moribondi e per i defunti. Come il dopo-morte ci è umanamente oscuro, con la fede sappiamo che siamo uniti a coloro che sono partiti, e che ci incontreremo in Dio. Le culture cercano di risolvere queste questioni con i rituali dei morti. Oggi c’è la cultura di andare al cimitero in determinati giorni. C’è l’omaggio prestato attraverso l’offerta di fiori, candele, tumuli, foto, celebrazioni di ricorrenze ecc. .Se non si credesse nella vita dopo la morte non avremmo neppure i bei riti di sepoltura e neppure la coscienza della nostra unione con coloro che sono morti. Tutto è segno che crediamo nella risurrezione. Nella Chiesa abbiamo, in consonanza con la fede nella Risurrezione, una comprensione della morte che non esclude la condizione umana ma la eleva all’unione a Cristo morto e risorto. La Chiesa ha avuto sempre una grande venerazione per i morti in Cristo, poiché crede che partecipano della sua Gloria. Crediamo ugualmente che possiamo essere vicini e in contatto spirituale. Le persone non smettono di esistere, ma mutano la loro condizione.
1337. perché preghiamo per i morti?
Ciò che giustifica la preghiera per i morti è la fede che formiamo un solo Corpo in Cristo. Il catechismo della Chiesa spiega la fede nel Purgatorio appoggiandosi alla Scrittura e alla Ttradizione che parlano di purificazione (non si tratta di questione di tempo e luogo), ma dell’esistere. Dice nel n. 1030: “Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cieloâ€. È quello che chiamiamo il Purgatorio. La Scrittura insegna la pratica della preghiera per i defunti: “Ecco perché egli, Giuda Maccabeo, mandò a offrire questo sacrificio espiatorio per coloro che erano morti, affinchè fossero assolti dai loro peccati “ (2 Mac 12,46). Dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e offerto suffragi in loro favore, in modo speciale il sacrificio eucaristico (Dz 856), affinchè una volta purificati possano arrivare alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza in favore dei defunti (C. 1032). San Giovanni Crisostomo afferma: “portiamo loro soccorso e celebriamo la loro memoria. Se i figli di Giobbe furono purificati dal sacrificio del loro padre (Gb 1,5) perché dubitare che le nostre offerte in favore dei morti non portino consolazione? Non esitiamo a soccorrere coloro che sono partiti e ad offrire le nostre preghiere per loro†ricordiamo quello che dice la Madre di Sant’Agostino: “Chiedo che vi ricordiate di me all’altareâ€. Era una pratica antica che ritorna popolare
1338. guadagniamo il nostro futuro
La Chiesa quando prega, prega per tutti i defunti. Già vediamo questo nelle catacombe. Che poi è diventato arte ma era una cultura scaturita da un insegnamento radicato. Ricordiamoci anche della necessità di coltivare la preghiera per i morti affinchè siano purificati. Abbiamo la speranza che un giorno, dopo la nostra morte, anche noi parteciperemo di tale carità . Non potremo meritare per noi stessi, gli altri pregheranno per noi. In Cristo ci possiamo aiutare nella carità della preghiera. La preghiera è per tutti anche senza citare i nomi. Non c’è anima abbandonata o vagante. Tutti siamo e stiamo nel corpo di Cristo.
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