nº 1037
Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Una Chiesa al servizio
972. Gesù, il Servo
Il profeta isaia ha scritto 4 poemi chiamati attualmente i carmi del Servo di Javè (1º- Is 42,1-9; 2º - Is 49,1-9a; 3º - Is 50,4-11; 4º - Is 52,13-53,12). – Gesù è identificato come Servo di Dio, come leggiamo anche negli Atti degli Apostoli: “Il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù” (At 3,13). Egli stesso dice di se: “Sono venuto per servire e non per essere servito” (Mc 10, 45). Egli dice chiaramente che sta tra noi “come colui che serve” (Lc 22, 27). Nell’ultima cena, per farci comprendere il senso dell’Eucaristia e della sua Morte, ha lavato i piedi ai discepoli insegnando che la sua morte e la sua memoria nell’Eucaristia sono un servizio da schiavo: “Io , il Maestro e il Signore, ho lavato i piedi a voi” (Gv. 13,14). Egli si è posto al servizio con la sua vita e i suoi miracoli. Essere servitore vuol dire accogliere l’impegno decisivo di fare la volontà del Padre, come leggiamo in Ebrei: “Ecco io vengo per fare la tua volontà” (Eb 10,8), perché è disceso dal Cielo non per fare la sua volontà, ma quella di colui che lo ha inviato (Gv 6,38). In Gesù, essere servo era il suo modo di esistere. Il mistero della redenzione è opera dell’amore gratuito che è servizio. Per questo il suo Regno è un servizio all’umanità affinché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv 10,10). Quando la Chiesa passa ad essere una società che vuole essere servita, essa si svia dal suo Signore. Da lì vengono tutti i difetti che essa può accumulare. Siccome è composta di persone, giustifica le sue azioni col potere e non con il servizio. La chiesa ha un potenziale immenso per il bene del mondo. Questo potenziale è per servire. Essa se ne serve quando è rivolta solo verso se stessa, mettendo il fondamento in elementi che sono al servizio del potere e non dei figli di Dio. Corriamo il rischio di incorrere in quello che Gesù ha detto dei persecutori che ammazzano pensando di stare prestando un servizio a Dio (Gv 16,2).
973. Se farete così
Celebriamo la festa di S. Pietro e S. Paolo e celebriamo anche il giorno del Papa successore di Pietro. Essi sono le colonne della Chiesa. A Pietro furono date le chiavi che significano il potere, tanto necessario in tutte le società. L’anarchia significa l’assenza di autorità. Gesù ha stabilito Pietro con una missione molto chiara: “Conferma i tuoi fratelli nella fede!”. Anche nella tentazione e nella fragilità Pietro è confermato nella sua missione. Gesù, nel consegnargli questa missione, indica come esercitarla: “Tra voi non sarà così (come i potenti del mondo). Colui che vuole essere grande tra voi sarà vostro servo, e chi fra voi vorrà essere al primo posto, si farà vostro schiavo” (Mt 20, 26-27). Purtroppo constatiamo che in alcuni il modo di esercitare il potere nella Chiesa porta pregiudizio al messaggio di Gesù. Se faremo come Gesù, i frutti della Passione e della Risurrezione del Signore saranno abbondanti.
974. Al servizio di tutti
Il cristiano è un ritratto vivo di Gesù. Rende presente nella società la persona di Gesù che si dedicava a tutti. Non facciamo proselitismo invitando le persone a venire nella nostra Chiesa, ma facciamo a loro ciò che Gesù faceva. La partecipazione al servizio della comunità è diventato appannaggio di piccoli gruppi di potere. In certi luoghi, molti fanno della chiesa il loro feudo e guai a chi lo tocca. Incontriamo questo anche in parte del clero che usa l’autorità a pregiudizio del popolo. Il Vaticano II invita al dialogo, alla partecipazione di tutti, all’impegno comunitario, al servizio mutuo, ai ministeri. Tutto questo è evangelico e tradizione della Chiesa. Così hanno fatto e fanno tutti coloro che realmente hanno scoperto Gesù, il Servo di tutti. Una Chiesa tutta ministeriale può curare questi mali.