La vita spirituale come speranza
 
 

n. 943
Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

 

La vita spirituale come speranza

 

828. La  Speranza è fonte

 La vita della Chiesa e la vita di ciascun cristiano formano un'ammirevole unione nel dinamismo della crescita spirituale. Accompagnano tutta la storia . La  Chiesa  è anche il ritratto del suo tempo, sia quando influenza la società sia quando ne viene influenzata. Essa riflette in modo meraviglioso le tappe del popolo di Dio. Come  ogni albero ha il suo modo di esistere, crescere, dare frutti e morire e questa realtà è già presente nel seme, così anche il popolo di Dio  si realizza nella vita di ciascuno, nella misura  che va dal singolo al collettivo. La santificazione è un processo che ha molte tappe.  Guardiamo alla nostra provenienza, poiché noi veniamo dalla fonte preziosa del Battesimo e dalla vita della Chiesa. La vita attuale la portiamo nella fede e nella speranza, animati dall’amore. La speranza non è la virtù che ci dà la pazienza per dire: un giorni cambierà tutto, Dio ricompenserà  e la gente sarà felice. Questa non è la speranza cristiana, ne è solo un aspetto. La speranza  ha il senso e la funzione di una realizzazione temporale, parziale, anticipata del progetto glorioso. Speranza è avere già ma non ancora il possesso totale. La speranza ci da la garanzia e la fede ci fa vivere queste realtà future ancora in maniera temporale e parziale. Essa ha la grazia e la forza di trasformare la coscienza della precarietà  e della parzialità in un impulso  avente un maggiore dinamismo creativo. La Chiesa ha coscienza che non è completa ne totalmente realizzata, che non è ancora totalmente unita al suo Sposo come sarà nella gloria del Padre.

 

829. Viviamo come pellegrini

 Il concetto di stabilità e la certezza nel provvisorio,  non  sono mai  stati concetti sufficienti per l’esercizio della missione della Chiesa. Ugualmente la vita spirituale di ognuno è un tempo di peregrinazione. Siamo in cammino. Non potremo mai crogiolarci sulle nostre conquiste, anche se grandiose. L’esperienza della Chiesa nei secoli è  modello poiché è sempre stata un cammino di pellegrini : ora cercando santuari, ora partendo per terre lontane ad annunciare il vangelo. Questo ha sempre  richiesto di uscire dalla terra , di avere disponibilità ad entrare in contatto con altre realtà che l’avrebbero fatta crescere. La vita spirituale di ognuno è una peregrinazione , è un  uscire da se per cercare nuove ricchezze in luoghi differenti di questo nostro mondo egoista. Stiamo sempre in partenza per portare agli altri la Buona Novella.

 

830. Sempre in esodo

 L’Esodo è un momento fondamentale della vita del popolo di Dio e ne costituisce la spiritualità. Senza esodo non esiste l’entrata nella Terra Promessa del Regno della Grazia. La Chiesa può vivere solo se resta in esodo permanente.  Questo ha maggior forza rispetto alla peregrinazione, poiché è dinamismo di totale slegamento dalle situazioni , prigioni e oppressioni del male. E’ ciò che possiamo apprendere dalla Parola di Dio che colloca l’Esodo dall’Egitto come punto di riferimento per tutta la storia del popolo di Dio. Si può anche dire che se non ci fosse stata questa tappa nella storia del popolo, non sarebbe stato possibile costituirlo come popolo dell’Alleanza. Il popolo è fuggito dall’Egitto per poter vivere la liberazione totale, il Dio che si compromette fino all’estremo del dolore per ottenerci la massima  liberazione. L’esodo suppone l’uscita da una situazione di oppressione,  un cammino nel deserto, nell’abbandono, l’alleanza di partecipare alla vita di libertà e all’ingresso nella terra della promessa, che per noi è il Regno della Grazia di Cristo. Nella spiritualità personale, l’esodo, suppone ciò che dice Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).

 

 

 
 
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