nº 1241
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Spiritualità cammino per tutti
1279 Storia della Spiritualità
Santo è colui che vive la
spiritualità, questo è il cammino insegnato da Gesù. Già nell’Antico Testamento
ci si preoccupava della spiritualità: “siate santi, perchè Io sono santo, dice
il Signore” (Lv 11,44). La Parola
insiste affinchè noi diventiamo giusti, vivendo nella santità. Gesù
insegna: “Siate perfetti come perfetto è il vostro Padre celeste” (Mt 5,48). Il
suo Vangelo è il cammino della santità. In esso c’è tutto quello di cui abbiamo
bisogno per realizzare la santità nella nostra vita. Gli apostoli l’impararono
dalla Sua vita e dalla Sua Parola. Le epistole
danno orientamenti chiari per affrontare questo cammino. La comunità primitiva
ne è anche una testimonianza. Nei primi tre secoli, santo era il martire che
dava la vita per Gesù. Quando le persecuzioni si calmarono, i cristiani diedero
vita a un nuovo tipo di spiritualità vivendo nei deserti. Lì vincevano il male
e si dedicavano all’orazione. Erano i monaci. I laici vivevano la spiritualità
come i monaci. Perciò non c’è una spiritualità per il laico o per il popolo che
viveva la sua lotta quotidiana. La maggior parte dei santi sono dei religiosi:
padri, frati o vescovi. Nel secolo XIII, S. Tommaso D’Aquino riprese l’insegnamento
di Gesù dicendo che la spiritualità si costruisce nell’amore. S. Francesco di
Sales (secolo XVI) ha insegnato che i laici, nelle diverse situazioni nella quali
vivono, possono essere santi. S. Alfonso afferma che tutti possono essere
santi, ciascuno nella sua condizione di vita. Ma, ci fu un teologo , vescovo,
che insegnò che è invece molto difficile andare in Cielo. Questo ha
pregiudicato molto la spiritualità della gente: Il Concilio ha riscoperto la
vocazione del laico, come vocazione primaria nella Chiesa.
1280 Come intendere la spiritualità oggi?
La relazione con Dio e con gli
altri è un tesoro. La spiritualità è l’incontro con Dio che ci ha conquistato
(Fil 2,12). L’apertura a Dio si fa nella totalità, accettando le nostre
fragilità. Abbiamo saputo, poi, che la spiritualità non è individualista. Ciascuno
è responsabile della propria salvezza, ma essa si realizza nella comunità. Gesù
dice: “Chi ama Dio ama anche suo fratello” (1 Gv 4,21). I santi primeggiano
tutti per l’amore ai poveri. L’amore a Dio e al prossimo deve essere con tutto
il cuore, con tutta l’anima e con tutta l’intelligenza (Dt 6,3 – Mt 22,37). L’amore
và fino all’ultima conseguenza. Questo attaccamento a donare solo delle
monetine è buono solo per quella coscienza che non vuole assumersi l’impegno
della carità.
1281 tutto per amore!
Spiritualità non è togliere la
persona dal mondo. Noi ci santifichiamo in quanto persone. La santità include l’intelligenza,
i sentimenti, il corpo, la relazione con le persone, l’affettività, i piaceri
della vita, la famiglia e l’ambiente in cui viviamo. Così c’è il rischio di una
spiritualità che non coinvolge la persona intera e resta solo a livello della
preghiera o delle riflessioni. Il corpo umano è stato considerato causa del
peccato. La sessualità è stata vista solo sotto il prisma del peccato e non
sotto quello della bontà di Dio che ci ha fatto così affinché l’amore fosse
totale. Il matrimonio si santifica nella sua relazione d’amore. La nostra carne
è necessaria per la spiritualità. Tutte le passioni sono buone. Basta orientarle
nell’amore che Gesù ci ha insegnato.Come dobbiamo orientarle? Attraverso la Parola di Dio che ci anima ed
orienta. Abbiamo la forza di Cristo che riceviamo nei sacramenti. L’Eucaristia,
Corpo e Sangue di Cristo ci fortifica e ci mette in contatto con Gesù che fu
uno di noi. Nella comunità mettiamo i nostri doni al servizio. Abbiamo un mondo
meraviglioso nel quale abitiamo e per il quale possiamo arrivare a Dio, come
scrive Paolo (Rm 1,20). Il mondo ci porta a Dio. La spiritualità non è un
momento di preghiera, ma una vita nella quale cerchiamo Dio nella totalità del
nostro essere per amare e servire totalmente i fratelli.