Spirito d'infanzia

 

n. 813

Articolo

P. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

"Essere come bambini"

 

655. Cambiare mentalità

Il Regno di Dio riserva sempre delle sorprese che incantano. Resto  molto impressionato di  come le cose belle del Regno stanno sempre contro-mano. E' quello che vediamo nella virtù di essere come bambini. Sarà poi una virtù? Sembra che non ne abbia neppure il nome. Ma Gesù la considera come una virtù fondamentale. A noi, adulti, interessa la maturità, la grandezza della personalità, la pienezza dell'essere umano. Gesù dice che la grandezza sta nell'essere come i bambini. Il bambino è quello che è. Non ha maschere, non si crede più di quello che è, accoglie. Per questo Gesù afferma che "chi non accoglierà il Regno di Dio come un fanciullo, non vi entrerà" (Mc 10,15). Per questo è necessaria la conversione, un mutamento radicale: "se non vi convertite e non diventerete come  i fanciulli, non entrerete nel Regno dei cieli" (Mt 18,3). Quale è la virtù dei piccoli? Gesù continua: "Chi , dunque, si farà piccolo come questo fanciullo, questi sarà il più grande nel Regno dei cieli" (Mt. 18,4). E' quello che succede con Maria, la piccola grande del Regno: "Dio ha guardato l'umiltà della sua serva... Ha esaltato gli umili" (Lc 1,48.52). Gesù si indentifica con i fanciulli: "Chi accoglie un solo fanciullo come questo nel mio nome, accoglie me" (Mt, 18,5). La virtù di essere bambini esige una immensa maturità. Curiosamente la gente non si preoccupa neppure di questa virtù. Tra noi, anche nelle persone che consideriamo sante o sono state dichiarate tali, non è una virtù privilegiata. I bambini possono elaborare delle cose ma che sono frutto della educazione, della vita o del proprio egocentrismo naturale. Gesù, però, contempla l'infanzia normale. L'umiltà è una delle sue caratteristiche. Umiltà significa accoglienza.

 

656. Bambini davanti a Dio

 Gesù è anche modello di questa virtù. Davanti al Padre Egli si fa piccolo e in questo modo si relaziona con Lui: Gesù chiama Dio: Abbà, che in ebraico significa: papino. E' diminutivo di  "Ab", che è come dire :Padre. Gesù era affascinato da suo Padre, come un bambino che confida, che ama, che si rifugia e sente sicurezza. Per lui il padre è sempre il più grande. Nel Vangelo possiamo vedere questa virtù nella vita di Gesù. Nell'ultimo momento, nella maggiore disperazione, nella notte totale, Egli si consegna ciecamente nelle braccia del Padre: "Nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 23,46). Dal fondo del pozzo, vede le braccia del Padre. Abbiamo bisogno di imparare a confidare con semplicità nelle cure e nell'amore paterno di Dio, affinché siamo da Lui accolti. Egli ci fa sentire sicuri in tutte le necessità, anche nelle turbolenze. Tutta la spiritualità deve strutturarsi a partire da questa virtù. Ma noi non abbiamo questo tipo di relazione con il Padre. Siamo diventati complicati, tesi, stressati.

 

657. Vocazione all'infanzia spirituale

 La Chiesa ha avuto sempre un affetto speciale per i bambini ( anche se sfortunatamente molte comunità e molti sacerdoti non se ne preoccupano molto). Oltre che accogliere i bambini è necessario diventare come loro, è necessario creare in noi la spiritualità dell'infanzia spirituale che è tanto apprezzata da Santa Teresina. Abbiamo un servo di Dio, redentorista, che adotta questo cammino con grande simpatia. Si chiama Marcel Van. E' in corso il suo processo di beatificazione. Egli ci insegna la piccola via, via delle piccole cose per arrivare a essere grandi. Si tratta di piccoli gesti di amore, della umiltà, della serenità nelle sofferenze. La piccola via è amore.  L'opera più grande dell'amore, è amare come i bambini, con totalità anche in ciò che è piccolo. Ameremo e rispetteremo Dio come nostro Padre, se il nostro amore per Lui si tradurrà in amore reciproco. Per questo abbiamo bisogno di cambiare la nostra mentalità e, all'appello del Regno, diventeremo come piccoli bambini.

 

 

 

 

 
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