Il nostro pane quotidiano

 

 

n. 933
Articolo
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

 

813.  La buona abitudine

 Una volta un nipotino mentre pregava il Padre nostro, con sua nonna, nel pronunciare le parole: il nostro pane quotidiano, chiese:”Nonna, perché la gente non chiede il pane per l’intera settimana?” – “No figlio, rispose la nonna, Dio vuole che i suoi figliolini mangino sempre il pane fresco, non il pane duro”. Questa è la sapienza  di mia nonna, Mamma Rita, che faceva sempre il caffè fresco per ognuno che arrivava. Nella vita quotidiana, i momenti sono sempre gli stessi. Il nostro cuore ha il suo ritmo che preoccupa solo quando batte in modo differente. Non è necessario fare grandi cose buone. La vita è fatta di tanti piccoli gesti di accoglienza, di affetto, di carità, di aiuto reciproco, di amore. Il bene che facciamo, con tutta certezza, produrrà il suo frutto. Non c’è bisogno di realizzare in continuazione nuove spiritualità o nuovi modi di vivere. L’importante è ricevere ogni momento come una novità e farlo diventare sempre nuovo.  Perché abbiamo i nostri ritmi, i nostri capricci, le nostre  sane manie? Siamo fatti così. Anche gli animali  hanno  i loro modi specifici di agire, i loro ritmi e manie. La natura ha le sue fasi. Si sente, a volte, che le persone si stancano facilmente con la rutine. Desiderano sempre la novità, qualcosa di più appassionante. La TV  presenta sempre nuove sollecitazioni. Molto del vuoto che invade le persone dipende dall’incapacità di rendere denso il momento presente attraverso la scelta di vivere la dimensione del servizio. Ciò che facciamo, per piccolo che sia, è fatto a Dio. Continuiamo ad essere i collaboratori di Dio per la costruzione del mondo così come ci è stato consegnato nella Creazione: “Dominerai la terra!”(Gn 1,28). Sono i piccoli gesti che fanno il mondo, come le gocce dell’oceano, come i granelli  di sabbia delle spiagge, come le  cellule del corpo.

 

814.  Tempo da vivere

Nella Chiesa celebriamo i grandi momenti della Pasqua, del Natale ed altri ancora. Belle feste!. Ma abbiamo anche un lungo Tempo Ordinario che sembra essere sempre la stessa cosa. Accompagna il ritmo della vita con la Vita di Cristo  che ha anche il suo ritmo.  Questo è ciò che fa la bellezza della celebrazione, sempre la stessa, e che le dona la capacità di essere sempre nuova. La celebrazione rende i giorni differenti.  Essa è un momento unico, come unico è ogni momento della vita. Evidentemente comprendiamo che non sono i giorni festivi che dominano la vita, ma il giorno per giorno, il quotidiano, con i suo ritmo consueto. Se avessimo feste tutti i giorni, non ci sarebbero più giorni festivi! Prendiamo sempre lo spesso caffè, ma è sempre nuovo, ed è sempre buono: (Come mai?). La grande battaglia che dobbiamo affrontare è quella di fare il bene nella vita quotidiana. San Paolo ci orienta: “ Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,21). La spiritualità cuce la nostra vita nella vita di Dio.

 

815. Ad ogni giorno il suo affanno

Gesù insegnava che "a ogni giorno basta la sua pena” (Mt 6,34). Ci esorta a non preoccuparci per il futuro, perché il Padre del Cielo ha cura di noi come ha cura dei passerotti e delle piante (Mt 6, 25-37). Essi non hanno bisogno di preoccuparsi e danno uno show di bellezza e ricchezza, ogni giorno. E questo non è irresponsabilità e neppure approfittare degli altri. Gesù insegna che cercando il Regno di Dio e la sua giustizia, le altre cose ci saranno date in sovrappiù (33). Questo vuol dire che, se mettiamo l’interesse del Regno in quello che facciamo, il domani sarà garantito. L’interesse del regno è la dinamica dell’amore.  

 

 
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