nº 849
Artigo
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
705. Dio stà dove voi siete
Stiamo riflettendo sulla spiritualità propria per chi vive nel mondo del mio Dio. Abbiamo bisogno di orientamenti per vivere la fede, abbiamo bisogno di differenziazioni da coloro che vivono la vita religiosa o sacerdotale. Sappiamo che tutti possono essere santi, come scriveva Sant’Alfonso, ciascuno nella sua condizione, sposato o celibe, e in qualsiasi professione. I mezzi sono per tutti uguali e ciascuno li adatta alla sua situazione. Il punto di partenza è la presenza di Dio: “Dio stà dove tu stai!”. Stà nell’Ostia Consacrata, nel Tabernacolo, ma stà anche al tuo lato, nel tuo intimo, alla portata di un grido del cuore. Non possiamo dire: se io potessi andare alla chiesa, o se fossi sacerdote o frate, farei molte cose. Tu puoi farlo lo stesso, poichè Dio stà dove tu stai. La presenza di Dio non è una idea del catechismo, ma una realtà permanente. San Gerardo diceva: “Se Dio togliesse la benda dai nostri occhi, vedremmo in tutti i luoghi un Paradiso. Sotto questa e quella pietra, c’è Dio”. La fede autentica è lo sguardo chiaro che permette di vedere in tutti gli avvenimenti questa presenza. La fede non è solo un pugno di dottrine. “Le verità di fede sono come segnali indicatori che ci indicano il cammino per l’incontro con il Dio vivo, il Dio che non esitò ad incarnarsi nella nostra storia e a farsi Eucaristia per noi” (p. S. Majorano). La fede non è intellettuale, anche se questo è necessario, ma non è tutto. Non basta la conoscenza, è necessaria la sapienza. Non è un Dio distante, poichè l’incontro è sempre personale. Essendo personale è aperto a ogni persona umana. E’ spontaneo e non recita di formule che, per quanto buone, non sono tutto. Se Dio stà dove tu stai, è lì la sua cattedrale, il suo tabernacolo, il luogo dell’incontro.
706. Vita spirituale nel mondo in fiamme
Il laico incontra Dio non nel silenzio di una cappella, ma nel mezzo dell’incendio della vita, degli avvenimenti, dei problemi. Il luogo silenzioso è buono, ma è privilegio di pochi. La cattedrale del laico è l’autobus pieno, il traffico pesante, la corriera ad orario, la lotta per la vita, per il sostentamento che dipende solo da lui, poichè la società non lo sostiene. I problemi della vita, le difficoltà nella famiglia, l’abitazione, le malattie, ecc. Tutto dipende da lui. Lì egli è il sacerdote dell’universo che lo consegna a Dio come offerta gradita. Dio sta anche nel suo tempo libero e nel suo piacere. Questa nozione di mondo per Dio sta nella devozione di fare tutto con buona intenzione: tutto sia fatto per Dio. Dio fece l’uomo e la donna sacerdoti dell’universo quando disse: “Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra”. Dio lasciò all’uomo e alla donna il dono di santificare il mondo con la loro vita. Non è fuggendo dal mondo che incontreremo Dio. Senza di esso, credo che Lui non ci ascolti. I religiosi e i sacerdoti devono ricordare che, in primo lugo sono popolo di Dio, e dopo sono a servizio di questo popolo nel loro ministero e nella loro consacrazione. Abbiamo molto da imparare dal popolo nella sua fedeltà a Dio. La Chiesa è, in primo luogo laica, e cioè, siamo popolo e dopo classe.
707. Dio nel cuore
Non c’è bisogno di andare lontano per parlare con Dio. Dio è nel più intimo del nostro intimo. E’ incontro spontaneo di un amico che incontra un amico, senza cerimonie. Egli conosce la nostra lingua. La prima chiesa è il cuore di ogni uomo e donna. Se avessimo insistito di più su questa verità, non avremmo perso tanta gente. La base della santità è l’incontro personale con Dio che ciascuno può realizzare nel suo quotidiano, nella sua vita. Sento persone che non hanno tempo per pregare. Quando parlo della preghiera personale, dico: “Io sto il giorno intero a parlare con Dio” Questa è orazione. E’ dialogo con Dio. E’ vita cristiana.