n. 895
Articolo
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
756. Il bello parla di Dio
Dio parla in tanti modi per metterci in relazione con lui. Ci ha parlato per mezzo del Figlio: “La Parola di Dio si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Dio parla attraverso la persona del Figlio e attraverso le sue parole. La parola è la comunicazione fondamentale. Accanto ad essa abbiamo tanti modelli di comunicazione. I nostri sensi hanno modi differenti di comunicare. Ogni senso riceve in modo differente e provoca risposte differenti. Nello scegliere il corpo umano per comunicarsi con noi, Dio non privilegia l’udito, ma assume tutti i sensi, l’intero corpo della persona. La predicazione del Vangelo non si riduce alla parola. Possiamo domandare alle persone ciò che è stato detto nella predica, in un discorso o in una conversazione. Normalmente nessuno lo sa. Se usiamo le immagini, la parola diventa molto più ricca. La visione accompagna l’audizione. L’armonia e la bellezza dell’architettura, delle pitture, delle immagini e degli abiti rendono più ricche le parole. Gesù dice: “Guardate i gigli del campo… i passeri del cielo” (Mt. 6,25). La Chiesa Orientale usa le icone (quadri) per la contemplazione, come una predicazione in forma di pittura. Aggiungiamo il movimento e il tatto per una comunicazione che deve essere anche sentita. L’odore dell’incenso o il profumo dei fiori accentua la percezione della verità comunicata. Non basta un buon microfono, che non sempre è buono, per permettere a Dio di parlare. Attraverso tutte queste ricchezze , e se aggiungiamo l’amore e la dedizione, Dio parla. Nella Chiesa dobbiamo fare un esame della nostra comunicazione. Penso che dobbiamo riformularla e molto. Non basta un buon contenuto. Basta semplicemente imitare Dio per essere buoni comunicatori. Quando diciamo che la bellezza salva, stiamo riconoscendo la sua finalità fondamentale che è di condurre a Dio. Chi è da Dio riconosce dove stà Dio.
757. Promuovere la bellezza
Nell’Antico Testamento, quando Dio mandò a costruire il tabernacolo, come luogo dell’incontro con Lui, scelse un artista e lo riempi dello spirito della sapienza di Dio, dell’abilità e della perizia per ogni specie di lavoro (Es 31, 1-11). Sono gli innumerevoli doni che le persone ricevono per promuovere la bellezza. C’è un principio della filosofia perenne che dice: il bene, il vero e il bello sono identici (bonum, verum et pulchrum, in se convertuntur). La bellezza porta con se la verità, e la verità è un bene e il bene è verità. Per comunicare ciò che sappiamo di Dio, siamo chiamati a usare la bellezza, per questo, la promozione dell’arte in Cristo è parte fondamentale dell’evangelizzazione. Il culto, la predicazione e l'organizzazione della vita della Chiesa richiedono un po’ più di cura alla musica, alla pittura, alla scultura, all’architettura, all’ornamento e al vestiario. Ho notato che le pietre pregano e che il corpo partecipa all’incontro con Dio.
758. Promuovere i talenti
Dio ha dato a tutti , doni per manifestare la sua gloria e la sua bellezza moltiplicando il suo amore per noi. Una prova d’amore a Dio e agli altri è la promozione dei talenti delle persone. Nella Chiesa è comune avere persone dominatrici che impediscono agli altri di sviluppare i loro doni. Nella evangelizzazione e nella educazione alla fede è molto utile il coinvolgimento delle diverse aree dei doni. La ricchezza dei nostri doni ha lo scopo di comunicare la bellezza di Dio e del Vangelo di Gesù e condurre le persone a quel bene più grande che ci dà tutta la verità e ci incanta con la sua bellezza. La bellezza del mondo di Dio stà nella sua diversità incantevole. Lodato sia Dio per la bellezza dei doni che ha messo in noi.