Saper ascoltare - Articolo


nÂş 1143
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista


Ascoltate oggi la voce del Signore!

 

1133. Saper ascoltare

Dio ci ha donato i sensi per poter entrare in dialogo. La persona umana è tutta “comunicazione”. Senza comunicazione non sopravvive. Abbiamo un senso speciale per entrare in dialogo con Dio: l’ascolto. Nei suoi dialoghi con l’umanitĂ , Dio usa sempre la parola per comunicare. La lettera agli Ebrei conferma: “Dio aveva giĂ  parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti,  ultimamente, in questi giorni, che sono gli ultimi, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb. 1, 1-2). Non solo ha parlato, ma ha inviato GesĂą che è la Parola, come leggiamo nel vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo (la Parola), e il Verbo stava con Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1). GesĂą è la Parola che si comunica attraverso parole. Giovanni dice che  la conoscenza di GesĂą si ha in primo luogo attraverso la Parola: “Colui che era fin dal principio, colui che noi abbiamo sentito, colui che abbiamo veduto con i nostri occhi, colui che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato, cioè il Verbo della vita, perchè la vita si è manifestata e noi l’abbiamo veduta e ne diamo testimonianza e vi annunziamo questa vita eterna che era presso il Padre e che si è manifestata a noi” (1 Gv 1, 1-3). La parola ascoltata si trasforma in parola comunicata. La parola annunciata è  per essere ascoltata e praticata, come ci dice San Giacomo: “Siate esecutori della parola e non solo ascoltatori, ingannando voi stessi” ( Gc 1,22). La fede viene dall’ascolto (Rm 10,17)., e questo accade grazie alla predicazione. Parliamo molto nelle chiese, ma ascoltiamo poco. Si dice che la Chiesa cattolica è la chiesa dell’ascolto. E’ fondamentale sviluppare la capacitĂ  di ascoltare. Per questo la liturgia deve essere udibile, e il fedele essere attento al Dio che parla. Tanta buona gente si alimenta continuamente della Parola e con essa modifica la vita e il mondo. Quanto è difficile fare silenzio per lasciar parlare Dio.

 

1134. Parlando in nome di Dio

 

Quando GesĂą fu a Nazareth (Mc 6,1-6) e insegnò nella sinagoga, i suoi conterranei, amici d’infanzia, di lavoro e forse di divertimento della sua cittĂ , lo rifiutarono perchè non ammettevano che Lui avesse quella sapienza. Sappiamo che GesĂą era un eccellente carpentiere, come suo padre Giuseppe. Ma... parlare in nome di Dio, non gli era permesso. La vita del profeta è dura come possiamo accertare anche dalle parole di Ezechiele (2, 2-5). GesĂą dice chiaramente: “Non c’è profeta che sia disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e nella sua casa” (Mc 6,4). Tutti i profeti, infatti, hanno avuto difficoltĂ  nell’annunciare la Parola di Dio,  perchè essi  incitavano sempre a riprendere il cammino. Si tratta dell’annuncio della conversione. La conversione non è gradita. Perchè si rifiuta  colui che parla in nome di Dio? Noi accogliamo senza problemi ne questioni, le parole che si dicono, perchè non vanno al cuore nè indicano un cammino di Vita attraverso la conversione, e queste noi le accettiamo.

 

1135. Insegnare ad ascoltare

Per poter udire è necessario fare il silenzio del cuore. Elia parlò con Dio soltanto quando ascoltò il silenzio (1 Re 19,12). Silenzio non significa mancanza di rumore, ma mancanza di capacità di selezionare ciò che ascoltiamo. Possiamo stare soli in mezzo alla moltitudine e avere la moltitudine dentro di noi quando stiamo soli. C’è bisogno nelle nostre comunità di educare le persone a desiderare di ascoltare. Andiamo a messa e non ascoltiamo Dio che parla. Se desiderassimo ascoltare, Egli parla. D’altro lato è necessario creare un ambiente per apprendere ad ascoltare. Ogni giorno è giorno di ascoltare parlare Dio. Dio parla a coloro che desiderano ascoltare.

 


 
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