Una parola che dura


nº 1157
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

Una parola che dura

1154. Questa parola è dura

L’incontro con la persona di Gesù e la sua parola non era sereno. Molte volte le sue parole si scontravano con quelle degli uomini. La sua Incarnazione di Figlio di Dio come persona umana già era una parola difficile. Ogni volta che affermava la sua Divinità, la reazione degli uomini arrivava a metterlo in pericolo: “E presero pietre per lapidarLo” (Gv 10,31). Quando perdona dice al paralitico: “I tuoi peccati sono perdonati”, gli scribi presenti pensarono: “chi può rimettere i peccati se non Dio solo, costui Bestemmia!” (Mc. 2,7). Nel discorso del pane di vita, quando Gesù afferma che si deve mangiare la sua carne e bere il suo sangue, i presenti dicono: “Questo linguaggio è duro chi può intenderlo?” (Gv 6,60). Nel proporre il Suo cammino, lo presenta come un difficile, perchè bisogna caricarsi della croce e odiare tutto, anche ciò che sembra buono. Dobbiamo capire il suo modo di parlare per opposizione, anche se le parole continuarono ad essere dure. Le sue parole destrutturano il sistema del pensiero spirituale dei farisei e degli scribi che si giudicavano conoscitori e datori della vera dottrina. Gesù li critica fortemente: “Avete inteso che fu detto agli antichi... ma io vi dico” (Mt 5,33). Nella sua dottrina sul puro e l’impuro, smonta il concetto che essi avevano della purezza che era solo esteriore. Per Gesù la impurità è nel cuore di chi è cattivo e non nelle cose esteriori. La sua stessa morte è il risultato della sua dottrina e della sua vita. La durezza di Gesù non era contro queste persone, ma contro il male delle loro dottrine. Diceva loro: “voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione” (Mt 15,3). Se mangiare la sua carne scandalizza, che cosa sarà quando egli salirà al cielo nella sua Divinità? (Gv 6,62).

1155. Parola che dirige

Nel discorso sul Pane di Vita, Gesù insiste che la fede è alimento. Mangiare la carne del Figlio dell’Uomo è credere in Lui. Credere è fare l’opera di Dio: “L’opera di Dio è che crediate in Colui che Egli ha inviato” (Gv 6,29). Questo è alimentarsi della carne di Gesù e vivere il suo insegnamento che dona la vita eterna. Infrangere così il muro che impedisce di aderire alla fede. Per questo Pietro dice con chiarezza: “Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e  riconosciuto che Tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68). Questa parola di Pietro è l’accettazione di ciò che Gesù dice e della sua opera Salvatrice che dona la vita. Verificare quanto siamo distanti dalla Parola di Dio! Accettiamo e accogliamo la sua Persona e la sua Parola, ma non sempre l’accettiamo come Vita. Cerchiamo di vivere la fede sempre a modo nostro. Accettiamo ciò che ci conviene. La Parola di Dio non è per approvare le nostre idee, ma per essere fonte di vita e anche fonte delle nostre idee.

1156. Docili alla Parola

Simon Pietro accoglie Gesù come Parola di Vita. Il nome di Simone significa proprio: docile alla parola. Quando Pietro fa la sua professione dicendo” Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo” (Mt 16,16), Gesù dice che questa affermazione è il Padre che gliel’ha rivelata. Gesù afferma che è lo Spirito che dà la vita; è Lo Spirito che conduce a credere “la carne non giova a nulla” (Gv 6,63).  La carne vale solo se condotta dalla Parola. L’invito di questa riflessione  è affinchè diveniamo docili alla Parola. Essere docili è accoglierla e metterla in pratica. Mangiare la carne del Figlio di Dio è credere e alimentarsi dell’Eucaristia che è la realizzazione della fede e il mezzo per avere la vita. Le parole dure diventano soave alimento e cammino sicuro della fede.




 
© Copyright 2024/2025 - EssereCristiani.com - Tutti i diritti riservati
Realizzazione CMS

Banner