n. 927
articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Cuore Eucaristico di Gesù
804. l’Amore di Gesù nella Eucaristia
S. Paolo scrive: “Grande è il mistero della pietà: Colui che fu manifestato nella carne, fu giustificato nello Spirito, apparve agli angeli, fu predicato alle nazioni, fu creduto nel mondo, fu assunto nella gloria” (1 Tim 3,16) La nostra pietà si fonda nel Cristo. La devozione al Cuore Eucaristico di Gesù proviene dalla metà del 19° secolo, si è sviluppata per un certo periodo poi è stata dimenticata. Alcuni Istituti la conservano ancora. Pio XII, nella Enciclica “Haurietis aquas”, ha promosso questa devozione con queste parole: “Non sarà facile comprendere la forza dell’amore che ha portato Gesù Cristo a darsi a noi come alimento spirituale, se non si promuove in modo speciale il culto al Cuore Eucaristico di Gesù”. Questo culto non differisce dal culto che la Chiesa tributa al Sacro Cuore di Gesù, ma in più venera il rispetto, l’amore e la gratitudine verso il simbolo dell’amore supremo per il quale Gesù ha istituito il sacramento della Eucaristia, per rimanere sempre con noi. A pieno diritto può essere venerato, con culto speciale, questo segno adorabile del Cuore di Cristo, che è la dimostrazione suprema del suo amore. Benedetto XV ha approvato la devozione al Cuore Eucaristico di Gesù che ci dà la Santissima Eucaristia. Ciò che mi porta a riprendere questo tema è ricordare che la devozione al Sacro Cuore non va focalizzata sui benefici che potremo avere, ma è un invito ad andare in profondità nel mistero dell’amore di Cristo. E’ il culto nel suo senso puro, e cioè: essere orientato a Dio, amando l’Amore che si è donato. Riflettiamo con Paolo:“Siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza” (Ef 3,19).
805. Dolcezze dell’amore
Preghiamo nella colletta della messa (nella lingua brasiliana) del Cuore Eucaristico: “Signore Gesù Cristo, siccome hai sparso sugli uomini le ricchezze del tuo amore, istituendo l’Eucaristia e il sacerdozio, concedici di amare ardentemente il tuo Cuore e usare degnamente i tuoi doni”. Chi ha fede, scopre l’amore, come interpreta Geremia: “Ti ho amato di un amore eterno, perciò ti ho condotto con amore” (Ger 31,3). Questo momento ci invita a entrare nelle inenarrabili dolcezze dell’amore. Solo qui possiamo valutare quanto si sa dell’Eucaristia: cioè il piacere di amare Colui che per amore si è fatto presente nell’Eucaristia. Nell’ amore di profondo distacco da se, ci lasciamo sedurre e coinvolgere dalle maglie dell’amore di Cristo che si è fatto dono. Quanto sarebbe diversa la nostra vita se avessimo quest’amore e se amorevolmente potessimo capire l’amore che si dona e accoglie.
806. Nel fuoco dell’amore
Nei riti, celebrazioni, simboli, che abbiamo, mancava l’amore di lode e ringraziamento verso quell’amore che Lui ha dimostrato donandosi, che è il contenuto più autentico dei riti. Preghiamo nell’offertorio della messa propria: “Signore Gesù, che hai concesso alla tua Chiesa questi misteri, perché essa stessa si offra unita con te come ostia santa, infiamma i nostri cuori con il fuoco del tuo amore” Gesù disse: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). E’ questo il fuoco che vuole accendere in noi con l’amore del Suo Cuore presente nell’Eucaristia. Quando lo riceviamo nell’Eucaristia, condividiamo questo amore e lo distribuiamo. Ogni Eucaristia che celebriamo e i momenti nei quali adoriamo sono per noi ringraziamento: “Alzo il calice della mia salvezza.. per questo offro un sacrificio di lode” (Sl 115, 4.8). Se questo fuoco non si accende in noi, come sarà freddo il mondo!