nº1145
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
La forza della predicazione
1136. Parlando in nome di Dio
Tra le meravigliose trasformazioni di
questi ultimi tempi ci sono i mezzi di comunicazione. Per essi possiamo entrare
in contatto universale per portare la gioia di vivere, il gusto e il piacere di
incontrare le persone e offrir loro il nostro servizio fraterno. Non esistono
più distanze. Non serve lamentarsi che a
volte sono usati per altri fini. Ciò che è buono resta tale. Per essi la Parola di Dio diventa molto
più presente e accessibile alle persone. Sfortunatamente però non siamo
interessati ad usare tutto questo potenziale affinché Dio sia più conosciuto e
amato dalle persone alle quali serviamo. Immaginiamo Gesù con tutti questi
mezzi nelle sue mani! Ciò che non avrebbe fatto? Perché la sua parola era tanto
forte? Il segreto della sua forza era parlare in nome di Dio: “Non parlo da me
stesso, ma il Padre, che mi ha mandato mi ha comandato ciò che dovevo dire. E
so che il suo comandamento è vita eterna. Ciò che dico, lo dico come il Padre
me l’ha detto†(Gv 12, 49-50). La forza nella parola di Gesù proveniva dal
parlare in nome del Padre e nell’unione
a Lui. La sua umanità era corroborata dalla Divinità . Questa fu la forza dei
profeti, come vediamo nel libro del profeta Amos: “Il Signore mi prese da
dietro il gregge e mi disse: va’, profetizza al mio popolo Israele†(Am 7,15). E
ricordiamo anche quello che disse Geremia che non desiderava più parlare in
nome di Dio. Ma non ci riusciva perchè tale parola era come un fuoco che stava
dentro le sue ossa. Non riusciva a non parlare in nome di Dio (Gr 20,9). Se
parliamo solo di noi stessi possiamo danneggiare il popolo molto più del maligno, perchè inganniamo
ma usando il nome di Dio. Invece è nel contatto con Lui che siamo servitori per annunciare.
1137. La parola non è schiava
La lettera agli Ebrei ci mostra la solenne
forza della Parola: “la Parola
di Dio è viva ed efficace, più tagliente di una spada a doppio taglio...
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Davanti a lui non vi è creatura
che resti invisibile; tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al
quale noi renderemo conto†(Eb 4, 12-13). Parliamo in nome di Dio, ma non
possediamo la Parola,
ne siamo solo servitori. Prima di tutto abbiamo bisogno di convertirci a Dio
attraverso la sua Parola , poi dobbiamo portarla a coloro che cercano Dio.
Usare la Parola
a nostro servizio è una specie di idolatria. Idolatria è servirsi della Parola
per approvare le nostre idee, invece
occorre servire la parola come alimento, perchè è pane. Essa è viva ed ha
forza. Basarsi nella Parola non è farle dire quello che vogliamo. Ma volere
quello che essa manda a dire per la nostra conversione, perchè il predicatore
peccatore è il suo primo ascoltatore.
1138. Messaggio per la Vita
Gesù che ora parlava alle masse, ora al
gruppo dei suoi discepoli, ora avviava un dialogo personale, come nel terzo
capitolo del vangelo di Giovanni nell’incontro con Nicodemo. Il contatto
personale non può essere omesso. Possiamo anche dire che questo contatto in una
situazione di necessità o anche per amicizia, vale più che numerosi sermoni. È
contatto di vita che dà vita. È funzione dei responsabili della comunità , ma è
anche un dono che è dato a tutti. È un diritto e un dovere. Perchè le parole di
Gesù erano gradite dal popolo? Perchè
erano parole che venivano dalla vita, non solo discorsi senza fondamento nella
Parola, cosa di cui, invece, accusava i farisei: “mentre insegnano dottrine che
sono precetti di uomini... lasciando da parte i comandamenti di Dio, voi vi
attaccate alla tradizione degli antichi†(Mc 7, 7-8). Siamo invitati a dare
nuova vita alla comunicazione della Parola di Dio.