nº 847
Articolo
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
703. Spiritualità dei monaci per laici?
Esiste una spiritualità propria per i laici? Essa è piuttosto differente dalla spiritualità del clero e dei religiosi proprio per la diversità delle condizioni. Guardiamo nella storia: la spiritualità dei primi cristiani si ispirava alla vita degli apostoli e alla primitiva comunità. Questo leggiamo negli orientamenti che San Paolo dava alle comunità sul nuovo modo di vivere. Nei primi tre secoli, i cristiani aspiravano al martirio. Il martire era il cristiano per eccellenza, perchè imitava Gesù fino al punto di morire come Lui. Con l’arrivo dei monaci, i fedeli vissero, in casa, la spiritualità dei monaci. Non era una spiritualità per laici, ma per monaci. Ricordiamo che c’erano le eresie che negavano la materia, il corpo e la vita nel mondo. Per essere santo, bisognava uscire dal quel mondo dove vivevano le persone. Nel Medioevo, continuando nella medesima mentalità, i monasteri divenarono il modello della vita spirituale. Non si sviluppò una spiritualità laica, matrimoniale, come si diceva, nel mondo. La prova di questo è che i santi sono tutti sacerdoti, vescovi e frati. Nei secoli che seguirono, l’umanità si sviluppò, ma la spiritualità non percorse lo stesso sviluppo. Quando si parla del laico, non si intende dire incompetente, ma semplicemente qualcuno che non è nè sacerdote nè religioso. Laico non è una opposizione e non è neppure un qualcosa di brutto. La gente del popolo (laico) può essere come i santi e anche di più, come qualunque prete o religioso. L’abito, l’altare o la vocazione, non sono di per se criteri di santità. La vita cristiana può essere vissuta in qualsiasi circostanza: sposati, celibi, vedovi. Essa può verificarsi anche in quelle situazioni che di solito chiamiamo cattive. Essa non dipende dalla situazione umana. Gesù è il primo ad affermare che i peccatori pubblici e le prostitute vi precederanno nel Regno dei Cieli, perchè accoglieranno favorevolmente la Parola (Mt 21,31). Nessun cristiano è di seconda categoria. Milioni di esseri umani potrebbero essere riconosciuti come santi. La Chiesa non può emarginare nessuno non aprendo i tesori della santità.
704. Gesù modello del cristiano
Gesù è il modello del laico. Egli era laico. Non apparteneva alla classe sacerdotale. Partecipava della vita spirituale del popolo giudeo delle sue leggi e delle sue tradizioni. Cercava di fare il bene dove passava. Questo ricordo rimase nel cuore degli apostoli (At 10,38). Egli aveva il cuore pieno del Padre e delle persone. Gesù non fu né prete né religioso, fu un Uomo di Dio. I religiosi e i sacerdoti devono seguirlo come i laici, in ciò che gli è specifico: il ministero e il modo di vivere che Gesù aveva scelto, poichè Gesù non era sposato. Questo non è obbligatorio. Essendo il modello, è in Lui che dobbiamo cercare l’ispirazione. Ci sono movimenti di spiritualità che hanno perso il gusto del modo con cui Gesù ha vissuto. Questo è diseducativo. Il modello è Gesù e non un tipo di spiritualità di un momento.
705. Sfida di un nuovo modello
Volere un modello di spiritualità proprio del laico, non vuol dire che le altre modalità sono sbagliate, ma non sono appropriate ad esso. Non possiamo arrivare al punto in cui si arrivò in certi periodi mettendo il laico come cristiano di seconda classe. Non posso pretendere, come sacerdote, di presentare il modello, ma dobbiamo cercarlo insieme. Credo che, al di là della conoscenza di Gesù, dobbiamo ricordare che il laico vive nel mondo. La spiritualità deve farsi anche a partire dal mondo. E’ lì che santifica. Questo non è in opposizione a Dio, ma è il giardino che Dio ha dato agli uomini da coltivare. Non abbiamo bisogno di uscire dal mondo per portarlo a Dio. E’ necessario farlo diventare aperto a Dio.