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Essere alimento - articolo di spiritualità



nº 1153
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

Essere alimento

 1148. La Fede è vita

Credere è ricevere la Vita eterna che dura per sempre, senza aver termine. Vita eterna è partecipazione alla Comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questa comunione di mutua donazione è la loro Vita.  Essere unito l’Uno all’Altro costituisce la Trinità. La Vita eterna non è per il futuro, ma è già presente ed è in attuazione permanente. Avere fede non è solo accogliere una verità, ma accogliere la Vita, perché Dio abita in coloro che credono in Lui e lo amano. Gesù dice: “Se qualcuno mi ama, custodirà la mia parola e il Padre mio lo amerà e verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Gesù dimora in noi come Vita: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14,6). Avendo la Vita di Gesù in noi non siamo legati solo a Lui, ma siamo in unione anche con gli altri. Questa Vita per essere vera, deve essere vita che si dona. Partecipiamo con lui a questa missione: “Io sono venuto affinché abbiano la Vita e l’abbiano in abbondanza” ( Gv 10,10). Avere la Vita che dona Gesù, è donarsi come Vita. Le persone non hanno bisogno di cose, chiedono vita.  La trasmissione della vita agli altri non si riduce a insegnare ma comunicare la capacità di vivere,  perchè formiamo un solo Corpo con Cristo e c’è comunicazione di vita come in un corpo fisico. Se un membro stà bene, tutti stanno bene con Lui. La fede cristiana rifiuta ogni tipo di individualismo e soggettivismo. L’io è completo solo in D-io. Lui è sempre comunione, partecipazione e donazione. Non sentiamo la vita di fede? Avviciniamoci a  coloro che percepiscono che la fede in noi è abitazione di Dio e impegno d’amore, come ha fatto Gesù.

 

1149.  Vita è moltiplicarsi

Questa riflessione ci aiuta a comprendere il miracolo della moltiplicazione dei pani che non è stato un mero distribuire  il pane della grazia in un pic-nic mal organizzato. Essa è un insegnamento su Gesù, in modo particolare sul suo mistero dell’Eucaristia nell’Ultima Cena e realizzato al Calvario e coronato di gloria nella Risurrezione. Gli ascoltatori non compresero, per questo si ritirarono. Pietro afferma a Gesù: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di Vita eterna e noi abbiamo creduto e riconosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 68-69). Nella professione di fede, a nome degli altri discepoli,  Pietro assume il miracolo come sua missione. D’allora in poi noi moltiplichiamo la vita affinchè cessi ogni fame. Questa moltiplicazione è costituita dalle immense opere di solidarietà nella carità che tanti fanno, sia spirituale che materiale. Facciamo dell’Eucaristia una scuola e una fonte di Vita per donare la Vita. E’ qui che possiamo capire che, quando ci comunichiamo senza questi sentimenti non distinguiamo il Corpo del Signore, come scrive Paolo. Chi si comunica, ricevendo il Corpo del Signore, e non si apre alla moltiplicazione della vita  e dei mezzi che la donano, non crescerà nella fede. Comunione solo per se non è ciò che chiede Gesù. Comunione è anche con coloro con i quali Dio si comunica.

 

1150.  Gioia nel donare

Il popolo rimane felice del miracolo. Gesù anche, perchè lo ha fatto con abbondanza. La gioia della moltiplicazione invade il nostro cuore quando ci doniamo prendendo la decisione di condividere sempre il Pane che è Gesù e il pane che ci porta a Gesù. Il popolo nel deserto si rallegrò per quella pioggia di pane venuto dal cielo. Noi ci  rellegriamo con il torrente di grazie che viene da Cristo, per condividerlo. Ci immergeremo nelle acque della Grazia di Dio quando vedremo il volto felice dei bisognosi che si sentono  finalmente amati da Dio attraverso di noi. Questo succede già nel nostro quotidiano. Conviene  però restare attendi a non perdere questa gioia.



 
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