nº 855
Articolo
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
715. L’amore che è vita
Com’è bello sapere che tanti nostri fratelli vivono una profonda vita di dedizione al Signore. Il vangelo educa la loro vita. Vivono con serietà e competenza le difficoltà della vita! In Angola ho conosciuto un’uomo negro, Serafino, che lavorava con i bianchi ed aveva una buona posizione. Quando venne il comunismo egli perdette l’impiego perchè non voleva farsi comunista, anche se avrebbe potuto vivere meglio. Così dovette lottare per vivere. Morì mentre accudiva un amico che era stato raggiunto da una bomba. Era il tipo di uomo integro. Come ne incontriamo tanti. Ciò che fa arrivare la vita a questa pienezza è l’amore-servizio. Quanta dedizione! Il lavoro serve per vivere, ma la vita che si mette in esso per portare avanti una famiglia e la società è al di sopra del semplice lavorare per guadagnare. Ciò che è fondamentale nella vita spirituale del laico è mettere amore nella propria vita. Questa è la vera religione. L’amore dà consistenza e valore al servizio. L’impiego non è uno scambio di lavoro dietro pagamento. Il lavoro è un servizio ai fratelli. Il denaro non paga ciò che si fa e l’amore con il quale lo si fa. Ci sono molti modi di prestare servizio. Oltre al lavoro i laici sono in grado di impegnarsi in attività nella società e nella Chiesa. C’è tanta gente che ha bisogno di un aiuto, anche solo una conversazione. Il cristianesimo si sviluppa bene in mezzo agli umili, perchè la tentazione del guadagno fine a se stesso o peggio ancora, la tentazione dell’accumulo, può ferire il servizio dell’amore. Abbiamo davanti a noi la vita del cristiano umile e lavoratore e quella del cristiano che possiede molto e vive bene. E’ penoso però vedere che coloro che possiedono beni, si lasciano portare dagli schemi peccaminosi e oppressivi della società del consumo. Si uniscono al mondo nemico di Dio. Non possiamo accendere una candela a Dio e un’altra al diavolo (Mt 6,24). Così si perde la sapienza di acquistare il Regno con il denaro dell' iniquità (Mt 16, 9-12).
16. Carità nella verità
La coerenza con il vangelo orienta la vita nelle relazioni sociali. La menzogna, la falsità e le attività mondane non si possono accettare nella vita del cristiano. Gli affari devono essere fatti nella verità. Non si giustifica la vita opulenta acquisita rubando. Il cristiano non deve mentire per riuscire nella vita, anche se lo schema lo richiede. Non vale la pena, la sofferenza arriva subito dopo la menzogna. Peggio ancora è abituarsi ad essa e giustificarsi. Gesù disse: “Io sono la verità”. Gli impostori dicevano: “Maestro, sappiamo che sei veritiero, e che insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perchè non guardi in faccia ad alcuno” (Mt 22,16). E’ triste vedere cristiani coinvolti in golpes politici, economici, sociali... magari avendo studiato in collegi religiosi. Quale formazione alla verità è stata data!
717 Condividere le esperienze
Un modo per fortificare la vita cristiana è la vita di comunità nella quale condividere la fede, la carità, la verità e la santità. Abbiamo bisogno dell’appoggio del sacerdote ma anche di quello dei fratelli nella fede. Per questo c’è necessità di formare dei gruppi di riflessione, di preghiera, di condivisione di vita, di comunione delle esperienze spirituali. Possiamo avere un padre spirituale, ma abbiamo anche bisogno di un amico spirituale. La vita spirituale si realizza nella verità dell’amicizia, che è amore operante. La Religione non si discute, si condivide. Se fossimo capaci di condividere con gli amici della fede, la nostra esperienza spirituale saremmo più forti e più felici.