Realtà terrestri
 
 

n. 865
Articolo
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

 

 

Realtà terrestri

 

724. Una Chiesa senza pietre

Quando si parla di Chiesa, pensiamo ad un luogo in pietra e gente di sacrestia. Gesù era “gente del popoloâ€, era laico. Non faceva parte della famiglia sacerdotale.  Egli è il modello di tutti, in modo particolare dei laici. I cristiani sono tutti uguali. Il Suo  ruolo nella vita della Chiesa è il  primo, poi ci sono gli altri. Il  “clero†è anche popolo (a volte la gente lo dimentica) ed ha la funzione di aiutare tutti a vivere il vangelo nella condizione propria di ciascuno. Una delle grandi affermazioni del Vaticano II è stata il ruolo del laico. Per questo la vita dei laici ha un posto importante nella vita della Chiesa. I laici, popolo di Dio che vive nella realtà di tutti, sono il “sale della terra e la luce del mondo†(Mt. 5, 13). La Chiesa non è l’edificio, ma le pietre vive che la compongono, come scrive Pietro (1 Pt. 2,5). Ciascuno vive la stessa missione di Gesù. Il Concilio afferma: “Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio . … A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano costantemente secondo il Cristo “ (LG n. 31).  Esercitano la funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, in modo laico. La loro vita quotidiana, nella famiglia, nel lavoro, nel riposo, è “ostia spirituale gradita a Dio, per Gesù Cristo†(1 Pt. 2,5). Il  mondo è l’altare di adorazione del laico. Egli consacra a Dio il proprio mondo (LG . n. 34).  Il laico che partecipa attivamente alla vita della Chiesa non è solo quello che lavora nella Chiesa, cosa che è anche necessaria, ma quello che edifica il Regno di Dio nel mondo. Il fondamento di questa sua opera è l’unione a Cristo.

 

725. Fermento nella massa

“I laici  sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo esercitando il proprio ufficio sotto la guida dello spirito evangelico†(Lg n. 31). Sono il fermento della massa, chiamati a rendere presente e operante la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze dove solo attraverso di loro, essa può arrivare ad essere come il sale della terra e la luce del mondo. Santificare il mondo  non toglie l’autonomia dall’ordine temporale e dai suoi fini propri, ma li porta a perfezione (A.A. 7). Quanto più evangelizzano le realtà del mondo, molto più esse diventeranno  utili e ricche, senza perdere le loro caratteristiche secolari. Il mondo non è cattivo. Noi facciamo male, quando usiamo male il mondo. Evangelizzare il mondo è renderlo sempre più al servizio delle persone, togliendo ogni egoismo, individualismo, e collocandolo nel progetto che Dio ha per il bene delle persone. Questa è la carità fondamentale. Quanto maggiore è l’unione a Cristo, maggiore sarà la sua forza di trasformazione. La partecipazione alla vita della Chiesa è importante  per essere il prolungamento del braccio di Cristo sul mondo.

 

726. Annunciare con la Parola

Una cosa è parlare di Gesù un’altra è mettere Gesù nelle nostre parole. Il laico darà la testimonianza della parola, “restando sempre pronto a dare ragione della speranza†(1 Pt 3,15). La parola viva che annunciano scaturisce dal loro battesimo. Per esso è consacrato per l’annuncio della Parola. Vivere il sacramento del matrimonio costituisce un mezzo efficace per evangelizzare il mondo della famiglia, così deteriorato in tanti ambienti. Questa è la prima maniera di annunciare. La famiglia cristiana proclama ad alta voce tanto le virtù presenti nel Regno di Dio, quanto la speranza della vita felice. Così da essere esempio e domanda (cfr.-LG. 35). Il servizio ai fratelli (non solo della fede) li conduce a Cristo. L’uomo e la donna corretti nell’esercizio delle loro professioni, sono i migliori collaboratori del mondo.

 

 

 
 
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