n. 919
Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
“Lo Spirito è dato senza misura”
792. Deve essere conosciuto
Nella Chiesa Occidentale, nel nostro caso quella Romana, ed anche tra gli evangelici, si vede un non sufficiente riconoscimento dello Spirito Santo. Con la nascita dei gruppi pentecostali, anche carismatici cattolici, è cominciata una maggiore e più chiara conoscenza dello Spirito Santo. La teologia delle Chiese Orientali è molto pneumatica (pneuma significa spirito), approfondisce molto l’azione dello Spirito Santo. Abbiamo molto da apprendere da loro. Perché questo disconoscimento? Immagino che il pensiero romano antico essendo molto intellettualistico ha avuto difficoltà a conoscere lo Spirito che, come il vento, non può essere controllato. L’orientale è più aperto alla poesia, al misticismo e al simbolismo. Non possiamo avere lo Spirito Santo solo come “elargitore” di miracoli, datore di doni speciali che soddisfano la nostra vanità spirituale. Gesù, nel promettere lo Spirito ne indica anche la missione: “Egli mi darà testimonianza” (Gv 15.26): “E quando egli verrà, confuterà il mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio” (16,8); “Egli vi guiderà alla verità piena” (16, 13); “Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annuncerà” (16 14). Con queste poche parole Gesù ci mostra la sua missione: condurre alla conoscenza di Gesù, della vita nel mondo , alla conoscenza della verità. Queste non sono un pugno di parole, ma l’intera vita. Egli ci metterà in adorazione di Cristo, riconoscendolo come il Signore. Il Padre ci dona lo Spirito in pienezza perché non lo divide, diminuendo la sua “quantità”. A Pentecoste tutti ricevono lo stesso fuoco (At 2,3). “Così come il sole illumina allo stesso tempo i cedri e ogni fiorellino come se fosse l’unico sulla terra, così anche Nostro Signore si occupa particolarmente di ogni anima, come se fosse l’unica” (S. Teresina). Ognuno lo riceve in pienezza, ma anche in modo differente per un’opera differente, così come un fiore si differenzia da un altro. Ognuno ha la sua missione per il bene comune. Possiamo paragonarlo alla pioggia: l’acqua è uguale per tutti ma si producono frutti e fiori differenti!
793. Egli vi insegnerà
Se guardiamo l’azione di Gesù verso gli apostoli, constatiamo che essa non ha avuto successo, perché fin dopo la Risurrezione doveva ancora richiamare la loro attenzione: “li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore” (Mc 16,14). Essi confondevano ancora la missione di Gesù: “E’ ora che restaurerai il Regno di Israele?” (At 1,6) . L’azione dello Spirito, dunque, ha per scopo di ricordarci e spiegare tutto ciò che Gesù ha insegnato (Gv 14,26). La fedeltà della Chiesa a Gesù non viene da se stessa, ma viene assicurata dallo Spirito. Egli interpreterà le parole di Gesù per il tempo in cui viviamo, di modo che in tutti i tempi non ci manchi la conoscenza completa della parola. Possiamo contrastare la sua azione, ma non distruggerla. Cercare lo Spirito per avere i suoi bei doni è perdere il Dono che Egli è.
794. Prenderà dimora
Per dare efficacia all’azione di Gesù lo Spirito Santo prende dimora in noi come in un tempio: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Cor. 3,16): “Lo Spirito di verità… voi lo conoscete, perché dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv 14,17). La presenza dello Spirito ci dà la partecipazione alla vita di Dio. Egli viene per la purificazione: “Coloro ai quali perdonerete i peccati, saranno rimessi” (Gv 20,23). Egli è la forza che ci fa resistere ad ogni male e ci fa praticare il bene: “Lo Spirito discenderà su di voi e da lui riceverete la forza per…e sarete miei testimoni… fino ai confini della terra” (At 1,8). In ogni liturgia riceviamo lo Spirito perché stia sempre con noi.