In memoria di me_Articolo


nº 1221
Articolo

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista.

In memoria di me

1249. Questo sarà un memoriale

 

In ogni messa ascoltiamo il comando di Gesù: “Fate questo in memoria di meâ€. A partire da queste parole si può capire il significato  del celebrare che non è solo ricordare un fatto accaduto, ma proclamare la presenza attuale dell’avvenimento salvifico del passato. Non si tratta di raccontare una storia, ma di renderla attuale come avvenimento del quale, partecipiamo atraverso i simboli. Questo lo possiamo vedere già nell’Antico Testamento, come anche lo vediamo nei culti misterici dei greci, per quanto il senso sia un altro.  Il punto di partenza per  noi cristiani è il comando di Cristo: “Fate questo in memoria di Me†(Lc 22,19). L’insegnamento di Gesù sta dentro la tradizione liturgica dell’Antico Testamento. La parola memoria, zakar, in ebraico, non è una rappresentazione del passato, ma ciò che si rende efficacemente presente, come leggiamo nell’Esodo (12, 26-27 e Dt. 26, 25-26), soprattutto nella Cena Pasquale ebraica.. Il figlio domanda al padre: “perchè oggi facciamo una cena diversa?†il padre risponde: “Io ero prigioniero in Egitto, e Dio, con mano forte mi ha salvatoâ€. L’avvenimento non si ripete , ma si rende presente e il fedele partecipa ad esso attraverso i riti e i simboli, nella fede. Dio interviene nella storia in modo permanente che va al di là dell’azione. Il ricordarsi come memoria è rendere presente l’azione di Dio, mettendo a disposizione le Sue azioni salvifiche. Il passato, il presente e il futuro si fondano in un’unica realtà nell’azione di Dio che continua la sua rivelazione e salvezza. Non c’è differenza tra il fatto passato e quello presente. E’ una memoria presente efficace e reale. Non si tratta di ricordare dei fatti, ma di memoria liturgica. Per il Signore, il ricordarsi è entrare in un’azione che concede la salvezza. L’uomo può fortificarsi nella fiducia in Dio e non dimenticare la sua azione. Egli forma il suo popolo, poi lo fa sentire unito nel suo tutto.

 

1250. Memoria del Signore

Paolo, nella sua descrizione dell’Eucaristia, dice di aver ricevuto dalla tradizione, il gesto eucaristico realizzato da Gesù: “Ciò che ho ricevuto dal Signore quello vi ho trasmesso†e lo racconta con queste parole: “Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, annunciate la morte del Signore finchè egli venga†(1 Cor 11, 26). La cena del Signore è memoriale. Il contenuto è cambiato per mostrare la nuova liberazione: “Annunciate la morte del Signoreâ€. Questa presenza della morte sacrificale di Gesù è affinchè possiamo essere nutriti dal suo corpo e sangue. Il contenuto della Pasqua Cristiana è diverso da quella dell’Antico Testamento. Là  si ricordava la salvezza realizzata da Dio in favore del popolo in Egitto. Qui è la presenza personale di Dio nel Figlio che rimane per sempre nella sua Chiesa, come Signore crocifisso e risorto. È realizzato in parole e gesti nella preghiera eucaristicfa.

 

1251. Memoria viva

Partecipando al memoriale del Signore con le Parole e la preghiera eucaristica, facciamo il grande ringraziamento per i benefici dati da Dio nella Storia della Salvezza e, in modo particolare nell’azione salvifica di Cristo con la sua Passione e Risurrezione, che riassumono tutta la sua vita. Il nostro ringraziamento lo facciamo attraverso il Cristo nello Spirito Santo per la gloria di Dio Padre. C’è un lato personale: nella misura in cui partecipiamo, noi siamo trasformati interiormente ricevendo il Cristo. Vivendo la Sua vita passiamo, anche noi, testimoniare questa memoria. Siamo memoriale vivente del Redentore. Continuiamo la sua azione redentrice attraverso la nostra vita e la nostra azione. Per questo diciamo: noi proclamiamo la sua morte e annunciamo la sua risurrezione. Vieni Signore Gesù!


 
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