VD
nº1195
Articolo
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
“La Scrittura e la
Chiesa
1211.Interpretare la
Parola
C’è una questione dottrinale in
riferimento all’interpretazione della Parola di Dio. Da una parte c’è la
dottrina di alcuni che insegnano la libera intepretazione, dicendo che oguno ha
l’assistenza dello Spirito per poterla intepretare. Possiamo vedere i risultati
negativi di queste idee. E tuttavia, questo, non impedisce la comprensione individuale
della Parola e il massimo profitto per
la salvezza. Ma la dottrina della Chiesa Cattolica insegna che la Parola di Dio
può essere interpretata solo nella fede ecclesiale. Senza la fede viva nel
corpo della Chiesa, non si ha una interpretazione autentica. Ciò che orienta la
comprensione, basata nella Tradizione e nel Magistero, è l’insegnamento dell’
autorità della Chiesa. Tutto questo si
basa sulla Tradizione e l’Insegnamento dei Santi Padri, cioè i santi scrittori
antichi, e con lo studio degli esperti nelle Scritture. Non è una azione privata,
ma comunitartia. Questo dà sicurezza per la conoscenza della Parola. Per questo
il primo passo è sempre dato alla fede. Tutta la Scrittura spiega la scrittura, non sono testi
isolati. Prendere la lettera per la lettera è fondamentalismo, come vediamo in
certe sette cristiane e non. San Tommaso, appoggiato da Sant’Agostino, dice: “Anche
la lettera del vangelo uccide se manca l’interiore grazia della fede che sana”
(VD 29). E perchè dipendere dalla
Comunità della Chiesa? Perché la Parola è stata scritta nella comunità. Quello è
il luogo appropriato e più fecondo per comprenderla. La comunità riunita per la
celebrfazione liturgica accoglie la Parola e la comprende. La Parola celebrata
è una scuola di comprensione. Non dispensa dallo sforzo dello studio e dalla
vibrazione del cuore per comprenderla.
1212. Studio della
Parola
L’interpretazione esige la fede, l’apertura
del cuore, e non dispensa dallo studio. Come è bello sapere che qualcuno che ha dedicato la vita allo studio
della Parola di Dio! La Parola di Dio è nella parola umana. Lo studioso della
Parola guidato dalla sua intelligenza e dallo sforzo di ascoltare Dio che parla
nelle sue parole, offre un contributo
fondamentale a tutti i fedeli. Il documento “Verbum Domini” insegna che
la Sacra Scrittura deve essere letta con lo stesso spirito con la quale è stata
scritta (VD 29). San Pietro dice nella sua lettea che “nessuna Scrittura
profetica va soggetta a privata
spiegazione, poiché non dà volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi
dallo Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio” (2 Pt 1, 20.21). Con
il Concilio Vaticano II è stato
coltivato anche l’interesse di leggere e vivere la Parola di Dio. Per questo
non si deve tralasciarne lo studio, perchè essa ci aiuta a capire meglio tutte
le cose. Qualcuno ha difficoltà a leggerla. Ma se non la leggiamo tutto sarà
più difficile. A misura che la leggiamo e anche la studiamo, la comprenderemo
sempre meglio.
1213. L’interpretazione
e la vita
Può interpretare bene le Scritture
soltanto colui che le vive. La Parola viva, dentro di noi, è differente dalla
parola vista soltanto intellettualmente. Se la Parola ci modella, ci porta a
conversione, è perché la leggiamo con sincerità e coerenza di vita. La fede del
fedele lo guida a sapere come viverla, con il cuore aperto. Quando uniamo alla
lettura alla vita è più facile
comprenderla e interpretarla, perchè la Parola è nata nel seno della comunità e
scritta per gente come noi, guidati
dallo Spirito. A misura che la nostra
vita assimila il testo, più si vive di essa, più essa diventa viva per noi e
noi diventiamo vivi per la comunità. San Gregorio afferma: “le parole divine
crescono unitamente con colui che le legge”