Pietà popolare

 

 

n. 823

Articolo

P. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

667. Una necessità del popolo

La spiritualità passa attraverso molte vie. Una di esse è la pietà popolare. Il Documento di Aparecida (n. 7) riconosce che essa è una delle ricchezze del nostro popolo, è un tesoro prezioso della Chiesa cattolica in America latina (258), che deve essere catechizzata (300). Cos’è la pietà popolare? E’ un modo del popolo di vivere la fede, seguendo tradizioni spirituali che vengono dai secoli. Nel medio evo, la liturgia se allontanò dal popolo  per diventare un argomento solo del clero. Era fatta in latino, che non era più la lingua del popolo. Il popolo, distante, creò la sua forma di relazionarsi con Dio partendo, soprattutto, dagli aspetti umani della vita di Cristo, come la Nascita, la Passione, l’Eucaristia, i dolori di Maria, le devozioni ai santi, alle reliquie, ai santuari e a pratiche come il rosario, e la via-crucis. In questo tempo si evidenzia l’umanità di Cristo. La struttura ecclesiale ha assunto la pietà popolare. Essa ha sostenuto e santificato il popolo per secoli. Ed ancora è importante. Con il Vaticano II  si ha un raffreddamento brusco  per il fatto di aver escluso il popolo. Furono tolte le devozioni e non furono sostituite in modo adeguato. Siccome  esse sono cultura, è difficile cambiare da un giorno all’altro. I tentativi dei movimenti, come i carismatici, le devozioni venute da altri paesi hanno portato dei benefici, ma non per il popolo in generale. Questo è rimasto perso e ha cercato altri mezzi e altri culti. Il tentativo era di fare un rinnovamento generale. Ma qesto ha bisogno di catechesi, liturgie ben adatate alla condizione del popolo. La teologia della liberazione portò eccellenti contributi, ma fu soffocata e non risolse la questione della religiosità popolare. Il rinnovamento liturgico, distante dal popolo, non ha ottenuto di coglierne l' anima e con essa di arricchire la celebrazione del mistero. Si continua  come con un piede in due scarpe.

 

668 .  Una scuola di fede

La religiosità della pietà popolare è una scuola di fede, poiché conduce il fedele alla vita di Cristo, dei santi e alle pratiche di pietà. Come scuola di fede stimola la vita cristiana, ma ha un rischio: allontana la fede dalla vita. La devozione, se non permea la vita con il senso del vangelo, resta fragile. Questo è uno dei pericoli della religiosità popolare. Resta esteriore. Per questo, la Chiesa insiste nella evangelizzazione della religiosità popolare (41.300.549). E’ buona, ma ha bisogno di approfondire i contenuti e coinvolgere la vita. In questo momento c’è  un ritorno alla devozione ai santi, ma, sfortunatamente, nella ricerca dei miracoli e non nell’impegno di viverne  gli esempi della vita cristiana. I santi sono intercessori, modelli e stimolo a vivere il vangelo. Il rischio della devozione senza impegno nella vita è di restare  sulla scia dell’emozione, all’esterno della rappresentazione. La religiosità e la pietà popolare sono utili nella misura in cui aiutano la nostra conversione.

 

669 – Cammino di spiritualità

La pietà popolare  possiede un elemento molto importante per la comprensione della fede: prende la fede dal puro razionalismo nel quale si dà  valore solo alla conoscenza della dottrina e la orienta a infondere gli insegnamenti nel cuore. Se da una parte non è buona una devozione che non impegna la vita, dall’altra la pura dottrina senza vita e sentimento, non edifica. Quello che manca ora è questo mutuo aiuto. Alla venerazione dei santi e alla partecipazione dei misteri della vita di Cristo nel suo aspetto più sensibile, abbiamo bisogno di confrontare la nostra vita con essi e prendere la decisione della conversione. Allora sì, la pietà popolare arricchisce la Chiesa. Non basta citare testi della Bibbia, è necessario incarnarla nella vita. Lodiamo Dio per il popolo che mantiene la sua fede, anche senza la presenza della Chiesa. La Chiesa è chiamata a  conoscere l’anima del popolo e così dispensare i misteri sacri e gli insegnamenti della fede in modo comprensibile. La base di questa attitudine educativa è  l’affettuoso accoglimento del popolo, linguaggio che esso capisce molto bene.

 

 

 
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