nº1207
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Le parole difficili della
Bibbia
Difficili perchè?
Non
è da oggi che si incontrano difficoltà nell’interpretazione della Scrittura, in
quei passaggi che presentano fatti che noi non mettiamo in relazione alla
Parola di Dio. La Storia della Salvezza e le azioni di Dio nella Storia
accompagnano anche la situazione o il livello delle persone e del tempo. Dice il
documento “Verbum Domini “ che “la rivelazione biblica è profondamente radicata
nella storia” (VD 42). Dio è stato il pedagogo di questo popolo, portandolo
lentamente ad accogliere la sua comunicazione come grazia. Dio si è adattato al
livello culturale, morale delle epoche antiche. Vediamo che, nel nostro paese,
si fanno cose molto peggiori di quelle di quel tempo lontano. Pensiamo che Dio
mandi a distruggere una città e ad uccidere tutti? Lo scrittore sacro ha scritto
ciò che c’era nella vita del popolo. Ma ricordiamo che i profeti parlavano
costantemente contro ogni immoralità e violenza. Questi testi devono essere
letti in quest’ottica e vedere qual’è l’insegnamento dei profeti e soprattuto l’insegnamento
di Gesù nel Vangelo. Gesù non ha detto non vale la pena, ma che tutto sarà
compiuto, realizzato, riformato nel comandamento dell’amore e nella sua stessa
vita data come salvezza per tutti, anche del passato. Non possiamo prendere
questi testi come argomento contro le persone, ma di elevarli a una comprensione
superiore in Gesù e non ripetere oggi quelle malvagità del passato. Gesù è il
nostro pedagogo.
Fondamentalismo distruttore
C’è anche un’altra questione: l’interpretazione fondamentalista della
Bibbia. Cioè l’abitudine a leggere il testo come se fosse stato scritto oggi,
guardando solo la lettera, senza leggere nel genere letterario nel quale fu
scritto il testo. Tutto influisce a una
buona interpretazione. Per questo ci sono gli studi biblici. Questi non
decidono ma orientano la lettura. È pregiudizievole alla comprenzione della
Parola una interpretazione solo letterale. Se comprenderemo Gesù nel mondo in cui si è incarnato, comprenderemo
anche la sua Parola. L’interpretazione non passa da una strumentalizzazione
della parola. Una risposta a questo tipo di lettura è una lettura fedele della
Scrittura praticata fin dall’antichità nella Tradizione della Chiesa. Vediamo qui l’importanza della Tradizione
come criterio della fede. Questa lettura riconosce il valore della tradizione
biblica, e cerca di scoprire il significato vivo delle Sacre Scritture
destinate ai fedeli di oggi (VD 44). Non possiamo leggere la Bibbia con gli
occhi chiusi, ma aperti e illuminati dallo Spirito Santo che ci fa vedere Cristo in ogni Parola.
Amarsi nella Scrittura
Dal Vaticano II è molto cambiata la relazione tra le diverse Chiese
cristiane, tanto della tradizione antica, come della tradizione protestante. Tutte
sono centrate sulle Sacre Scritture, ma divergono nella interpretazione. Ma, in
modo generale, tutte hanno Cristo come fondamento. E allora, per quanto siamo
separati, siamo pur sempre uniti nella Parola. Gesù, presentanto l’ultima
richiesta che riassumeva tutta la sua missione, prega nell’Ultima Cena per i
suoi discepoli affinchè siano uno perchè il mondo creda (Gv 17,21). L’unità
avverrà soltanto quando ci uniremo nell’amare la Parola di Dio. È necessario
ascoltare la Parola e non le nostre parole. La Parola ci mostra dove sono le
battute d’arresto nel realizzare la parola di Gesù. Per questo, abbiamo bisogno di ascoltare intensamente la
Parola, meditarla e metterla come centro dalle nostre vite. Quando ci lasciamo
incantare dalla Parola di Dio potremo tradurre questo incanto in una grandiosa
manifestazione di unità di tutti coloro che credono in Cristo ed esserne, di
fatto, testimoni al mondo.