nº 1255 Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira Redentorista
Un uomo che non è diverso
1300. chiamati a stare con Lui
Nel mese di agosto riflettiamo sulla vocazione. Non si trata soltanto delle vocazioni religiose, ma anche di quella matrimoniale e laica. Non c’è una vocazione migliore dell’altra, poichè tutte tendono a vivere il Vangelo e ad annunciarlo. Perchè questa preoccupazione con le vocazioni? Gesù ha detto chiaramente: “ La messe è grande ma gli operai sono pochi. Pregate,dunque il Signore della messe, perchè mandi operai nella sua messe!” (Mt 9, 37-38). Tutti sono chiamati dal Padre. Oggi parliamo della vocazione sacerdotale. Purtroppo la figura del sacerdote è vista più a partire dalla tradizione e leggi che a partire dal Vangelo. C’è un rancore contro i preti. Questo attesta la realizzazione dell profezie di Gesù: “ Se hanno perseguitato Me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). Nel cammino della vocazione incontriamo un distintivo chiaro: Gesù “chiamò a sè quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici, che chiamò apostoli, perchè stessero con lui e per mandarli a predicare” (Mc 3,3-14). Il primo aspetto della vocazione sacerdotale è lo stare con Gesù. Il secondo: essere inviato a predicare. Pietro nella scelta dei diaconi disse che essi si sarebbero occupati del servizio delle mense e “noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola” (At 6,4). La preghiera comprende anche i sacramenti. Ritorno al tema di stare con Lui. La prima esperienza dei discepoli con Gesù, fu quando Giovanni e Andrea seguirono Gesù , e questi domandò loro “chi cercate?”, gli risposero: “Maestro dove abiti?”, e Gesù rispose: “Venite e vedete” essi andarono e videro dove dimorava e restarono con Lui quel giorno (Gv 1,35-39). Stare con Lui! Solo l’”incanto” per Cristo può giustificare una vocazione sacerdotale.
1301. Stare con la gente
Stare con gesù significa stare dove Lui sta e come Egli agisce. Gesù stava con la gente. Se stava solo era quando si ritirava a pregare. La relazione con suo padre aveva un motivo: Pregare per i suoi discepoli e per noi anche (Gv 17, 1-26). Già è un tratto di questa vocazione: pregare il Padre per i suoi. Gesù stava in mezzo alla gente che Lo seguiva, lo aspettava, desiderava toccarLo, si deliziava con le sue parole e si rallegrava con i suoi miracoli. Gesù aveva l’odore della gente! Amava tutti con grande misericordia. Sapeva avere compassione. Sapeva che “erano come pecore senza pastore” (Mc 6, 34). I suoi miracoli nascevano dalla sua compassione. Non desiderava vedere nessuno soffrire. Tagliava con tutto ciò che era schiavitù per il popolo. Per questo non si coinvolse con gli oppressori del tempo. I comportamenti di Gesù parlavano più delle sue parole. Abbiamo tanti libri di teologia e di spiritualità, ma Gesù è più grande di ttuti questi. Egli insegna umanità, semplicità, distacco, linguaggio comprensibile, profondità di insegnamento! Questo fa del sacerdote un uomo che non è diverso dalla gente nè da Gesù. Per questo si dice che è un altro Cristo, non nel potere, ma nell’essere.
1302. Sapeva che sarebbe venuto
Egli era sempre presente, arrivava sempre in tempo per dare la vita. Le resurrezioni furono un anticipo della verità della sua stessa risurrezione. Le persone avevano la sensazione che Lui sarebbe venuto. È un apprendistato molto grande dare sempre la certezza che Gesù non dimenticherà quelli che ha amato. La presenza del sacerdote in tutti i momenti è la certezza che il popolo ha della presenza di Gesù. Abbiamo i sacramenti che testimoniano questa certezza. Dicono che il popolo è clericale. In verità esso sa bene che l’unione a Gesù porta una forza che cura tutti. La maggior cura è sentirsi amato. L’amore ai propri pastori deve essere chiaro e convincente. “Chi accoglie voi, accoglie me” (Mc 9,37). Amiamo i nostri sacerdoti!
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