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L'Assunzione di Maria - Un corpo a servizio della fede
 
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nº 1049
Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

 

Un corpo a servizio della fede

Un corpo pieno di Dio

Nella festa dell’Assunzione celebriamo Maria che è stata elevata al Cielo in anima e corpo, cioè nella persona umana completa. E’ un dogma della nostra fede. Dogma  non è soltanto una verità da credere, ma indica anche un modo di vivere la fede e di organizzare la vita cristiana. Questo dogma mariano, nel nostro modo di pensare, si riferisce a Maria che ha meritato la grazia speciale di essere concepita senza peccato e perciò la morte, come in Gesù, non ha avuto potere su di lei.  Certamente il dogma si riferisce a Maria, ma in tutta la sua verità si riferisce anche alla Chiesa e a cuascuno in particolare. Dividere Maria dalla Chiesa è tagliare la fonte che ha generato Gesù. Dio ha voluto così. Non possiamo pensare che Maria ha soltanto ricevuto i doni. Non possiamo dividere Maria dal suo popolo, dalla sua cultura e dalla sua situazione storica. Non possiamo dividerla dalla natura umana, come se non fosse una persona come noi. L’Assunzione di Maria al Cielo è una proclamazione, molto bella, del valore, della bellezza e della grandezza del corpo umano. La teologia del corpo salva questi valori. Non si tratta di un valore dato al corpo soltanto per l’aspetto di essere fonte di piacere, o che lo delimita, ma di vederlo in tutte le sue dimensioni. Il corpo è una materia fragile è soggetto a molti mali  che non lo fanno peggiore o inutile, poichè i criteri della bellezza e utilità non sono l’unica sua ricchezza.  Ci sono anche i corpi feriti dalla sofferenza, distrutti dalla povertà o dal lavoro. Questi sono belli per il fatto di essere corpi. Certe spiritualità hanno insistito sulla malattia del corpo considerandola come fonte di peccato. E dunque ecco scaturire la necessità di castigare il corpo con le penitenze, i digiuni le privazioni per dominare questo “piccolo asino maleducato”. Si dimentica che il corpo è stato fatto da Dio: “Ed Egli vide che era cosa molto buona” (Gn. 1,31). Se il peccato originale lo ha coinvolto nella situazione di peccato, il male non si localizza nel corpo ma nella volontà e nella scelta di chi lo usa. Riflettere sulla realtà corporale come un luogo della presenza di Dio, aiuta a superare la filosofia che dice che il corpo è la prigione dell’anima. L’unità del corpo e anima si danno nell’armonia che il Creatore ha concesso.

 

Corpo a servizio

Gesù è il primo modello del corpo posto a servizio del Regno, dell’amore e della redenzione. La sua venuta al monto fu attraverso un corpo che è tutta la carne dell’umanità. Egli ha assunto un corpo che si è unito alla divinità. Ha partecipato della condizione umana. Amava con un corpo, si lasciava toccare, è stato flagellato, crocifisso, morto e risorto. La lettera agli Ebrei dice quello che Gesù pensava del corpo: “Tu non ha voluto nè sacrificio nè offerta, ma tu mi hai preparato un corpo”. In questo corpo Egli realizza la volontà di Dio: “ Nella quale volontà siamo stati santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre” (Eb 10,10). Il corpo di Maria è servito alla incarnazione del Verbo e lo ha alimentato e di esso si è preso cura. Così noi possiamo usare il dono del nostro corpo e usarlo al servizio della vita del mondo.

 

Forte nella debolezza

Nel considerare la debolezza del nostro corpo dimentichiamo la sua capacità di passare attraverso le diverse fasi della vita, del lavoro e del servizio. Esso è anche il corpo che serve ad amare, all’affetto, alla comodità, al piacere e alla gioia di servire. La grazia di servire, come Cristo, nell’impegno totale del corpo e della vita è quello che farà della nostra debolezza l’energia rinnovatrice del mondo. Per questo l’Assunzione di Maria è la proclamazione della grandiosità del nostro corpo. Restiamo uniti a Maria nella gloria con il Risorto.

 

 
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