n. 885
Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
741. La gioia è forza
Leggiamo nel libro di Neemia: “la gioia del Signore sia la vostra forza” (Ne 8,10). Il popolo nell’udire la lettura della Legge di Dio, si commuove e piange. Neemia comanda al popolo di festeggiare in quel giorno di Assemblea e di rinnovamento dell’Alleanza, perché era un giorno consacrato al Signore. Dio è gioia! La gioia sembra che non faccia parte della nostra devozione, perché siamo più abituati a vedere Gesù Crocifisso e Dio come giudice che condanna. Soffriamo quando le persone si mettono al posto di Dio e ci minacciano dicendo “Tu sarai condannato!”. Avete già visto l’immagine di un santo che sorride? Ma la gioia di Dio è la nostra forza! Ciò vuol dire che stando in sintonia con Dio, anche nelle difficoltà e negli errori, abbiamo la forza sufficiente per superare e creare un humor spirituale che ci eleva e ci fa vedere cammini nuovi nella vita. Quando ci domandano come stiamo, abbiamo l’abitudine di fare una relazione delle sofferenze che abbiamo passato, dei male di cui soffriamo, le cure che prendiamo. Ma staremo meglio quando impareremo a rispondere “sto benissimo”!. La forza di Dio in noi non è ricevere i miracoli che chiediamo, ma rimanere felici nella situazione in cui stiamo, non è conformismo, ma punto di partenza per qualcosa di migliore. Per molti, vivere bene è avere tutto e sempre. Sicuramente è bello non avere problemi. La gioia di Dio in noi è saper accogliere le situazioni con la capacità di intendere e organizzare la nostra vita in modo tale che il momento presente sia buono. Non possiamo vivere una vita da romanzo. Questa esiste solo nella televisione. La forza di Dio è ciò che ci fa vivere queste situazioni. Se Dio ti da un limone, fanne una limonata! Allora dipende dalla gente avere il buon umore.
742. Promuovere il riposo
Per coltivare la forza della gioia è necessario riposare. Una volta si diceva che si lavorava dalle 9 alle 5. Ora si lavora dalle 5 alle 9. Bene , perché rende meglio. Calcoliamo i grandi mali fisici, morali e psicologici che ci succedono quando lavoriamo troppo. E’ certo che molti, per sopravvivere, hanno bisogno di lavorare tanto. Ma, il corpo e l’anima riposati producono di più e meglio. Non sappiamo riposare, rilassarci, dare tempo a noi stessi, alla famiglia, agli amici, al sonno, al riposo. Esamina che proprio la legge mette un equilibrio tra il lavoro e il riposo. E cosa facciamo con la domenica? Continuiamo a lavorare in casa? Il guadagno di alcuni fa soffrire molti. Vediamo quanto spendiamo in medicine, per la depressione che sentiamo, le irritazioni che passiamo. Non sarà mancanza di riposo? La gioia del Signore può darci l’equilibrio anche nel riposo. Gesù dice ai discepoli: “Venite in disparte, in un luogo deserto e riposatevi un poco. Perché molti andavano e venivano, e non c’era tempo per mangiare” (Mc 6,31). Neppure l’eccesso nel lavoro spirituale è giustificabile. Lavorare nella pastorale senza riposo non è pastorale!
743. Gioire è amare
L’amore è fonte di gioia e produce il riposo. Tutto nella vita cristiana si riassume nell’amore oppure lo spiega. La gioia che si incontra nel riposo e il riposo che causa gioia sono retti dal dono d’amore. Sappiamo che l’amore va al di la del sentimento, sebbene anche questo è molto necessario. Nell’intraprendere azioni che valgono per la vita stiamo amando. Amore è come un campo dove si semina un seme. Dà sempre frutto. Gioire è amare. Riposare è amare, perché ci stiamo mettendo in condizione di vivere bene e trattar bene le persone, per porsi al servizio degli altri. Riposa nell’amore, rallegrandoti di riposare e amare.